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lunedì 5 dicembre 2016

ANDRIA : ZONE FRANCHE URBANE, ARRIVANO BRICIOLE.

MONTARULI (UNIBAT): “SOLI 1,3 MILIONI DI EURO PER L’INTERA PUGLIA, UN’ALTRA BEFFA PER IL TERRITORIO”

Unimpresa Bat ne aveva parlato a novembre 2015 e la pubblicazione dei bandi era attesa per gennaio 2016 ma tutto è slittato, come sempre più spesso accade in Italia. Si torna di nuovo a parlare dei provvedimenti sulle Zone Franche Urbane ma la sorpresa è amara, amarissima perché trattasi, per l’intera Regione Puglia, di soli 1,3 milioni di euro in totale.
Nei primi mesi del 2017 la pubblicazione dei bandi con la disponibilità delle risorse stanziate nella Legge di Bilancio 2016 per finanziare le agevolazioni fiscali delle dieci Zone Franche Urbane, tra le
quali Matera, individuate dalla delibera CIPE n. 14 dell’8 maggio 2009 ricadenti nelle regioni non comprese nell’obiettivo “Convergenza” mentre in Puglia saranno 11 delle 45 ZFU che peraltro hanno già usufruito delle risorse finanziate con l’articolo 37 del Decreto legge n. 179 del 18 ottobre 2012 (Legge n. 221 del 2012) e che nel 2017 potranno fare affidamento per il prosieguo dei finanziamenti esclusivamente sulle risorse rivenienti da rinunce e revoche di agevolazioni concesse ma non utilizzate dunque in tutto 1,3 milioni di euro.
Sull’argomento è intervenuto il Responsabile dell’Area Amministrativa UNIMPRESA Bat, Savino Montaruli, il quale, amareggiato ma per nulla sorpreso, ha rilasciato queste dichiarazioni: “l’attesa è finita e quello che si prospettava, purtroppo, è accaduto. Le nuove misure di intervento per le Zone Franche Urbane sono una vera e propria beffa per le imprese. Si tratta unicamente di rimettere a disposizione dei beneficiari i residui derivanti da rinunce e revoche di agevolazioni già concesse ma non utilizzate. In Puglia sono state le città di Andria, Barletta, Foggia e Molfetta quelle meno virtuose che hanno fatto registrare questo forte disavanzo quindi riaperto la possibilità di nuovi bandi per le assegnazioni di questi pochi spiccioli. Nulla di interessante, quindi, se non un’elemosina per nulla appetibile che per la Puglia, ed in particolare per la Bat, si risolve i una bolla di sapone. Ricordiamo che ad oggi le imprese già beneficiarie dei fondi per le ZFU, nei due unici comuni della Bat inseriti tra i 45 beneficiari in Italia, 201 imprese ad Andria e 856 a Barletta, hanno fruito solamente del 34,86% dei fondi, ad Andria, mentre a Barletta le imprese ne hanno fruito per il 65,59%, a dimostrazione della scarsissima flessibilità rappresentata dal modo in cui è stata concepita e posta in essere l’intera fase di erogazione e modalità di utilizzo dei fondi che, ricordiamolo, vengono imputati a fronte di programmi di defiscalizzazione previsti dalla Legge 296 del 2007 per favorire lo sviluppo economico e sociale di quartieri e aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale e con potenzialità di sviluppo inespresse. La percentuale molto bassa di fruizione – ha detto Montaruli - è un elemento non di poco conto che conferma ampiamente tutte le nostre perplessità espresse nel merito già da molti anni, che sono tutte riportare sui media prima e dopo l’emanazione del primo provvedimento ed ora di quest’ultimo. Infatti l’importo medio fruito è solo del 44,67%. Con il nuovo provvedimento e con i bandi del 2017 si intende attuare un principio differente quindi si terrà conto proprio della capacità del beneficiario di utilizzare il bonus fiscale concesso introducendo uno sbarramento all’accesso alle agevolazioni per le imprese, il cosiddetto de minimis. Una sorta di “punizione” che però non tiene conto delle motivazioni “politiche “ alla base di questo deficit di utilizzo in primis l’elevatissimo calo occupazionale in un territorio dove le Politiche del Lavoro risultano essere inesistenti e il tasso di disoccupazione è dei più elevati in tutta Italia. Questi elementi di negatività sopraggiunti ma anche preesistenti non hanno consentito alle Imprese di usufruire di quella defiscalizzazione, anche a causa della diminuita capacità delle imprese di produrre reddito al limite della loro chiusura. Nel Decreto inoltre è stato esteso il limite previsto per l’istituzione di “riserve finanziarie di scopo” da parte delle Regioni fissato in precedenza al 30%. Di queste risorse aggiuntive di scopo non v’è mai stata traccia e nella scorsa tornata erano state promesse quindi vedremo se quella promessa questa volta sarà mantenuta.” – ha concluso Montaruli.
Il Decreto, infine, prevede l’ampliamento della platea dei beneficiari del regime anche ai liberi professionisti con la loro sede legale operativa presenti nelle ZFU.
Si aspetta il nuovo anno ed i nuovi bandi.


