La recente manovra finanziaria del governo ha acceso nel panorama del nostro paese un grande dibattito su quelli che sono stati i temi e le conseguenze della stessa manovra. In un periodo di crisi economica come quello che da alcuni anni stiamo vivendo, nonostante tutti i tracolli finanziari avvenuti finora, si continua a rimanere nell’ottica che per arginare la crisi bisogna tagliare su tutti i settori. Viviamo in un paese in cui la disoccupazione giovanile cresce costantemente, fino a raggiungere il picco del 29%, nonostante questo nella manovra finanziaria approvata dal governo non c’è traccia di investimenti su scuola, università e occupazione giovanile, ma si continuano a mantenere intatti gli interessi dei soliti privilegiati a discapito del nostro futuro.
La crisi è ormai diventata il pretesto più forte del governo per continuare la sua politica scellerata di annichilimento dei diritti, ovviamente delle categorie più deboli. Si cerca di dividere la popolazione, trascinandola in una “guerra tra poveri”, in cui ogni vittima di questo smantellamento dei diritti, non può che prendersela con chi si trova in condizioni ancora più disagiate.
La crisi è ormai diventata il pretesto più forte del governo per continuare la sua politica scellerata di annichilimento dei diritti, ovviamente delle categorie più deboli. Si cerca di dividere la popolazione, trascinandola in una “guerra tra poveri”, in cui ogni vittima di questo smantellamento dei diritti, non può che prendersela con chi si trova in condizioni ancora più disagiate.
La politica del “divide et impera” sta cercando di mettere contro le categorie più deboli come gli studenti, i precari, i dipendenti pubblici, gli operai, i pensionati, gli immigrati, le donne; ma da un po’ di tempo a questa parte, ci si è resi conto che in casi come questi, bisogna fare fronte comune contro questo empio sistema di fare politica.
Il 15 ottobre rappresenta una data importante a livello nazionale ed europeo in quanto gli indignados italiani, insieme a tutta una grande serie di soggetti ed attivisti sociali, scenderanno in piazza per chiedere una democrazia reale, istanza quanto più necessaria oggi in Italia, a maggior ragione dopo gli esiti dei comitati referendari e della vittoria del referendum popolare del 12 e 13 Giugno; in modo da ripartire da quelle che sono le basi ed i diritti sanciti nella nostra Costituzione.
Il 15 ottobre rappresenta una data importante a livello nazionale ed europeo in quanto gli indignados italiani, insieme a tutta una grande serie di soggetti ed attivisti sociali, scenderanno in piazza per chiedere una democrazia reale, istanza quanto più necessaria oggi in Italia, a maggior ragione dopo gli esiti dei comitati referendari e della vittoria del referendum popolare del 12 e 13 Giugno; in modo da ripartire da quelle che sono le basi ed i diritti sanciti nella nostra Costituzione.
Il 15 Ottobre le studentesse e gli studenti barlettani manifesteranno il loro dissenso nei confronti di questa inutile politica di austerity, promossa dal governo italiano, per le vie della propria città, portando quelle che sono le istanze che loro stessi, coloro che meglio rappresentano il futuro della città e del nostro stato, promuovono.
I tagli del ministro Gelmini hanno distrutto la scuola pubblica italiana, sottraendo ad essa ben miliardi di euro, rendendo questa inefficiente ed affossando completamente oltre che il sistema scolastico, anche il diritto allo studio.
Pensiamo a indirizzi specifici che per via dei tagli non possono sfruttare i laboratori, pensiamo a edifici scolastici che non sono a norma, pensiamo a programmi obsoleti e ormai vecchi. E adesso, stanchi di pensare soltanto, vogliamo essere noi a contare e a gridare a gran voce qual è la scuola che vogliamo.
I tagli del ministro Gelmini hanno distrutto la scuola pubblica italiana, sottraendo ad essa ben miliardi di euro, rendendo questa inefficiente ed affossando completamente oltre che il sistema scolastico, anche il diritto allo studio.
Pensiamo a indirizzi specifici che per via dei tagli non possono sfruttare i laboratori, pensiamo a edifici scolastici che non sono a norma, pensiamo a programmi obsoleti e ormai vecchi. E adesso, stanchi di pensare soltanto, vogliamo essere noi a contare e a gridare a gran voce qual è la scuola che vogliamo.
DIRITTO ALLO STUDIO
Le spese a carico degli studenti e delle famiglie quest’anno hanno raggiunto cifre esorbitanti, fra
il costo dei libri (in media 400 euro a studente), il costo dei trasporti, i corsi di recupero e le
attività extracurriculari a pagamento, frequentare la scuola è diventato un privilegio di pochi.
