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giovedì 17 novembre 2016

L’ANDRIA-TRANI, DI CHE MERAVIGLIARSI? QUESTO E’ UN TERRITORIO CHE NON HA MAI GUARDATO ALLE IMPRESE.

L’ultima vicenda in ordine di tempo è la vicenda tragicomica dell’Andria-Trani. Una vicenda che accade dopo il fallimento e lo spreco di una grandissima opportunità quale fu quella delle Zone Franche Urbane; dopo la mancata costituzione della Camera di Commercio; dopo la vanificazione di strumenti di Sviluppo Economico e Sociale quali il Patto territoriale Nord Barese Ofantino e delle sue Agenzie collegate; dopo la disgregazione dell’unico strumento di coordinamento e promozione turistica territoriale cioè Puglia Imperiale; dopo il maldestro utilizzo dei Gal ridotti a bancomat per i comuni; dopo la malagestione di Piani Strategici come Vision 2020 e dopo tutte le tantissime altre opportunità vanificate da dirigenti, politici, sindacalisti e burocrati che non hanno saputo minimamente rendersi conto del valore di tali opportunità e le hanno asservite alla sete di potere finalizzato a vere e proprie spartizioni scientifiche che nulla hanno prodotto se non vantaggi personali e di lobbies. Eppure oggi, anche nel caso dell’Andria-Trani, si ripete il balletto dello scaricabarile, come se stessimo parlando di una zona sperduta in Pennsylvania o in qualche area desertica degli stati Uniti d’America dove le auto che vi circolano si contano sulle dita di una mano. Invece stiamo parlando di una strada tra le più frequentate e percorse dell’intero territorio e dove anche quei burocrati, politici, tecnici e amministratori che oggi non sanno dare risposte al caso ridicolo vi passano ogni giorno, per più volte al giorno.
Un’altra beffa che non si esaurisce al solo aspetto logistico o al fatto che un’azienda che prima era raggiungibile percorrendo due soli chilometri oggi ne servono quattordici dovendo fare il girotondo delle città ed incrementando paurosamente quel traffico che si sarebbe voluto invece smaltire. Una beffa se si pensa allo spreco di denaro pubblico giustificato sempre da quella schiera di non risponditori con la necessità di salvare le vite umane ma senza convinzione visto che la situazione di rimedio che si sta prospettando risulterebbe di lunga peggiore del male, al costo modico di venticinque milioni di euro in tempi in cui la gente quella strada non la percorrerà più perché le auto sono rimaste senza benzina e senza assicurazione.
Una beffa che continua a generare stolti sorrisini mentre gli imprenditori sono arrabbiati ed incazzati. Lo sono gli imprenditori che insistono con le loro aziende su quelle arterie, ora occluse, come lo sono coloro che continuano a scappar via, spaventati da queste assurde condizioni di arretratezza culturale e gestionale mostrata da Enti Pubblici incapaci di ascoltare e di tenere conto delle istanze del territorio e della sua base produttiva sempre più discriminata quando non è asservita.
Se anche in questa circostanza nuovi investitori decidono di impiegare i loro capitali e di produrre forza occupazionale altrove allora di che meravigliarsi?
I soldi per il ponte? Li troveremo, dicono, ma dove? Quando? La lotta per appuntarsi le medaglie sul petto è già cominciata?
Alla fine di quest’altra ridicola vicenda una cosa è e rimane certa: i tempi della politica, della malapolitica, della burocrazia e dei burocrati sono sempre più lontani e distanti dai tempi dell’imprenditoria e se gli imprenditori scappano via, se questo territorio registra il 57% di disoccupazione e se ogni giorno la gente si affolla sotto i municipi a chiedere l’elemosina al politico di turno allora la domanda torna ricorrente: di che meravigliarsi?
All’incapacità, è a quella che bisogna trovare rimedio ma anche il “ricambio” è diventata merce rara. Infatti sono sempre di più coloro che decidono di partecipare comodamente al banchetto restando in silenzio.
Anche l’Andria-Trani ha la sua bella storiella da raccontare, peccato che come i muri di gomma anche l’asfalto non parla.

3^ Consulta Attività Produttive

Città di Andria

lunedì 13 aprile 2015

BARLETTA : Si può far incontrare il mondo giovanile con quello delle imprese ?

