Una nota del consigliere Franco Pastore (Misto/Socialisti)
Quando in una città
mediamente e apparentemente tranquilla, nel giro di pochi giorni,
quattro persone vengono uccise, sia pure in contesti, circostanze e per
moventi differenti, mi pare che non sia esatto parlare o limitare il
tutto a un problema di sicurezza e ordine pubblico. In questi giorni ho
letto le notizie e i commenti sull’accaduto dai giornali ma,
soprattutto, mi sono confrontato con amici, conoscenti, con i miei
concittadini.
Prendiamo il caso delle due
donne. Se si apre la porta della propria casa a qualcuno, come pare
abbiano fatto, è perché lo si conosce, ci si fida o, quantomeno, non ci
si immaginerebbe mai che possa farci del male, ucciderci. Dunque cosa
c’entra la sicurezza e l’ordine pubblico mi chiedo. Il problema,
purtroppo, è più grave e più difficilmente affrontabile, perché di
natura sociale, forse anche economica. Non si viene brutalmente uccisi
perché in un momento particolare una “guardia” non passa davanti casa.
Gli investigatori
chiariranno cosa sia accaduto ma le istituzioni devono interrogarsi
sulla qualità della vita nelle nostre città, devono preoccuparsi di
capire perché ci si possa imbarbarire fino a compiere delitti simili,
dove sia la falla da cui si sta perdendo civiltà e umanità.
Non ci si deve fermare alle
apparenze, di benessere, di tranquillità e sicurezza. Tanta violenza
non viene fuori dal nulla. In un momento come questo non ci si può
proprio permettere di non interrogarsi sul futuro cui stiamo andando
incontro, che sarà peggio del già difficile presente, questo è evidente.
Ma in qualche modo si deve arginare una possibile e facile deriva di
inciviltà e violenza.
Le forze dell’ordine poco
possono fare per prevenirla, le istituzioni invece possono e devono fare
molto a tale scopo. Devono interessarsi ciascuna per i propri compiti
dei territori. Devono farlo la Regione, la provincia, i comuni e devono
farlo fuori dai Palazzi, attraverso una rete che coinvolga forze
sociali, imprenditoriali, agenzie educative, scuole, parrocchie, servizi
sociali, le famiglie, i singoli cittadini, gli spazi e le agenzie
culturali e le forze produttive delle città.
Certo tutto questo non
arriverà mai a risanare completamente i luoghi in cui viviamo ma le cose
andrebbero meglio e il benessere, sia economico sia culturale e di
civiltà, spalmato su tutti, migliora sempre le cose, attenua la
violenza, gli attriti, migliora la convivenza fra le persone.
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