In un contesto di crisi economica che ha impoverito le nostre famiglie, tolto il lavoro ai nostri
genitori, dare a tutti l’opportunità di avere un’istruzione di qualità ci sembra l’unica alternativa
possibile per uscire dalla crisi ed investire sul futuro. Per questo chiediamo: reddito per i
soggetti in formazione che possa permettere ad un ragazzo di cominciare ad emanciparsi dal
proprio nucleo familiare, sostenere i costi della scuola e poter integrarsi nel contesto sociale in
cui vive, borse di studio straordinarie per consentire a tutti di studiare e raggiungere i più alti
livelli di istruzione, una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che limiti la dispersione
scolastica e faciliti l’accesso all’istruzione.
Le spese a carico degli studenti e delle famiglie quest’anno hanno raggiunto cifre esorbitanti, fra
il costo dei libri (in media 400 euro a studente), il costo dei trasporti, i corsi di recupero e le
attività extracurriculari a pagamento, frequentare la scuola è diventato un privilegio di pochi.
In un contesto di crisi economica che ha impoverito le nostre famiglie, tolto il lavoro ai nostri
genitori, dare a tutti l’opportunità di avere un’istruzione di qualità ci sembra l’unica alternativa
possibile per uscire dalla crisi ed investire sul futuro. Per questo chiediamo: reddito per i
soggetti in formazione che possa permettere ad un ragazzo di cominciare ad emanciparsi dal
proprio nucleo familiare, sostenere i costi della scuola e poter integrarsi nel contesto sociale in
cui vive, borse di studio straordinarie per consentire a tutti di studiare e raggiungere i più alti
livelli di istruzione, una legge quadro nazionale sul diritto allo studio che limiti la dispersione
scolastica e faciliti l’accesso all’istruzione.
EDILIZIA SCOLASTICA
Rete degli Studenti Medi Barletta – rsmbarletta@gmail.com – 3341789813 Federica
Il 40% degli edifici scolastici è stato costruito fra il 1940 e il 1974 e necessita di misure urgenti
d’intervento ma non ci sono neanche i soldi per la manutenzione. Chiediamo 20 miliardi di euro
per modernizzare le strutture, creare laboratori e le palestre (assenti nel 45% degli istituti) e per
avere una scuola all’altezza dei nostri sogni; chiediamo che venga pubblicata l’anagrafe
nazionale sull’edilizia scolastica, perché nessuno deve mai più morire sotto le macerie di una
scuola!
Rete degli Studenti Medi Barletta – rsmbarletta@gmail.com – 3341789813 Federica
Il 40% degli edifici scolastici è stato costruito fra il 1940 e il 1974 e necessita di misure urgenti
d’intervento ma non ci sono neanche i soldi per la manutenzione. Chiediamo 20 miliardi di euro
per modernizzare le strutture, creare laboratori e le palestre (assenti nel 45% degli istituti) e per
avere una scuola all’altezza dei nostri sogni; chiediamo che venga pubblicata l’anagrafe
nazionale sull’edilizia scolastica, perché nessuno deve mai più morire sotto le macerie di una
scuola!
BASTA AL FALSO MERITO
La Gelmini dice di aver creato la scuola del rigore e del merito, ma il nuovo sistema di
valutazione produce distorsioni e ingiustizie e spinge molti ad abbandonare precocemente gli
studi. Il voto in condotta, il nuovo sistema di accesso all’esame di stato, il limite di assenze sono
solo delle operazioni demagogiche e inutili, che ci riempiono di rabbia se consideriamo quali
sono i veri sistemi con cui nel nostro Paese si fa carriera: non il merito ma le raccomandazioni e
i favoritismi! Diciamo basta alle storture della riforma della valutazione, della terno al lotto per
accedere alle università a numero chiuso, vogliamo una valutazione non punitiva che valorizzi
davvero il merito, che ci aiuti a crescere e che serva a non lasciare indietro nessuno!
La Gelmini dice di aver creato la scuola del rigore e del merito, ma il nuovo sistema di
valutazione produce distorsioni e ingiustizie e spinge molti ad abbandonare precocemente gli
studi. Il voto in condotta, il nuovo sistema di accesso all’esame di stato, il limite di assenze sono
solo delle operazioni demagogiche e inutili, che ci riempiono di rabbia se consideriamo quali
sono i veri sistemi con cui nel nostro Paese si fa carriera: non il merito ma le raccomandazioni e
i favoritismi! Diciamo basta alle storture della riforma della valutazione, della terno al lotto per
accedere alle università a numero chiuso, vogliamo una valutazione non punitiva che valorizzi
davvero il merito, che ci aiuti a crescere e che serva a non lasciare indietro nessuno!