A questa domanda risponde il progetto #primachetenevai, a cura delle associazioni MadeInBlu e Pugliesi a Milano stazione di Testa, attraverso la creazione di un network, una rete in cui far convergere le "vetrine" di tutti coloro che vorranno aderire per far conoscere e divulgare le loro idee a costo "zero" con tutti i vantaggi della condivisione e valorizzazione della rete stessa. 

Come? Lo spiega Mariablu Scaringella, presidente di MadeInBlu, Sabato 28 Marzo a partire dalle 17,00, insieme a Giuseppe Calabrese, Direttore, co/fondatore e amministratore con il socio Giuseppe Pierro della casa editrice Ad Maiora, davanti a una tazza di caffè fumante, deliziosi biscottini e l'accompagnamento musicale della pianista Valeria D'Andrea, presso la libreria Cialuna, che a Barletta da circa un anno è sinonimo di cultura ed enogastronomia, rappresentando il polo ideale per eventi, convegni e laboratori nel cuore della città.

#PRIMACHETENEVAI passa a prendere un caffè da Cialuna in via Nazareth 34 a Barletta.

sabato 4 aprile 2015

BAT : Aumento del livello di tassazione per imprese e cittadini sono drammatici

I dati relativi all’aumento del livello di tassazione per imprese e cittadini sono drammatici e non lasciano molto spazio alla speranza che il nostro Paese possa vedere all’orizzonte un cambiamento di rotta e i continui incontri dove si sollecita la delocalizzazione verso altri Stati, dove i livelli di tassazione sono decisamente inferiori ai nostri e dove il sistema degli incentivi funziona realmente, è un dato di fatto e deve far riflettere. L’acquisizione continua del Brand Italia da parte di investitori stranieri deve far altrettanto riflettere e se a livello centrale questa è la condizione cui è stato portato quello che era il più bel Paese del Mondo, a livello locale la situazione non cambia e i nostri continui interventi su scala regionale sono la dimostrazione di un malcontento diffuso che sta esasperando i cittadini ed i consumatori.
Dai massimi sistemi alle cose di tutti i giorni e tra le cose di tutti i giorni registriamo la fortissima preoccupazione da parte dei cittadini andriesi rispetto alla decisione di aumentare il numero dei posti auto a pagamento in città con un aumento dei costi che devono sostenere gli utenti.
A fronte della lodevole entrata in funzione dei parchimetri quindi di un sistema automatizzato che dovrebbe portare ad una riduzione dei costi si registra, invece, una paradossale negativa ripercussione sugli utenti.
Apprendiamo di iniziative di alcune importanti Associazioni Civiche che operano da anni con sensibilità e professionalità in città e non possiamo non condividere tutte quelle iniziative a carattere democratico e libero che mettano al centro i legittimi interessi dei consumatori quindi il nostro appello affinché si eviti questo ulteriore inasprimento della pressione perché le conseguenze del tirare troppo la corda potrebbero essere immediate ma anche a lungo termine.
Nell’immediatezza è già evidente un aumento della desertificazione urbana e dalle immagini che proprio oggi sono state diffuse sui social appare evidente questo dato che in alcune aree del Paese sta portando ad una politica di incentivazione per il ripopolamento delle città che anche a causa di questi tipi di interventi diventano sempre più monotone e soprattutto più insicure ed a rischio.
Anche rispetto alla situazione occupazionale drammatica che si vive in quel territorio ci si aspettano politiche di sostegno e non di ulteriore inasprimento della critica situazione di crisi persistente da almeno un decennio ed oltre.
Crediamo che anche a lungo termine questo potrebbe significare un aumento dei già enormi flussi di abbandono delle città da parte dei giovani che non solo scappano via ma, ancor più grave, non ci fanno più ritorno.
Armonizzare gli interventi soprassedendo ad impeti e ad improvvisazioni significa mettere al centro il cittadino, il consumatore e l’utente e la politica deve guardare soprattutto a questo altrimenti avrà fallito nei suoi primari scopi che sono soprattutto sociali e non solo economico-finanziari di cassa.
La nostra solidarietà a quanti in questi giorni ad Andria stanno manifestando il loro legittimo dissenso rispetto a decisioni ed interventi vessatori, soprattutto alle Associazioni dei Consumatori che siamo certi, anche a livello locale, saranno attente sentinelle per riportare la situazione ad una condizione di normalità, sollecitando interventi sociali che siano a favore degli utenti e dei consumatori e non contro di essi.

