DOV’E’ LA NOVITA’?
LO SAPEVAMO NOI, FIGURIAMOCI I POLITICI E AMMINISTRATORI OGGI TUTTI CADONO DALLE NUVOLE QUESTA E’ UNA BREVE STORIA...
Ad Andria sembra che non esista più memoria storica. Non ce l’hanno molti giornalisti, non per colpa loro ma perché sono giovani e soprattutto non ce l’hanno, o fingono di non averla, i nostri politici e amministratori di lungo corso.
Sto parlando della questione relativa ai debiti fuori bilancio del comune che ammonterebbero a più di tre milioni di euro; sei miliardi di vecchie lire ma anche secondo me potrebbero essere almeno il doppio.
Entriamo nel merito: già nell’anno 2002, durante la raccolta delle firme sulla proposta di abolizione dell’ICI sulla prima casa, promossa dal sottoscritto e sostenuta da molte altre Associazioni andriesi, con la raccolta di oltre quattromila firme in pochi giorni, intervenni pubblicamente su una situazione fin troppo sottaciuta: il comune di Andria aveva, già allora, oltre cento milioni di euro, proprio cento milioni di euro, di debiti fuori bilancio.In quella circostanza, in breve tempo, l’allora Amministrazione comunale provvide a far “sparire” questo grosso debito, azzerandolo in un solo colpo.
Ma da dove sono stati presi i soldi per risanare quel grosso deficit di bilancio?
In una città che continuava a non investire nulla in servizi, in urbanizzazioni delle periferie, in crescita e sviluppo e nel sociale, tutti si chiedevano perché non ci fossero investimenti in tal senso e sorse il legittimo dubbio che tutte le entrate comunali provenienti dal’Ici (30 milioni di euro l’’anno), dalle urbanizzazioni pagate dai privati, dai costi di costruzione (in quegli anni si costruiva veramente tanto in città), dai tributi e tasse locali e altre entrate correnti venissero utilizzate per coprire quel grosso debito, a discapito dell’intero territorio che si era sviluppato in estensione ma era (ed è) rimasto emarginato e privo di servizi primari e necessari. Eppure ci venne data rassicurazione e garanzia che tutti i proventi dei costi di costruzione e oneri di urbanizzazioni primarie e secondarie di tutti gli immobili costruiti spontaneamente e condonati, sarebbero confluiti in un’unica posta di bilancio da utilizzarsi esclusivamente per tali opere primarie e servizi nei vari quartieri spontanei. Questo fondo “dedicato” che fine ha fatto? A guardare quelle periferie spontanee ancora oggi, a distanza di decenni sembra che neanche un solo euro sia stato lì investito.
Questa cattiva esperienza vissuta sulle spalle di tutti i cittadini andriesi non deve ripetersi, oggi.
L’attuale debito fuori bilancio del comune di Andria quali sacrifici dovrà costare ai cittadini?
Ancora aumenti? Ancora incertezze? Ancora attese infinite?
Una cosa è certa. La nuova Amministrazione Comunale ha investito tutta la sua credibilità nella previsione di opere concrete e reali da realizzarsi.
Nessuno osi pensare che tali realizzazioni possano essere disattese o sacrificate per far fronte a responsabilità che devono venire a galla, per forza.
I debiti non nascono da soli e non si pagano da soli.
Gli sprechi sono sotto gli occhi di tutti e basta essere attenti osservatori per accorgersi che proprio negli uffici pubblici, per la sola energia elettrica o per il riscaldamento non esistono limiti e orari, senza parlare dell’uso sconsiderato e smodato dei telefoni cellulari e servizi di telefonia in genere.
Basta con i salassi. I problemi, soprattutto sociali, della nostra città sono enormi e le risposte attese non possono ritardare. I nuovi poveri siamo tutti quanti noi e chi non vive il disagio sulla propria pelle non può comprendere.
La politica ed i suoi rappresentanti facciano la loro parte, assumendo responsabilità e coraggio.
Se mancherà tutto ciò il presente e peggio ancora il futuro sarà nerissimo e questi sono debiti che non si potranno più pagare.
Fine di questa breve storia.
Alla prossima.
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