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martedì 15 luglio 2014

BAT : I SALDI? PER IL PICCOLO COMMERCIO ORMAI NESSUN BENEFICIO.

ASSALTO AI CENTRI COMMERCIALI MA LA SPESA CROLLA BRUSCAMENTE.
IN QUESTO CAOS GENERALE, LE IMPRESE ITALIANE SEMPRE DI PIU’ “SPINTE” VERSO LA DELOCALIZZAZIONE IN TERRE STRANIERE.
BRUTTI SEGNALI VERSO L’INCERTEZZA ASSOLUTA.

I saldi in Puglia sono cominciati da molti giorni ma nessun segnale positivo si intravede sul fronte della spesa sempre più in calo anche nella nostra Regione e soprattutto nella Provincia di Barletta Andria Trani che proprio in questi giorni sta tracciando un bilancio drammatico sui numeri relativi alla disoccupazione, alla cessazione delle imprese e alle condizioni ambientali e di sicurezza peggiorate esponenzialmente negli ultimi cinque anni.
I saldi quindi sembrano non dare più alcun beneficio al piccolo commercio che vive anche un momento di fortissima sfiducia e disorientamento. Mentre i negozi anche nella prima domenica di saldi sono rimasti chiusi, le avverse condizioni meteo hanno favorito il “naturale trasferimento” delle masse dalle vie del mare a quelle degli ipermercati e dei centri commerciali. E’ accaduto anche ad Andria, a Barletta, a Molfetta e in altri centri di distribuzione disseminati sul territorio, fino a Bari. Tantissima gente che in tali luoghi ha consumato ed ha speso sottraendo ulteriori risorse a quello che una volta era chiamato negozio di servizio con profondo ruolo sociale e storico ma anche qui i consumi crollano bruscamente e progressivamente fino allo stallo.
Una situazione sovrapponibile nell’intera Regione Puglia dove il calo dei consumi colpisce in modo significativo anche la spesa alimentare. All’aumento del numero di piccoli negozi che chiudono corrisponde quello relativo all’abusivismo commerciale con altre gravi conseguenze per la salute dei consumatori che perdono in termini di garanzie igieniche e di qualità.
Paradossalmente i periodi dei saldi, invernali ed estivi, coincidono con quelli di maggior numero delle scadenze fiscali, oneri contributivi, sociali e tributari quindi quello dei saldi ha sempre rappresentato per i commercianti solo un periodo di recupero di parte delle risorse necessarie proprio all’assolvimento di tali obblighi per oneri aziendali quindi è facilmente comprensibile quanto aumenterà, in proporzione, il numero delle imprese che non potrà farvi fronte con ulteriore aumento dell’indebitamento fino all’impossibilità di arrivare persino alla chiusura dell’azienda.
E proprio a proposito di chiusura delle aziende, questa volta di aziende di maggiori dimensioni e della produzione, “un’ancora di salvezza” se così vogliamo interpretarla ma in realtà potrebbe trattarsi, a nostro avviso,  di un’incomprensibile strategia per impoverire ancor di più il nostro tessuto economico e sociale oltre che occupazionale, viene lanciata nei vari incontri che si susseguono, finalizzati a far conoscere alle nostre imprese quanto sia conveniente lasciare, abbandonare e allontanarsi dalla nostra Patria per delocalizzare in Paesi europei ma anche extraeuropei dove le condizioni ambientali, il sistema fiscale ed economico ma anche le condizioni di sicurezza e soprattutto “il mercato” risultano essere più favorevoli rendendo quei territori molto più attrattivi del nostro che sconta problemi che sembrano peggiorare di giorno in giorno con la conseguenza che ormai la produzione è ridotta ai minimi storici così come lo sono anche i consumi e la spesa pro-capite con un tasso di cessazioni di micro, piccole e grandi imprese che ha raggiunto anch’esso il massimo storico con prospettive negative anche per questo e per i prossimi anni.
Nel nostro territorio è stata la Provincia di Barletta Andria Trani a fare da apripista promuovendo incontri con rappresentanti privati, istituzionali e governativi di vari Paesi e di varie nazionalità, da quelli della Comunità cinese ai colombiani; dagli esponenti degli Emirati Arabi Uniti fino a quelli del Qatar e anche provenienti dal Kazakistan e dall’Azerbaijan, dal Montenegro, dalla Bulgaria, dalla Macedonia, da Taiwan, dalla Turchia e da molti altri Paesi, anche emergenti. Dopo la Provincia ha seguito le stesse orme la Camera di Commercio e ancora i vari Gal del territorio impegnati a promuovere “le opportunità” offerte dal Sudafrica e alcune Associazioni che seguendo la stessa scia promuovono incontri per far conoscere ai professionisti e agli imprenditori informazioni di carattere generale ed ambientale dei Paesi proposti, approfondendone aspetti strategici, geo strategici, logistici, infrastrutturali, politici quali punti di forza che si pongono quale significativo valore aggiunto per investire in tali aree, usufruendo di particolari e vantaggiosi regimi fiscali agevolati e comunque di una tassazione enormemente inferiore rispetto a quella italiana e con un sistema burocratico snello, efficiente, slegato dai condizionamenti politici, esente da contaminazioni corruttive e soprattutto molto più libero e autonomo del nostro.
Una politica quindi mirata e finalizzata ad incentivare il trasferimento delle produzioni e commercializzazioni al di fuori del nostro Paese nonostante il vano tentativo di far passare questi incontri con finalità relazionali per l’acquisizione di nuovi buyers che in realtà quasi mai si sono poi rivelati essere tali.
Un segnale estremo quindi in segno di palese ed acclarata resa di fronte all’incapacità di affrontare e cambiare la condizione economica e sociale del nostro Paese e delle nostre imprese ormai definitivamente “accompagnate” verso la morte.
Intanto gli ultimi dati parlano di un aumento spropositato della spesa nel gioco on line e in lotterie istantanee così come in città come quella di Andria gli ultimi dati parlano di un aumento spaventoso di consumo di alcol specie da parte dei minori.
A volte ci viene il dubbio, il serio dubbio che in molti stiano barando.