Co.di.cons
Comitato Difesa Consumatori
Puglia


giovedì 11 dicembre 2014

ANDRIA : QUELL'ASSURDA TASSA ANCHE SULLE IMPRESE MORTE.

50 EURO PER UNA SEMPLICE CESSAZIONE DI ATTIVITA’.
LA NOSTRA RICHIESTA DI ABOLIZIONE DEL 13 GENNAIO SCORSO, SENZA RISPOSTA. PARE NE STIANO ANCORA DISCUTENDO.

Contro la Deliberazione della Giunta Comunale n. 270 dell’8 novembre 2013 avevamo scritto al Sindaco, alla Dirigente del Settore Risorse Finanziarie, al Funzionario Responsabile del Servizio Risorse Economiche ed al Segretario della 3^ Consulta comunale affinché fosse revisionata mediante la soppressione di alcune voci di entrate che colpivano e colpiscono pesantemente le piccole imprese in fortissima crisi e a rischio estinzione. Con quella deliberazione venivano determinate le tariffe per l’anno 2013 (ma ancora vigenti nel corrente anno), da applicarsi ai servizi pubblici a domanda individuale. Un’operazione puramente “finanziaria” sganciata da qualsiasi intervento in termini di servizio reso alle imprese visto che le pratiche vengono già istruite alla fonte, vengono consegnate a mano (ancora a mano!?) all’Ufficio Protocollo e quindi l’intervento degli uffici comunali semmai è stato ampiamente ridotto rispetto al passato, pur restando invariato l’elevatissimo numero di personale addetto al Settore, in quanto nei casi di inizio di attività non è più neanche previsto il rilascio dell’autorizzazione amministrativa.
Diritti di Segreteria quindi camuffati da balzello per far cassa ai danni delle piccolissime imprese che non possono neanche più permettersi di chiudere perché, ad Andria, costa tanto anche morire.
E’ il caso di Maria, giovane imprenditrice andriese che ha dovuto chiudere la propria attività di commercio di frutta e verdura dopo soli due mesi dall’avvio a causa di una concorrenza sleale e sfrenata praticata dal dilagante fenomeno dell’abusivismo commerciale, quello che ci fa ammalare anche di cancro perché vende la frutta e la verdura sull’asfalto sotto i tubi di scarico dei veicoli a motore inquinanti e delle vendite incontrollate ma anche a causa di una crisi profonda che sta ingenerando un clima di fortissima tensione anche tra le Categorie stesse con ricavi ridotti ai minimi storici a causa del calo delle vendite e della disseminazione eccessiva del commercio in assenza di qualsiasi minima forma di programmazione economica e strategica nella città di Andria.
Pagare 50 euro per Diritti di Segreteria che gravano “sulle imprese morte” è un oltraggio quindi una misura deplorevole che mina ancor di più il già fragilissimo equilibrio tra il mondo istituzionale e le imprese quindi i cittadini. Un rapporto sempre tanto strano al punto che nonostante tutto anche nei prossimi mesi saranno tantissimi i fantocci che assurgeranno a difensori delle Categorie avendole completamente abbandonate e trascurate in questi lunghi e vani anni.
Non sappiamo quanto ancora durerà la discussione sulla nostra richiesta di soppressione di quel balzello così come crediamo che non aver dato sinora una risposta ufficiale sia un gravissimo atto di omissione perseguibile per legge ma sappiamo per certo che in tutti questi lunghi mesi dalla nostra richiesta, di imprese ad Andria ne sono morte tante e le Maria deluse sono molte di più.
Recuperare quelle anime tradite sarà difficile quindi facciano con comodo, ci sono ancora lunghi mesi davanti per prendere l’attesa decisione. Le Imprese muoiono ma il Paradiso può attendere!
In soli 11 mesi “vendute” undicimila marche da parte dell’Ufficio Economato di Andria. Un bell’affare pagato dai contribuenti.
                                                                                                                        
