
ANDRIA : CI TOCCA SOPPORTARLE UNA VOLTA AL MESE (le aperture domenicali) MA ORA IL COMUNE DI ANDRIA STA ESAGERANDO.
MA QUESTI MASCHI COSA VOGLIONO?
Qualcuno ci ha costretto a sopportarle almeno una volta al mese e ci riferiamo alle aperture domenicali; non lo ha deciso il Padreterno, che probabilmente ha altro cui pensare; lo hanno deciso quelli che siedono alla Regione Puglia, a causa degli accordi con le Grandi catene di distribuzione, cioè gli ipermercati che volevano proprio quella legge.
Ma alle donne imprenditrici, alle mamme e alla cultura del riposo festivo chi ci ha mai pensato?
Non volgiamo fare qualunquismo, anche perché sappiamo ben distinguere ruoli e impegno ma ci chiediamo: perché anche nella città di Andria, che da sempre si è distinta per aver stabilito il più basso numero di aperture domenicali; guidata da chi, molto legato alle tradizioni e alla cultura del riposto festivo, almeno a parole, continua ad affermare la sacralità di alcuni principi, ha deciso di cambiare registro e di andare ben oltre una domenica al mese, costringendoci al lavoro continuo?
Eppure coloro che professano sani principi dovrebbero aver preso atto di una assoluta novità che è destinata a fare scuola in tutta Europa.
Da Radio Vaticana apprendiamo che: “l'apertura domenicale dei negozi in Germania viola la Costituzione tedesca perché la domenica va considerata «giornata del riposo dal lavoro» non solo per motivi religiosi, ma anche per permettere il recupero fisico e spirituale dei lavoratori e la loro partecipazione alla vita sociale e familiare. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale tedesca accogliendo il ricorso presentato dalla Chiesa cattolica e da quella evangelica contro l'apertura dei negozi a Berlino nelle quattro domeniche di Avvento. Nella sentenza i giudici hanno sottolineato che la persona umana va posta al di sopra degli interessi economici. Soddisfazione è stata espressa da mons. Robert Zollitsch, presidente della Conferenza episcopale tedesca, e da Margot Käßmann, presidente del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania”.
E da noi? Si cammina al contrario o anche la nostra Chiesa, anch’essa da sempre impegnata a difendere il riposo domenicale e festivo con il famoso motto “senza la domenica non possiamo vivere” è intenzionata a fare ciò che è stato fatto in Germania?
Magari cominci, almeno a livello locale, a tirare le orecchie a questi maschi, politici e non, che si sono riuniti ed hanno deciso, non si per quale motivo, di cambiare le regole del gioco, senza tenere conto delle nostre volontà e delle nostre legittime ambizioni che non sono quelle legate alla ricerca sfrenata di un incasso che non c’è ma quelle di poter trascorrere la domenica con le nostre famiglie, con i nostri figli, con i nostri affetti. Se gli interessi della politica sono superiori a queste nostre richieste, allora siamo senza parole anche se non rassegnate.
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