sabato 19 dicembre 2009


TRINITAPOLI : ELEMOSINA PER UN MONUMENTO AL CONTADINO.


Quando cala il sipario e si spengono le luci sul proscenio,dopo l’applauso,l’attore dismette gli abiti del personaggio. Nessuno può dirsi felice,solo per il presente.L’attore.e l’uomo che è in lui,è sempre in ansia,sia per il futuro e sia per il passato.Egli vive una profonda paura perché teme il giudizio dello spettatore nelle mani del quale pone la propria carriera ed il proprio futuro.Mai fidarsi o sentirsi sicuri del popolo. La democrazia ha reso lo spettatore libero di decidere e di giudicare l’attore non ha il diritto di definire ignorante chi lo critica,né di definire nemico chi non lo ritiene bravo. Così è la vita del politico. Al termine di un mandato politico,ciascuno deve indossare i vestiti dell’uomo comune e presentarsi al tribunale della propria coscienza. A proposito del celebrato premio in onore dei cavalieri di Malta,egregio politico.Le vogliamo fare una sola domanda:sanno i cittadini,quelli che lei tiene fuori dagli steccati,durante la manifestazione per la consegna dei premi. chi siano o siano stati i Cavalieri di Malta,nei due secoli di dominio di Trinitapoli?Crediamo che valga la pena fare alcune precisazioni di natura storica,sociale e politica. Nel 1589,l’ordine di Malta,mandato via da Treviso,acquistò dal conte Marulli di Barletta,che aveva acquistato a sua volta dal conte Della Marra,il feudo di Casale della Trinità.In Trinitapoli,i “nobili” Cavalieri vollero fondare la Commenda magistrale dell’Ordine dei Cavalieri di Malta,in attesa del loro rientro nella loro amata isola di Malta.Nell’atto notarile,scritto in latino,i “nobili” Cavalieri chiesero ed ottennero che gli abitanti del feudo (cioè i trinitapolesi) fossero definiti vassalli,cioè SERVI,vale a dire sudditi soggetti a promettere fedeltà al feudatario,cioè ai Cavalieri nel nostro caso. I nostri antenati venivano SCHIAVIZZATI dai feudatari ai quali dovevano corrispondere raccolti annualmente,sotto forma di tributi,prestazioni agrarie nei loro campi e prestazioni cittadine,per tenere pulito il Casale a proprie spese. I beni dell’Ordine di Malta furono definiti allodiali (cioè gli abitanti non avevano il diritto di decidere della propria esistenza né di adottare regolamenti o leggi per la propria libertà);era il Commentatore dell’Ordine l’unico legislatore,donno e signore del feudo.La proloco non combatte la vostra scelta di onorare la memoria dei feudatari,cioè dei padroni. Noi rivendichiamo il diritto di onorare la memoria dei nostri avi,dei servi,quali sono stati i nostri progenitori. I Cavalieri di Malta furono mandati via dal Casal della Trinità nel 1798 dalle leggi e dagli uomini della Rivoluzione Francese.La storia non va letta con spirito romantico o di sogno. La storia va letta con senso critico. La nostra non è contrapposizione partitica o ideologica :è culturale. Noi siamo per il diritto dei lavoratori non dei padroni. Rivolgiamo ai consiglieri comunali,di maggioranza e minoranza,un invito:solo per il bilancio del 2010,dividete i 100.000 euro spesi nel 2009 per organizzare il premio Cavalieri di Malta,al 50%,devolvendo l’altra metà in favore del desiderato monumento al contadino.La storia di Trinitapoli non l’hanno fatta i Cavalieri di Malta.La nostra storia l’hanno fatta,la fanno e continueranno a farla loro,i contadini e gli agricoltori. Ci piace riportare ciò che ha scritto un anonimo:
“Quando i figli della terra della Trinità approdano in cielo,di Malta trovano i cavalli ad accoglierli. I Cavalieri sono altrove,a pagare per la loro nobiltà.”

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