                                                                                                                             Il Presidente
UNIMPRESA BAT

              Savino Montaruli

sabato 19 luglio 2014

BAT : TARI E TRIBUTI LOCALI, LE IMPRESE CHIEDONO CERTEZZE

Precarietà è il termine abusato per indicare condizioni di incertezza, di provvisorietà quindi di assoluta impossibilità di programmazione, di organizzazione e di visione. Se fino ad ora il concetto di precarietà è praticamente stato sempre associato ad una particolare condizione di incertezza dal punto di vista lavorativo ed occupazionale ormai il fenomeno si è così diffuso al punto da essere entrato oltre che nel gergo e nel linguaggio comune anche in tantissime altre situazioni e condizioni sociali, burocratiche ed amministrative ed ecco che precarietà significa anche insufficienza ed approssimazione nella gestione della cosa pubblica.
A proposito del versamento di tasse e tributi locali, ad esempio, qualcuno continua a pensare che ci sia un tesoretto che le imprese posseggono e che sia anche infinito quindi si crede che qualsiasi improvvisazione possa essere sopportata senza conseguenze ma questo è profondamente sbagliato ed ingiusto quindi la cosa che più di ogni altra chiedono le Imprese a questo sistema burocratico e politico-dirigenziale italiano e locale è CERTEZZA che esiste quando esistano affidabilità istituzionale e capacità di governance: proprio tutto quello che è sempre meno e che spinge le imprese, esattamente come stanno facendo da molto tempo i nostri giovani e molte famiglie italiane, ad andarsene a gambe levate da questa realtà quindi vanno bene le Canarie ma anche il Congo o altro Paese che si pensava fosse sottosviluppato rispetto al nostro ma che pare ci abbia addirittura superati.
A proposito di improvvisazione e di incertezza ci chiediamo: è così difficile pensare che un’azienda all’inizio dell’anno o meglio alla fine dell’anno precedente ha bisogno di sapere per tempo l’entità del carico fiscale e tributario che deve sostenere nell’anno successivo per decidere se andare avanti o chiudere anche in funzione di questo? E’ così difficile quindi pensare che le imprese hanno bisogno di certezze? E’ difficile capirlo da parte di politici, amministratori, sindacalisti e governatori?
A quanto pare dovrebbe veramente essere difficile se è vero come è vero che tale difficoltà si trasforma in reiterate provvisorietà quindi ulteriori incertezze e perdita di credibilità.
Nello specifico oggi ci occupiamo della nuova, ennesima invenzione linguistico/concettuale che si chiama TARI cioè Tributo Comunale sui Rifiuti e sui Servizi, in vigore dal 1° gennaio 2014. Tralasciamo la disquisizione sul concetto di servizi ai cittadini e alla comunità che per molti amministratori locali significa l’organizzazione di concertini e festicciole di quartiere utili a distrarre le menti altrimenti occupate e riflessive per annientarle completamente e definitivamente ed entriamo nel merito delle decisioni assunte a proposito della nuova invenzione tributaria ed impositiva. La Tari, esattamente come lo era stata la precedente Tares lo scorso anno è anch’essa intrisa di provvisorietà e di precarietà al punto che non si sa quanto ci costerà e questo, ve lo assicuriamo, non è un dato da poco ed è la massima dimostrazione di inefficienza e non ci riferiamo solo ad aspetti locali ma anche centrali.
Il comune di Andria, ad esempio, in attesa dell’approvazione delle nuove tariffe per l’anno corrente, ha stabilito, sempre operando in totale e completa autonomia, violando ripetutamente e anche questa volta il suo massimo strumento guida cioè lo Statuto Comunale quindi dimenticando che ci sono anche realtà associative riconosciute dallo stesso Statuto che devono fornire i pareri obbligatori anche su questi provvedimenti e che non sempre sono solo e soltanto associazioni costituite ad hoc in modo scientifico e strategico, sotto la guida di teste lucide, per gli accaparramenti e le spartizioni del momento, di procedere alla riscossione delle rate di acconto Tari pari al 75% della Tares dovuta per il 2013 cioè di quella Tassa che lo scorso anno venne riscossa, in verità in percentuali tutte verificabili rispetto ad un altissimo tasso di mancato versamento  che ancora oggi non è stato riscosso anche perché ancora non sono stati inviati i solleciti cosiddetti “avvisi bonari” senza alcuna maggiorazione se non il solo costo della raccomandata, sulla base del calcolo del 70% della vecchia Tarsu versata nel 2012.
