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mercoledì 19 novembre 2014

TRANI : COSTANTINO BARATTA EROE DI LAMPEDUSA

Questa mattina, alle 12.30, il sindaco di Trani, Luigi Riserbato riceverà a Palazzo di città Costantino Baratta, cittadino tranese residente a Lampedusa e protagonista di un eroico salvataggio in mare nel 2013, gesto che ha indotto il primo cittadino tranese a conferire allo stesso Baratta questa estate una civica benemerenza. Il premio è stato però consegnato al papà, per l’impossibilità di Baratta di raggiungere Trani nel giorno della cerimonia.  

Giunto in città in questi giorni, Baratta verrà oggi ricevuto in Comune per incontrare il sindaco e ringraziarlo per l’onorificenza ricevuta e per raccontare personalmente la sua storia.


DI SEGUITO ALCUNI CENNI SULLA STORIA DI COSTANTINO BARATTA - Nato a Trani il 17 marzo 1957 – risiede a Lampedusa dal 1987. Non dimenticherà mai quella mattina del 3 ottobre 2013, un giorno apparentemente normale. Con il suo amico Onder, erano le 7,15, stava uscendo dal porto per andare a pesca. Mentre erano intenti ad osservare il mare, limpido e calmo hanno notato delle barche, ferme e vicine l’una all’altra. Pensavano fosse un barcone che veniva scortato dalla motovedetta della Capitaneria di porto, ma avvicinandosi ancora, hanno visto gente in mare che urlava: da subito hanno capito che si trattava di un naufragio. Cominciano a far salire a bordo il primo ragazzo, con difficoltà, perché scivolava come una saponetta dal momento in cui era ricoperto interamente da gasolio e completamente nudo. Da subito l’hanno coperto con un asciugamano, che avevo a bordo. Da quel momento hanno recuperato e fatto salire a bordo il secondo, il terzo, il quarto e mentre salvava quest’ultimo il terzo lo prende alle spalle lo bacia sulla nuca. In tutto, ne hanno recuperato dodici di cui dieci adulti, un minore ed una ragazza.

domenica 29 dicembre 2013

TRANI : Costantino Baratta uomo dell’anno per l’Espresso. Salvò 12 naufraghi a Lampedusa

baratta uomo 2013Sull’ultima copertina del 2013 del settimale “L’Espresso”, in edicola dal 27 dicembre, c’è la sua foto con la didascalia “uomo dell’anno”. Il direttore Bruno Manfellotto ha voluto dedicare “a lui, e a tutti quelli che, come lui, non si tirano indietro”, l’ultimo numero annuale del giornale, quello in cui si riassumono gli eventi più significativi del 2013. E Costantino Baratta, pescatore 56enne nato a Trani ma residente a Lampedusa dalla fine degli anni ’70, il 3 ottobre scorso è entrato a pieno titolo nella cronaca e nella storia dell’anno che sta per concludersi, spettatore e protagonista dell’immane tragedia del naufragio in cui hanno perso la vita 366 migranti.

Ne ha salvati 12, 11 uomini e una ragazza, facendoli salire sulla sua piccola imbarcazione da pescatore.
“Aiu 56 anni e nun sugniu un eroi”, ripete Costantino Baratta a tv e giornali che vanno ad intervistarlo. Ma di sicuro, come scrive L’Espresso,  è «un uomo comune che ha fatto qualcosa di grande», qualcuno che è «normale ed eroico insieme».
Racconta così quella mattina del naufragio, l’ultimo al quale ha assistito da vent’anni a questa parte: “Alle 7:20 abbiamo tirato le cime a Nika. Si chiama così perché la barca di 5 metri è: è piccola, è nika. Dovevamo cominciare la battuta di pesca. In mare, invece che la linea dell’orizzonte, abbiamo visto gente che si sbracciava. Gente che cercava aiuto, disperazione che urlava. Al primo che ho tirato su ho dato l’unica asciugamano che avevo perché tremava come una banderuola. Ci hanno detto dalle altre barche: non pensate ai morti, salvate i vivi. I vivi, questione di minuti, e se li mangiava il mare. Erano tutti maschi e tutti nudi. Ci scivolavano dalle braccia per la nafta. Tutti coperti di benzina erano. Quando nika era piena abbiamo cominciato a navigare verso riva. Tra i corpi che andavano a fondo ne ho visto uno che si muoveva. L’ho tirato su: era una ragazza ed era viva. Quando l’abbiamo stesa sul legno tossiva nafta; è stata la prima che abbiamo consegnato al pronto soccorso. Logorato sono, come quest’isola. Mi ricordo il primo sbarco 20 anni fa, quando trovavamo monete, documenti stracciati e vestiti mentre facevamo il bagno. Questa gente che si affida al mare, anche quando è in tempesta, sa che è meglio morire che tornare indietro”.