                                                                                                                                 
                                                                                                                                      Il Presidente
                                                                                                                                  Savino Montaruli

                                                                                                           

giovedì 9 gennaio 2014

ANCHE AD ANDRIA IL PICCOLO COMMERCIO E’ SOTTO ATTACCO.

DOPO L’APPROVAZIONE DEL “TARIFFARIO PRATICHE AMMINISTRATIVE”, I COMMERCIANTI INSORGONO.

Sarebbe troppo facile per noi fare riferimento a nostri precedenti interventi stampa e alle nostre reiterate richieste ai comuni di non aumentare la tassazione locale, già pesantissima a carico delle piccole imprese che da anni stanno continuando la loro fase di declino e di chiusura definitiva che in questo anno potrebbe raggiungere l’apice, anche se i “sondaggisti” continuano a tenere ben celata la notizia dell’anno che emergerà con numeri impressionanti, così come sarebbe facilissimo fare persino ironia sulla strana coincidenza che porterebbe le Amministrazioni locali ad essere protagoniste, in negativo, della distruzione dell’economia dei propri territori avendo ottenuto “deleghe” in bianco dal governo centrale affinché possano determinare, in autonomia, aumenti tariffari e impositivi.
Tutto drammaticamente facile e realistico e i risultati non si fanno attendere con un’altra stravagante e bizzarra caratteristica cioè quella che a parità di servizi offerti ciascun comune, anche quelli che distano tra di loro pochissimi chilometri, decidono di applicare in maniera differente l’ammontare delle somme da riscuotere, per esempio, a titolo di diritti o addirittura decidono di non farli pagare proprio.
Tutto questo premesso andiamo sul pratico ed ecco che immediatamente ci troviamo di fronte ad un provvedimento tanto inaspettato quanto vessatorio nei confronti del piccolo commercio morente cioè l’applicazione, da qualche mese ad Andria, del “tariffario pratiche amministrative” per quanti presentino istanze e comunicazioni al Settore Sviluppo Economico della città federiciana.
Si va dal pagamento di diritti di 50 euro per pratiche relative ad apertura o chiusura di attività come acconciatori, estetisti, panifici, agenzie d’affari, autorimesse, noleggio, attività di somministrazione di alimenti e bevande, agriturismo, commercio al dettaglio in sede fissa, commercio elettronico, commercio su aree pubbliche con posteggio o itinerante e spettacoli viaggianti, ai 100 euro per attività musicali, spettacoli, concerti, manifestazioni fieristiche, attività alberghiera e sale gioco, ai 180 euro per l’intervento della commissione comunale di vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, ai 200 euro per attività di commercio al dettaglio in medie e grandi strutture di vendita, ai 250 euro per la convocazione conferenza di servizi su richiesta di parte. E ancora 15 euro per la richiesta di occupazione di suolo pubblico a scopi espositivi o per le associazioni e 55 euro per la richiesta di concessione di suolo pubblico con dehors. Il tutto aggravato dalle tasse per le occupazioni, dalle marche da bollo i cui valori ormai hanno raggiunto cifre astronomiche e tutti gli altri balzelli che sono aggiuntivi e non sostitutivi dei questi diritti di segreteria e di istruttoria.
Ancora 50 euro per le ordinanze ingiunzioni e un’altra miriade di diritti non solo applicabili al Settore Sviluppo Economico e comunque tutti elencati nella Deliberazione della Giunta Comunale nr. 270/2013.
Ci asteniamo, in questa occasione, dal fare un seppur minimo paragone con quanta differenza ci sia tra esercitare un’attività di impresa nelle nostre città piuttosto che nella nostra bella Italia rispetto alle esemplificazioni e alle condizioni assolutamente imparagonabili che si registrano in altre Nazioni anche a noi vicine, come ad esempio la Spagna.
Queste ulteriori forme di disincentivo ad avviare o mantenere attività d’impresa in Italia sono il chiaro ed evidente segnale che la politica è quella di portare ad una definitiva e penalizzante delocalizzazione e alla conduzione a morte certa di quello che era il più grande patrimonio italiano che tutti ci hanno sempre invidiato: la piccola e media impresa, ormai senza futuro.

Area Comunicazione

          UNIMPRESA BAT