Quindi precarietà su precarietà, fino alla fine.
In pratica ad Andria accade che in conseguenza della Deliberazione del Consiglio Comunale n. 29 del 30  giugno 2014, si procederà al pagamento delle rate di acconto Tari per l’anno 2014, calcolato sul 75% della Tares dovuta per l’anno 2013 con la prima rata (25%) in scadenza pagamento al 31/08/2014, la seconda rata (25%) in scadenza al 31/10/2014, la terza rata (25%) in scadenza al 30/12/2014 e la “quarta rata  sorpresa” (saldo/conguaglio) in scadenza al 28/02/2015.
Poiché quindi “la quarta ed ultima rata sorpresa”, quella famosa di cui nessuno conosce oggi né entità né peso, in attesa dell’approvazione del relativo regolamento e delle nuove tariffe per l’anno corrente, sarà versata entro il 28 febbraio 2015 le imprese che vogliano fare un bilancio di previsione di costi aziendali per l’anno 2014 magari per decidere se andare avanti con la propria attività in Italia o ad Andria o sottoscrivere immediatamente un bel contratto Gran Canaria con gli amici organizzatori dell’espatriata aziendale di massa,  non possono e non potranno farlo perché siamo tutti pazientemente “in attesa dell’approvazione del relativo regolamento e delle nuove tariffe per l’anno corrente”.
Oltre agli aspetti legati alla buona politica e all’efficienza amministrativa che tutte le nuove norme ormai sin dal prossimo anno stravolgeranno richiedendo quale requisito imprescindibile ad amministratori pubblici e burocrati comportamenti e competenze che non potranno più essere frutto di improvvisazione pena il dissesto sicuro e la responsabilità personale, come previsto dalle nuove norme sulla gestione dei bilanci pubblici, sull’anticorruzione, sulla nuova normativa per gli appalti e tutto il resto che richiederà competenza ed efficienza quindi dovrebbe finire la corsa alle poltrone per scaldasedie e alzamani, lo scorso anno proprio sulla base della scelta di optare per “l’anticipazione incerta" si ebbero situazioni paradossali quindi ad esempio dalle tariffe ministeriali risultò che gli ambulanti dovevano pagare per la Tares 2013 molto di meno rispetto alla Tarsug del precedente anno 2012 e l’aver calcolato gli acconti sulla base del tributo versato nel 2012 ha creato una condizione di assoluto caos e di illegittimità, anche Costituzionale, perché gli esercenti sono stati costretti a pagare somme che oggi noi sindacati stiamo chiedendo a rimborso in quanto enormemente maggiori rispetto alle tariffe Tarsug 2012 che per questa categoria si rivelarono essere esponenzialmente inferiori al contrario di altre categorie che videro aumenti fino al 600-900 per cento rispetto alla Tarsug. Gli Enti di riscossione incassarono con molto piacere ed oggi si è in attesa dei rimborsi che in verità avrebbero dovuto essere effettuati “d’ufficio” ed in “autotutela” ma anche in questo caso la Legge non esiste mentre per pagare quelle anticipazioni ingiuste e quindi non dovute, molti esercenti dovettero anche fare ricorso a prestiti esterni sperando che non abbiano anche intrapreso “le vie non convenzionali” in barba alla prevenzione dell’illegalità e lotta alla criminalità che invece vengono anche alimentate da questi provvedimenti così pacchiani che in fondo sono anche responsabili della disperazione e dell’esasperazione che spesso sono alla base dell’illegalità e forse anche l’istigazione a qualche suicidio di troppo ma questa è altra storia di cui potremmo anche parlarne in altro momento più approfonditamente vista la serietà dell’argomento.
Non sappiamo quanto ancora costerà in definitiva alle imprese, alle piccole e medie imprese commerciali ed artigianali, questa nuova batosta che sicuramente tende all’aumento ma quello che chiedono le aziende è di saperlo al più presto perché di fronte a morte certa, evitare una lunga agonia è sempre un gesto di grande umanità ma la politica ed i burocrati di umano spesso hanno poco o niente.


