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giovedì 19 febbraio 2015

TRINITAPOLI : Il sogno di Diomede, una piacevole ed entusiasmante lettura

Sono particolarmente grata a Vincenzo Orfeo per avermi dato la possibilità prima di altri di godere della piacevole ed entusiasmante lettura del “ Sogno di Diomede”.
Scorrendo il testo si ha la viva sensazione di un chiaro ritorno alle origini,  non frutto di leggenda, ma rivelazione di un sogno capace di svelare dopo tanti anni passioni sopite ed eroiche realtà. Io credo nelle alchimie oniriche capaci di far ritornare fantasmi in cerca di verità storiche e di scrittori di grande sensibilità in grado di trasmetterle.
Uno, Nessuno, Centomila di Pirandelliana memoria, diviene la metafora  di attori che interpretando il copione si trovano loro malgrado infestati da  “leggendarie presenze” che liberamente entrano ed escono dal proscenio sotto gli occhi increduli di un regista attonito.
Ecco la prima grande lezione: la storia si può insegnare in tanti modi, ve ne sono alcuni che scaturiscono come linfa viva dal proprio DNA, divenendo indimenticabili, grazie alla capacità di liberare i propri sogni.
Il “Sogno di Diomede” è ancor più del “Lamento di Iride” un Inno all’amore. I personaggi femminili ricevono il meritato riscatto e hanno finalmente la possibilità di raccontare le proprie passioni,dolori, fragilità. “Ciascuna donna è miniera di talenti e di virtù. Crede nell’amore perché l’amore nasconde i segreti della vita”.
 Lo stesso eroe di Argo, non è un sanguinario assetato di potere, ma al contrario è un uomo mosso da grandi valori, combatte per difendere l’onore,la patria, la vita.
L’autore ci invita a”cercare la verità sulla guerra sulle pietre”, quelle stesse pietre che diventano “trofeo di morte, distruzione di cultura, di storia e di pace monito per le genti del mondo”.
Delicato, eroico, sensibile, sensuale, Diomede giunge in Puglia, accetta il suo destino, si riappacifica finalmente con gli dei e questi gli concedono di trovare e di godere dell’amore di Evippe….ma non vi sarà mai tregua per chi fa “di virtù giustizia”.
Un libro che fa riflettere non solo sulla storia, ma sopratutto sulla fragile condizione umana che  talvolta costringe gli uomini ad essere vittime delle proprie passioni.
Ottimo testo teatrale che mi auguro di vedere presto in scena …perché no,  proprio al Teatro Lembo di Canosa.

Anna Maria Fiore

(Presidente Pro Loco Canosa – Direttore rivista TU IN DAUNIOS)

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