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giovedì 10 marzo 2011

ANDRIA : Caso disperato di povertà ad Andria.

LETTERA APERTA A STAMPA E TV


Mi chiamo Cellamare Pasquale, cittadino andriese di 64 anni e mi sono rivolto all’Associazione andriese “Io ci sono!” ed al suo presidente, dopo aver constatato l’assoluta indifferenza delle Istituzioni locali e la solitudine nella quale mi hanno relegato, nonostante sia stato oggetto di promesse in campagna elettorale; promesse a iosa che mi garantivano la cosa di cui più ho bisogno al mondo: un posto di lavoro. Certo non sono così stupido da pensare che quelle promesse si sarebbero immediatamente concretizzate, anche perché quello è un disco già sentito ma speravo almeno che qualcuno comprendesse il mio stato di necessità, dimostrando un pò di compassione umana che è diventata merce rarissima. Vivo con la mia famiglia composta da 7 persone compreso il sottoscritto. Mia moglie di anni 63, quattro figli di anni 40, 37, 33, 20 e una nuora convivente; tutti disoccupati tranne mio figlio di 37 anni che ha un lavoro precario di carpentiere e sta risparmiando qualche soldo per potersi sposare. Vi starete chiedendo in che modo una famiglia come la mia va avanti? Bella domanda.

Per quanto riguarda il cibo devo ringraziare il buon Don Geremia Acri, la Caritas e la Casa di Accoglienza S. Maria Goretti ove mi reco tutti i giorni per prelevare quel poco di cibo per sfamare i componenti della mia famiglia. Per quanto riguarda bollette di enel, gas e tutti gli altri oneri non posso pagarle e mi aspetto, da un momento all’altro, che vengano a tagliare tutti i servizi.

Abbigliamento, automobile, assicurazione, ristoranti, pizzerie, viaggi, vacanze e altro?

NON SAPPIAMO NEANCHE COSA SONO! Non li abbiamo mai conosciuti.

E’ curioso come casi come il mio passino inosservati eppure siamo in tanti, tantissimi cittadini andriesi caduti in povertà ed impossibilitati a sopravvivere. Umiliati ma dignitosi e decisi a non arrendersi. Nessun aiuto dalle Istituzioni e dai politici; nessun segnale di solidarietà; nessuna possibilità di dialogo ma solo egoismo e ipocrisia.

Ringrazio l’Associazione “Io Ci Sono!” per avermi dato ascolto e avermi accolto nella loro sede; nessuna promessa ma solo la grande disponibilità ad ascoltarmi e a farsi portavoce del mio caso. Già questo sentimento di vicinanza basterebbe ad alleviare le tante umiliazioni subite ogni giorno.

Eppure chi vi scrive non è un nullafacente; ha fatto il carpentiere ferraiolo e muratore per oltre 35 anni ma non percepisce alcuna pensione perché per molto tempo ha lavorato in nero, come quasi tutti gli altri colleghi e non ha maturato i contributi necessari per ottenere quel poco di pensione che gli consentirebbe di sfamare la famiglia.

Se chi legge questo mio intervento ritiene di poter offrirmi un’ultima possibilità lo faccia; mi contatti e mi dia un’ultima speranza per continuare a credere che questa Società non è formata solo da bestie feroci ed insensibili.

Per quanto riguarda le Istituzioni invito chi di dovere a valutare effettivamente lo stato di indigenza di quanti, al contrario di quanto accade per me, ricevono sostentamento e sussidi pubblici, forse non avendone sempre bisogno.

Ringrazio coloro che si interesseranno al mio caso e porgo cordiali saluti.

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