giovedì 5 gennaio 2012

SPINAZZOLA : Eolico e fotovoltaico nuovi impianti in vista

Gli impianti fotovoltaici e del minieolico di recente realizzati, posizionati nei vari ingressi di Spinazzola, che si arrivi da Minervino Murge o dalla direttrice Gravina, non sono il massimo per una città che ambisce attraverso l’amministrazione Comunale guidata dal sindaco Nicola Di Tullio a candidarsi da agricola, specializzata nella monocoltura cerealicola, a turistica: per attitudine ambientale, storico, culturale.

Un brutto impatto destinato persino a peggiorare. Tanto per i progetti già presentati per consumare altro territorio della città con eolico e fotovoltaico a gogò, che per la moltitudine, ancora peggiore della prima, di procedure di valutazione di impatto ambientale avanzate nei paesi vicini di Puglia e Basilicata. Denunciati e contrastati quest’ultimi dalla sola “Ola” Organizzazione lucana ambientalista. Una vera selva di pali smembra paesaggio, a centinaia, come gli ettari che si vogliono occupare coltivati e di pregio. Devastazione camuffata in nome della “Green Economy”. Sempre più “Economy” che nulla ha di “verde” finalizzata grazie agli incentivi in Italia più alti d’Europa, pagati dai contribuenti, a gonfiare, senza abbattere in modo consistente Co2 fossile in atmosfera come nelle intenzioni del protocollo di Kyoto, con milioni di euro i soli portafogli delle lobby degli industriali del vento e del sole. Piombati da ogni dove, dalla penisola e dall’estero: Cina, Spagna, Germania, in regioni fertili per l’affare, gravide non solo dall’accondiscendenza della politica, ma anche da infiltrazione di criminalità comune e mafiosa. Come avvenuto in Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia, Sardegna che ricorda nel suo aspetto peggiore quel che avvenne nell’ottocento a Klondike, west nordamericano, con i cercatori di pepite d’oro.

Chiamato a fare da argine nei giorni scorsi al disfacimento del Belpaese, l’Italia, difesa nel suo paesaggio finanche dall’Art. 9 della sua Costituzione che i Padri Costituenti, incluso il giovane, poi statista, Aldo Moro, riservavano una tutela piena e preminente, il Presidente del Consiglio Mario Monti e i suoi Ministri. Attraverso una denuncia-richiesta di moratoria su tutti gli impianti eolici e fotovoltaici a terra avanzata dal Comitato nazionale contro fotovoltaico ed eolico nelle aree verdi, che vede tra i suoi attivisti: Nadia Bartoli, l’avv. Gianluigi Ciamarra, Oreste Caroppo, Nunzia Ranaldo, Vitantonio Iacoviello e sottoscritta per contenuti ed istanze da altre associazioni ambientaliste italiane. Nel documento rivolto al presidente Monti accompagnato da supporto scientifico vengono evidenziati i danni attuati ed i rischi per l’ambiente e per la salute dovuti da questi impattanti impianti industriali. In particolare: “desertificazione artificiale, la cancellazione della biodiversità in estesissime aree, lo sterminio dell’avifauna per i volatili falcidiati in volo dalle pale rotanti, il danno al suolo ed al sottosuolo per estese profonde cementificazioni per i basamenti delle torri eoliche, tracce scavate per i cavidotti, movimentazioni terra impressionanti, azioni di diserbo selvaggio sotto i pannelli fotovoltaici, nonché danni pesanti a tutto il settore turistico, ad iniziare da quelle forme emergenti e virtuose di sviluppo turistico di qualità, alternativo, destagionalizzato, di tipo rurale, agrituristico, culturale e naturalistico, nonché costiero e culturale-balneare, proprio ora che il turismo in Italia segna un considerevole incremento del 7% - in controtendenza su altri settori economici. Sviluppo su cui punta in modo determinante il suo futuro anche Spinazzola.


 di COSIMO FORINA
Fonte : Gazzetta del Mezzogiorno

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