Area Comunicazione UNIMPRESA Bat

martedì 3 novembre 2015

BAT : ZONE FRANCHE URBANE, PARTE LA SECONDA FASE DI ATTUAZIONE.

DISPONIBILI 50 MILIONI DI EURO. LA REGIONE PUGLIA COSA FARA’? MANTERRA’ L’IMPEGNO DI RIMPINGUARE IL FONDO?
LE AMMINISTRAZIONI COMUNALI EVITINO DI RIPETERE I TANTI ERRORI DELLA SCORSA TORNATA QUANDO E’ FALLITO COMPLETAMENTE ANCHE L’OBIETTIVO OCCUPAZIONALE.

La storia si ripete ma evidentemente la notizia non fa notizia in un contesto dove sta diventando difficile ed arduo anche il confronto istituzionale che sembra ormai essere relegato al virtuale o forse neanche a quello. Mentre la vita politica delle città quindi scorre in sordina si rischia di ripetere gli errori del recente passato e la Zona Franca Urbana, che è altra cosa rispetto alla Zona Franca Creativity andata in “scena” a Barletta qualche tempo fa, torna a coinvolgere anche le città interessate della Regione Puglia quindi Andria, Barletta, Foggia, Lecce, Lucera, Manduria, Molfetta, Manfredonia, Santeramo in Colle, San Severo e Taranto.
Una riproposizione abbastanza “ristretta” se pensiamo all’entità delle risorse destinate all’attuazione di questa seconda fase ma in Puglia siamo speranzosi che le promesse elargite a larga manica durante la prima fase, anch’essa in verità abbastanza scarna ed umiliante, si possano realizzare quindi la Regione Puglia possa rimpinguare il fondo con risorse proprie ma fino ad ora ciò non è accaduto e noi, francamente, ci crediamo poco che possa avvenire, almeno in maniera significativa come auspicato.
Anche per questa seconda fase l’iniziativa è volta a sostenere, attraverso la concessione di agevolazioni contributive e fiscali, il “tessuto” della micro imprenditoria manifatturiera e artigianale localizzata in aree urbane caratterizzate da disagio socio-economico e occupazionale, con potenzialità economiche inespresse.
Con l’articolo 22 bis del Decreto legge n. 66 del 2014 (convertito con la Legge n. 89 del 2014) il Parlamento autorizzò sin da allora una spesa di 75 milioni di euro per il 2015 e 100 per il 2016. Fondi nel frattempo ridotti a 90 milioni: 50 nel 2015 e 40 nel 2016.
Risorse, queste, destinate a finanziare questa seconda fase dell’operazione Z.F.U. con prospettive non proprio consolanti visto che intanto il numero delle Z.F.U.  aumentato quindi esse sono diventate ben 56 visto che alle 45 ZFU delle Regioni Obiettivo Convergenza (tra cui le 11 della Puglia) occorre aggiungere le 10 della delibera CIPE n. 14 del 2009 (tra le quali Matera) rimaste finora senza fondi più la ZFU formata dai 16 comuni dell’Emilia Romagna colpiti dal sisma del 20 e 29 maggio 2012 e dall’alluvione del 17 gennaio 2014 istituita con l’articolo 12 della Legge 8 agosto 2015 n. 125 sugli Enti territoriali.
Una sorta di intervento di mutuo soccorso che naturalmente porterà a modificare sostanzialmente i criteri di riparto dei fondi data la loro esiguità.
Non sappiamo cosa ne pensino gli amministratori dei comuni interessati in Puglia e nella fattispecie quelli dei comuni della Bat interessati quindi Andria e Barletta, sta di fatto che laddove di politica si parla ancora e laddove il confronto tra il mondo della politica e quello Associazionistico, Professionale e Datoriale è un affermato e salvaguardato principio di Democrazia partecipata, non prostrato alle appartenenze, se ne sta discutendo da tempo con amministratori attenti e consapevoli che i mandati elettorali non sono né infiniti né deleghe in bianco utilizzabili a proprio piacimento i quali sono preoccupati e lo fanno pure sapere ai loro cittadini e alle imprese dei territori governati.
Proprio le posizioni degli amministratori dei comuni potrebbero addirittura portare alla decisione di cancellare la misura e questa non è roba da poco perché poi diventa difficile giustificare chi si lamenta che alcuni decidono per tutti.