VOGLIAMO UNA DIDATTICA NUOVA
Con la finta riforma della secondaria, vengono eliminate le sperimentazioni, ridotte le ore,
eliminate
molte materie. Questo riordino ha soltanto lasciato le scuole nel caos, cambiando tutto per non
cambiare niente. Chiediamo che venga riformato il sistema con l’introduzione del biennio
unitario, innalzando l’obbligo a 18 anni. Chiediamo una didattica nuova, che abbandoni il
sistema delle lezioni frontali e che investa sulle nuove tecnologie. Chiediamo che venga
abbandonata l’idea che gli istituti tecnici e professionali siano scuola di serie B, vogliamo invece
che vengano valorizzati in un’ottica nuova, garantendo prima di tutto gli studenti lavoratori
creando uno statuto degli studenti e delle studentesse in stage.
Con la finta riforma della secondaria, vengono eliminate le sperimentazioni, ridotte le ore,
eliminate
molte materie. Questo riordino ha soltanto lasciato le scuole nel caos, cambiando tutto per non
cambiare niente. Chiediamo che venga riformato il sistema con l’introduzione del biennio
unitario, innalzando l’obbligo a 18 anni. Chiediamo una didattica nuova, che abbandoni il
sistema delle lezioni frontali e che investa sulle nuove tecnologie. Chiediamo che venga
abbandonata l’idea che gli istituti tecnici e professionali siano scuola di serie B, vogliamo invece
che vengano valorizzati in un’ottica nuova, garantendo prima di tutto gli studenti lavoratori
creando uno statuto degli studenti e delle studentesse in stage.
WELFARE STUDENTESCO
I tagli pesantissimi agli enti locali dell’ultima manovra economica peggiorano ancora di più le
situazioni che viviamo sui nostri territori, costringendo spesso regioni, comuni e province a
tagliare su diritto allo studio e welfare. Troppo spesso gli studenti vengono considerati invisibili
dalle amministrazioni locali, chiediamo trasporti gratuiti e funzionanti, che si abbattano i costi
per l’accesso alla cultura (cinema, librerie, biblioteche, mostre), che si creino spazi di
aggregazione a disposizione degli studenti.
I tagli pesantissimi agli enti locali dell’ultima manovra economica peggiorano ancora di più le
situazioni che viviamo sui nostri territori, costringendo spesso regioni, comuni e province a
tagliare su diritto allo studio e welfare. Troppo spesso gli studenti vengono considerati invisibili
dalle amministrazioni locali, chiediamo trasporti gratuiti e funzionanti, che si abbattano i costi
per l’accesso alla cultura (cinema, librerie, biblioteche, mostre), che si creino spazi di
aggregazione a disposizione degli studenti.
NO AI LICENZIAMENTI
La Gelmini dice che gli insegnanti sono troppi, per questo lascia senza lavoro oltre 30000
precari, per la maggior parte nuovi insegnanti più formati di quelli attuali che rimangono alla
porta. Peccato che nelle nostre scuole gli insegnanti più che essere troppi sembrano pochi,
visto che non si riescono a realizzare corsi di recupero, attività alternative, o a tenere aperte le
scuole al pomeriggio. Servono insegnanti preparati, per rinnovare la didattica che è ferma agli
anni 30. Per questo crediamo sia necessario un serio sistema di valutazione dei docenti e delle
scuole che sia indipendente dal ministero e dai presidi e che sia fatto per aumentare la qualità e
far in modo che tutti abbiano le stesse opportunità.
Crediamo che questo governo stia distruggendo lo stato, con metodi impensabili in una
democrazia reale e moderna, vogliamo essere noi a contare, noi che vogliamo un Paese
diverso da cui non siamo costretti a fuggire, che riparta da scuola, università e ricerca, non viste
come capitoli di bilancio su cui tagliare per far cassa, ma come motore del cambiamento e
dell’uscita dalla crisi.
La Gelmini dice che gli insegnanti sono troppi, per questo lascia senza lavoro oltre 30000
precari, per la maggior parte nuovi insegnanti più formati di quelli attuali che rimangono alla
porta. Peccato che nelle nostre scuole gli insegnanti più che essere troppi sembrano pochi,
visto che non si riescono a realizzare corsi di recupero, attività alternative, o a tenere aperte le
scuole al pomeriggio. Servono insegnanti preparati, per rinnovare la didattica che è ferma agli
anni 30. Per questo crediamo sia necessario un serio sistema di valutazione dei docenti e delle
scuole che sia indipendente dal ministero e dai presidi e che sia fatto per aumentare la qualità e
far in modo che tutti abbiano le stesse opportunità.
Crediamo che questo governo stia distruggendo lo stato, con metodi impensabili in una
democrazia reale e moderna, vogliamo essere noi a contare, noi che vogliamo un Paese
diverso da cui non siamo costretti a fuggire, che riparta da scuola, università e ricerca, non viste
come capitoli di bilancio su cui tagliare per far cassa, ma come motore del cambiamento e
dell’uscita dalla crisi.
RETE DEGLI STUDENTI MEDI BARLETTA
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