                                                                                                                      Il Presidente

                                                                                                               f.to Savino Montaruli

venerdì 18 luglio 2014

A BARLETTA L’APPROVAZIONE DEL PIANO DEL COMMERCIO QUALE ELEMENTO DI GARANZIA E DI CERTEZZA PER LE IMPRESE.

IL COMMERCIO SU AREE PUBBLICHE VERSO IL RICONOSCIMENTO DELLA DIGNITA’ NEGATA PER TROPPO TEMPO PER CAUSE MAI CHIARITE .

Dopo anni e dopo tanti vani tentativi non sempre illuminati da chiarezza e da reale volontà di perseguire scopi e finalità di pubblico interesse finalmente a Barletta si comincia a parlare seriamente e con supporti tecnici di notevole spessore di Pianificazione Commerciale cominciando dal Commercio sulle Aree Pubbliche il cui Piano e Regolamento sono attesi da dodici anni pur avendo visto franare bruscamente e rovinosamente precedenti tentativi che hanno visto una serie di soggetti alternarsi ma senza risultato, anzi con risultati ma solo di natura onerosa.
A Barletta quindi si sono aperte le consultazioni vere con le Associazioni di Categoria. L’incontro di giovedì 17 luglio è stato importantissimo in quanto ha consentito all’Amministrazione Comunale presente sul tavolo istituzionale con i massimi dirigenti politici ed amministrativi di recepire le prime ma fondamentali osservazioni da parte dei rappresentanti sindacali; osservazioni che di fatto già consentono una profonda revisione della bozza presentata per poi procedere con un incontro già programmato per il prossimo giovedì tra tutte le Associazioni di Categoria presenti e accreditate al Tavolo Istituzionale di Concertazione quindi le Associazioni ANVA, CONFESERCENTI, FIVA, CONFCOMMERCIO, UNIMPRESA BAT, FEDERCOMMERCIO, BATCOMMERCIO2010 affiliata C.N.A. Rete Imprese Italia Bari e Puglia, A.C.A.B. (Associazione Commercianti Ambulanti Bat) per poi formulare entro dieci giorni in un ulteriore incontro istituzionale comunale le altre linee programmatiche che emergeranno dal Forum delle Associazioni e consentire quindi il passaggio nelle Commissioni, in Giunta ed in Consiglio Comunale per la definitiva approvazione di questo importante strumento operativo.
Dopo i saluti da parte dell’Assessore allo Sviluppo Economico e della Dirigente del Settore, l’incontro di giovedì scorso è entrato immediatamente nel merito delle proposte e la relazione articolata e tecnicamente puntuale e perfettamente aderente al dettato normativo è stata di Savino Montaruli, presente all’incontro sia in veste di Presidente di Unimpresa Bat, unitamente al Presidente di Categoria Di Bari Raffaele, sia quale Coordinatore dell’A.C.A.B. (Associazione Commercianti Aree Pubbliche della Bat) il quale al termine della relazione ha ottenuto rassicurazioni circa il recepimento di tali elementi migliorativi e di valore anche rispetto al fatto che il Piano Commerciale di Barletta diventerà esempio per tutti gli altri comuni del territorio che ancora non si sono adeguati alle nuove norme in materia e che operano spesso travalicando di gran lunga i rigidi paletti imposti dalla legge trovandone altrettanto vantaggio per orientare spesso le proprie scelte in certe direzioni, quasi sempre senza contrasto alcuno e senza freni.
A seguire ognuno ha dato il suo prezioso contributo e lo hanno fatto il Presidente Fiva-Confcommercio Andrea Nazzarini, il Presidente di Batcommercio2010 C.N.A. Bari e Puglia Rete Imprese Italia Vincenzo Berardino, Ruggiero Di Cuonzo per Anva-Confesercenti Bat, Ciccio Di Venuto per Confcommercio e Bucci Michele per Federcommercio, in perfetta sintonia essendo tutti esperti in materia ed avendo cognizione del tema trattato, quindi interlocutori collaborativi e soprattutto propositivi e affidabili.
Se da una parte gli aspetti tecnici ed operativi hanno ormai trovato elementi di integrazione e sono praticamente stati definiti e acclarati, nel prossimo incontro sarà interessante valutare gli aspetti legati alla fase delicata di programmazione futura del commercio a Barletta e qui le cose non sono così semplici tenuto conto che bisognerà partire da condizioni anche di profondo disagio strutturale ed economico di alcune realtà come i mercatini rionali o giornalieri per arrivare ad una valutazione di impatto complessivo del provvedimento sull’intero comparto commerciale ed economico cittadino che negli ultimi dodici anni ha subito profonde trasformazioni e creato sacche di emergenza anche sociale che vanno valutate, comprese e che richiedono attenzione ma anche provvedimenti risolutivi per evitare ulteriori e ancor più dannose precarizzazioni ed emergenze già fortemente presenti anche a Barletta come in tutta la ex Bat ed elemento di negatività anche rispetto a quella auspicata ripresa che non vedremo mai.           

