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domenica 16 ottobre 2011

Trani, Bisceglie e Canosa: tutti verso la chiusura. Gorgoni: "Pochi soldi e ancora meno medici"

Non Trani sì e Bisceglie no, o viceversa. La realtà sarà un’altra: né Trani, né Bisceglie. E neanche Canosa. Lo ha lasciato intendere a chiare lettere il direttore generale dell’Asl Bt, Giovanni Gorgoni, rispondendo alle domande dei giornalisti prima del forum cittadino a San Luigi sul futuro della sanità della nuova provincia e del nostro ospedale.

Gorgoni è stato lucido e spietato nell’analisi della situazione: “Fra Trani e Bisceglie non vi è un’area da 7mila metri quadrati disponibile per un ospedale unico e, qualora vi fosse, non vi sono fondi per assicurare alla nuova provincia un terzo ospedale. Mantenere in vita quelli esistenti? Servono almeno dai 350 ai 400 posti letto perché un ospedale abbia ragione di essere in qualità, almeno, di presidio chirurgico in grado di trattare un’emergenza che richieda un’operazione. E Bisceglie, Trani e Canosa questi requisiti non li hanno. Oltre tutto, mancano anestesisti e medici e, nei prossimi anni, un numero di importante di operatori, fra medici e sanitari, andrà in pensione. Possiamo ancora per qualche garantire lo status quo, ma ormai bisogna cominciare a pensare ad un altro tipo di sanità, la stessa che nel nord ha visto chiudere decine e decine di piccoli ospedali senza ripercussioni, anzi con un miglioramento oggettivo del servizio. Del resto – conclude Gorgoni – le strutture esistenti non saranno smantellate, ma riconvertite secondo progetti su cui, da oggi, possiamo e dobbiamo ragionare insieme”.

Fonte : Radio Bombo

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