Pare dunque che massimo dicembre prossimo, inizi di gennaio 2016 si dovrebbe partire ma nel frattempo, almeno nei nostri comuni e   quelli della Regione Puglia, che auspichiamo siano a conoscenza di quanto sta accadendo, nulla si muove ancora mentre si è in attesa che venga adeguato il Decreto interministeriale MISE/MEF a suo tempo adottato per attivare gli interventi nelle ZFU e che si compia l’altra successiva azione che sarà quella di emanazione del Decreto direttoriale sui tempi e le modalità di presentazione delle domande da parte delle imprese. 50 milioni di euro quindi per 55 ZFU con la stima di uno stanziamento di circa 900mila euro per ogni ZFU. Cosa ve ne pare?
A noi sembra ridicolo oltre che umiliante se pensiamo che già con le risorse stanziate ed utilizzate nella prima fase, esponenzialmente superiori a questi importi ridicoli, il fallimento dell’intervento, almeno in questo territorio, è stato totale sia dal punto di vista degli investimenti che non ci sono stati ma anche e soprattutto per le finalità primarie della Z.F.U. cioè aumentare i livelli occupazionali. Nulla di tutto questo ma solo interventi a pioggia che in qualche caso sono serviti a regolarizzare qualche lavoratore irregolare già impiegato nelle aziende beneficiarie con la condizione di disagio socio-economico delle Zone individuate ed ammesse a finanziamento che è aumentato in modo pauroso e progressivo con l’aumento corrispondente dei tassi di disoccupazione certificata.
Sempre a proposito della prima tornata, le amministrazioni comunali quasi hanno snobbato le prospettive di pianificazione per l’utilizzo intelligente e produttivo delle risorse, come nel caso di Andria dove quei fondi avrebbero potuto sviluppare un’ampia parte del centro storico interessato ma nessuna azione è stata avviata né mai sono state recepite le nostre idee progettuali che individuavano dei veri percorsi commerciali, artigianali e culturali da sottoporre a finanziamenti mediante l’adesione delle imprese con una riqualificazione totale del centro antico e con la lungimiranza di voler prevedere ed evitare con molto anticipo quanto sarebbe accaduto in quel luogo senza gli interventi prospettati, cosa che purtroppo è realmente accaduta e che oggi è sotto gli occhi di tutti.
Non sappiamo come e quando Barletta intenda mettere in moto il meccanismo di compartecipazione per affrontare per tempo la questione né sappiamo come intenda coniugare questa opportunità con la creazione del Distretto Urbano Metropolitano per il quale nulla ancora si sta muovendo né se ne sente notizia mentre in altri comuni come Corato, Ruvo, Bisceglie hanno già deliberato con atti di Giunta già approvati così come non sappiamo come intenda muoversi il comune di Andria visto che è ancora governato con una Giunta Tecnica o pseudo tale mentre le decisioni da assumere immediatamente sia per la Z.F.U. che per il D.M.C. ma anche per le innumerevoli questioni in sospeso richiedono responsabilità e soprattutto una visione che deve necessariamente porre alla base una fortissima motivazione politica anche perché gli interventi di supporto economico dovranno essere non indifferenti se non si vogliano ripetere i grossi errori della scorsa volta o peggio l’inerzia che ha caratterizzato quell’azione mai esercitata.
Se la speranza sia l’unico elemento di ancoraggio allora forse sperare non è del tutto vano anche se sino ad oggi anche la speranza ha solo generato disperazione e le condizioni di arretratezza del nostro territorio fortemente in crisi, economica, produttiva, turistica, sociale ed occupazionale la dice chiara e lunga.
Noi ci siamo, continuiamo ad esserci ma, in verità, anche noi ci siamo un po’ stufati di esserci sempre e di non trovare nessuno di fronte che abbia almeno capacità di saper ascoltare.