lunedì 30 giugno 2014

BAT : OBBLIGO DI ISCRIZIONE NEL REGISTRO IMPRESE ANCHE PER L’IMPRENDITORE AGRICOLO CON REDDITO INFERIORE A € 7.000,00

NEL CASO DI VENDITA SU AREE PUBBLICHE

Il Ministero dello Sviluppo Economico, con nota della Direzione Generale per il mercato e la concorrenza (Prot. 77217 dell’08.05.2014), ha diramato la risoluzioni definitive in merito alla corretta interpretazione dell’art. 4 D.lgs. 228/2001 e ss. (Modernizzazione del settore agricolo), con particolare riferimento all’iscrizione del piccolo imprenditore agricolo nell’apposita sezione speciale del Registro delle Imprese.
La direzione del MSE evidenzia anzitutto il dubbio applicativa rappresentato da un’amministrazione locale circa l’obbligatorietà di tale iscrizione, nel caso specifico di un soggetto  che dichiarava di non esservi tenuto avendo un fatturato annuo inferiore alla soglia di € 7.000,00 a norma dell’art.2 L. n°77/1997 e ss.
In merito alla questione prospettata,  lo stesso dicastero si è già pronunziato con precedente nota Prot. n°8698 del 20.02.2014, da cui si evince che il citato art. 4 del D.lgs n°228/2001 e ss. nel disciplinare l’esercizio della vendita di prodotti da parte degli imprenditori agricoli, prevede espressamente al comma 1 l’iscrizione obbligatoria per tali operatori nel Registro delle Imprese presso la C.C.I.A.A..
Il Ministero delle Politiche Agricole, con nota Prot. n°8425 del 27 settembre 2006, ha chiarito  che l’iscrizione è stata necessaria solo per chi intenda esercitare il commercio diretto dei prodotti agricoli al di fuori del fondo di produzione, escludendo dall’onere in esame solo chi svolga la vendita all’interno  del fondo aziendale o in zone limitrofe.
L’art. 2 della L. n° 77/1997 e ss., in riferimento all’art. 34 comma 6 del D.P.R. n°633/1972 e ss., esonera dall’iscrizione i produttori agricoli con un volume di affari nell’anno solare precedente pari o inferiore a € 7.000,00, ma è altrettanto vero che tale esenzione non può applicarsi alla vendita su aree pubbliche disciplinata come è noto dal predetto art. 4 comma 1 D.lgs. n°228/2001 e ss.
Quindi il Ministero delle Politiche Agricole con nota Prot. n°16304 del 06.03.2014 ha condiviso tale interpretazione precisando che la vendita può essere esercitata dall’imprenditore agricolo singolo od associato, con l’onere in entrambi i casi di dotarsi della partita I.V.A. e di iscriversi al Registro delle Imprese.
Inoltre, la vendita diretta dei prodotti agricoli in forma itinerante è subordinata a previa comunicazione dell’operatore al Comune competente, recante non solo le generalità del richiedente, dell’iscrizione nel Registro delle Imprese e dell’ubicazione aziendale, ma anche la specificazione delle modalità con ci si intende praticare la vendita di determinati prodotti.
Pertanto, in definitiva, l’agricoltore che operi con un volume di affari  annuo pari ad € 7.000,00, costituito per almeno due terzi dalla cessione di prodotti agricoli, dovrà iscriversi al Registro delle Imprese qualora intenda esercitare la vendita diretta dei propri prodotti su aree pubbliche.
Si precisa che le vigenti norme generali in materia di commercio, non si applicheranno agli imprenditori agricoli che intendano vendere i propri prodotti direttamente ai privati, salvo restando il rispetto delle disposizione in materia di igiene alimentare.
L’ufficio legale del C.A.T. Imprese Nord-Baresi è a disposizione per ogni chiarimento.

