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News dalle Città della BAT

lunedì 11 luglio 2011

Ancora minacce per il fiume Ofanto: si prospetta una nuova cementificazione

Mentre il parco regionale dell'Ofanto languisce tra l'indifferenza della politica nostrana, una nuova minaccia si profila all'orizzonte per il più importante fiume di Puglia. Il WWF è venuto a conoscenza di uno studio dell'Autorità di Bacino della Puglia sulle aree a diversa pericolosità idraulica del fiume Ofanto dal ponte romano di Canosa alla foce. Il documento, che è alla base di una richiesta di finanziamento di 20 milioni di euro al Ministero dell'Ambiente, prospetta la realizzazione di nuove opere infrastrutturali (argini e difese idrauliche) che si aggiungerebbero ai gravi squilibri ecologici di cui già soffre il fiume.
Solamente un anno fa, infatti, i volontari del WWF Puglia, nell'ambito della campagna nazionale Liberafiumi, effettuavano il primo censimento di un lungo tratto di fiume, proprio nella parte interessata dallo studio dell'Autorità di Bacino. Il censimento aveva evidenziato come l'Ofanto continui a soffrire di un unico male: l'eccessiva e soffocante presenza dell'uomo che tenta in tutti i modi di imbrigliarlo, innalzando argini, creando strade, mettendo a coltura i terreni fino a ridosso dell'alveo.
Sono gli stessi mali già evidenziati dalla stessa Regione Puglia nell'ambito del nuovo piano paesaggistico regionale che individua tra le criticità <<[…] le diverse forme di occupazione e trasformazione antropica degli alvei dei corsi d’acqua>> aggiungendo che <>.
Appare quindi davvero sorprendente il fatto che la Regione Puglia, mentre con una mano finanzia un progetto di quasi 2 milioni di euro per valorizzare le porte del parco dell'Ofanto, con l'altra ne chiede 20 per realizzare pesanti interventi di regimazione idraulica che nel lungo termine, è ormai ampiamente dimostrato, non fanno altro che aggravare il rischio.
Dalla lettura del documento dell'Autorità di bacino appaiono evidenti numerose incongruenze e omissioni. Non vi è infatti alcun riferimento alla funzione di corridoio ecologico dell’asta fluviale (individuato come Sito d’Importanza Comunitaria - SIC IT9120011) tra il Parco dell’Alta Murgia, la zona umida Ramsar delle Saline di Margherita di Savoia e il Parco del Gargano. Appare poi del tutto discutibile l’affermazione che in sinistra idraulica, in territorio di San Ferdinando di Puglia, le esondazioni potrebbero inondare “vaste aree urbane… e importanti insediamenti produttivi e commerciali” quando dai sopralluoghi effettuati e dalle immagini satellitari disponibili su internet non sembra esserci nulla più che dei campi coltivati.
Di contro viene citata solo marginalmente la recente edificazione (sulla sinistra idraulica del fiume, nel Comune di Margherita di Savoia), di un intero complesso residenziale e di un centro commerciale, in zona sottoposta a vincolo PAI ed inizialmente inclusa nella perimetrazione del Parco dell’Ofanto. Per realizzare questi insediamenti così vicini al fiume è stata modificata la perimetrazione del parco ed è stato eretto un muraglione di circa 1 km a difesa delle piene fluviali. Dalle succinte mappe inserite nella relazione dell’AdB, sembrerebbe che i previsti nuovi argini fungano specificatamente da collegamento tra questo muraglione e la vecchia arginatura in terra battuta, lasciando sospettare che nuove speculazioni edilizie siano all'orizzonte.
Il WWF da anni propone una gestione alternativa dei fiumi volta a garantire, oltre che la sicurezza dei cittadini, il ripristino ed il mantenimento della funzionalità ecologica dei corsi d’acqua, la tutela della loro biodiversità e la valorizzazione paesaggistica attraverso un approccio integrato delle politiche territoriali e interdisciplinare nella progettazione degli interventi e della manutenzione. Le direttive europee sulle Acque (2000/60/CE) e sul rischio alluvionale (2007/60/CE) vanno in questa direzione e in gran parte d’Europa la difesa idraulica non è più solo appannaggio di una visione ingegneristica del corso d’acqua, ma da tempo considera zona di pertinenza fluviale una superficie ben più ampia dell’alveo principale.
Per questi motivi il WWF Puglia, con il prezioso contributo dei volontari del WWF Canosa, ha elaborato un circostanziato documento tecnico con cui si confutano le pericolose conclusioni dell'Autorità di Bacino e si propone in alternativa un approccio ecosistemico al problema. Il documento è stato inviato al presidente Vendola e agli assessori Amati e Barbanente dai quali il WWF attende una chiara presa di posizione sulle prospettive di tutela e ripristino ambientale dell'Ofanto, non sottraendosi ad un eventuale confronto ed offrendo al contempo il proprio contributo di idee e progettualità.
                                                                         WWF PUGLIA – WWF CANOSA DI PUGLIA

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