*Presidente UNIMPRESA 
Barletta Andria Trani

giovedì 8 maggio 2014

BARLETTA : ZONE FRANCHE URBANE, UN INCONTRO DI APPROFONDIMENTO TECNICO

Non è stato solo di natura tecnica l’incontro di ieri con gli imprenditori locali nella Sala Rossa del Castello in merito alle condizioni, ai limiti e alle modalità di fruizione delle agevolazioni fiscali e contributive previste per l’accesso ai finanziamenti destinati alle imprese di micro/piccola dimensione e agli studi professionali localizzati nelle Zone Franche Urbane dell’obiettivo Convergenza.
Il workshop, promosso in collaborazione con la Direzione dello Sviluppo Economico della Regione Puglia e dalla Provincia Bat, ha consentito di approfondire le opportunità nell’area di Barletta della disponibilità di 7.425.000 euro circa, da erogare attraverso esoneri contributivi e fiscali alle imprese che avranno presentato le domande entro la scadenza del 12 giugno. Sono intervenuti all’incontro l’assessore regionale allo Sviluppo Economico, Loredana Capone, il sindaco Pasquale Cascella, l’assessore comunale alle Attività Produttive ed Economiche Antonio Divincenzo, il presidente della Commissione Attività produttive e Sviluppo Economico e Lavoro, Pietro Sciusco, dirigenti e tecnici.
"Barletta deve cogliere quest’ opportunità – ha dichiarato il Sindaco Cascella – pur consapevole che il provvedimento è segnato dal tempo: la stessa delibera di giunta comunale a cui fa riferimento risale al 2008 e delimita una zona d’intervento allora interessata più pesantemente dal contesto di crisi. Le risorse messe a disposizione dallo Stato per le Zone Franche Urbane rappresentano comunque un’occasione di ripresa e sviluppo per poter immaginare uno scenario di futuro per il tessuto produttivo del territorio. Non mancherà, a tal fine, l’impegno dell’Amministrazione comunale, anche sul piano sociale ed economico, a sostegno di questi interventi".
Per l’assessore regionale Loredana Capone le Zone Franche Urbane costituiscono anche "un esperimento per verificare quanta occupazione e sviluppo si riusciranno a creare in vista delle politiche di programmazione e di rigenerazione urbana essenziali per favorire, insieme alla creazione di servizi, lo sviluppo industriale e socio economico del territorio".