avv. Vincenzo Pappolla                                                        dott. Raffaele Landriscina
       Ufficio Legale                                                                  direttore Confesercenti

      C.A.T. Imprese Nord Baresi srl                                           Provinciale Barletta Andria Trani

giovedì 12 giugno 2014

BAT : Graduatoria BT/01/2013 Interventi di formazione e servizi alle imprese

«Dopo aver attivato 16 corsi di formazione professionale, intercettando oltre 2 milioni di euro di fondi europei che avranno una ricaduta diretta sul nostro territorio, andiamo a finanziare, sempre grazie alle risorse del Fondo Sociale Europeo, ben 24 interventi di formazione e servizi alle imprese. Perché Formazione Professionale e supporto al tessuto imprenditoriale locale sono due indiscutibili priorità della nostra Amministrazione».
E’ quanto afferma l’Assessore alle Politiche del Lavoro e Formazione Professionale della Provincia di Barletta - Andria - Trani, Giovanni Patruno.
Nei giorni scorsi, infatti, la Provincia ha pubblicato la graduatoria finale dell’avviso pubblico BT/01/2013, a valere sul Por Puglia 2007/2013 Fondo Sociale Europeo rientrante nell’Asse I Adattabilità. Graduatoria dalla quale si evincono i 236.162 euro per il finanziamento di 24 interventi di formazione e servizi alle imprese del territorio della Provincia di Barletta - Andria - Trani.

Per quanto riguarda l’Azione 1 “Tutoring formativo per l’aggiornamento, la specializzazione ed il perfezionamento”, finalizzata ad aggiornare, specializzare e perfezionare la professionalità del personale occupato nel sistema produttivo provinciale, sono due i progetti finanziati, per un importo complessivo di 13.500 euro. Si tratta di interventi formativi personalizzati da parte di tutores che alternino informazioni tecnico-professionali e formazione on the job.

L’Azione 2, “Intervento formativo per l’aggiornamento, la specializzazione ed il perfezionamento”, prevede invece corsi di aggiornamento, specializzazione e perfezionamento delle professionalità del personale occupato nel sistema produttivo provinciale. A beneficiarne saranno nove soggetti attuatori, per un finanziamento complessivo di 235.602 euro.

L’Azione 4, “Interventi formativi per l’aggiornamento tecnico o per l’acquisizione e perfezionamento di abilità di espressione nelle lingue straniere” sono tre i progetti finanziati, per un importo complessivo di 81.900 euro. Si tratta di corsi di aggiornamento, specializzazione e perfezionamento delle professionalità del personale occupato nel sistema produttivo provinciale.

L’Azione 5, “Temporary Management”, finalizzata a supportare ed accompagnare con il counselling di esperti il management di aziende private in processi di diagnosi aziendale, innovazione dei processi e dei prodotti, di posizionamento strategico, di ricambio generazionale, vede invece cinque soggetti beneficiari di un importo complessivo di 105.600 euro. Le aziende si avvarranno di consulenti esperti per il supporto e l’accompagnamento in processi di diagnosi, innovazione e nuove strategie di posizionamento, potranno partecipare alla procedura di evidenza pubblica, presentando un progetto che evidenzi lo status ed i fabbisogni aziendali.

Per quanto riguarda invece l’Azione 6, “Formazione ed accompagnamento da parte di strutture consulenziali”, i progetti finanziati sono cinque, per un importo complessivo di 99.560 euro. I beneficiari saranno supportati ed accompagnati, con l’aiuto di strutture consulenziali, in processi di diagnosi aziendale, innovazione dei processi e dei prodotti, di posizionamento strategico, di ricambio generazionale.


Per consultare le graduatorie, si rimanda alla sezione “Bandi” del portale istituzionale della Provincia, all’indirizzo www.provincia.bt.it