Non ha più stabilimenti in Italia, avendo chiuso anticipatamente anche quello di Trani, e per questo deve ancora restituire al Ministero dello Sviluppo Economico 1milione e 800 mila euro avuti grazie alla legge 488/92: nonostante tutto il Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (Miur) pare abbia concesso proprio alla Franzoni Filati Spa circa 8milioni di euro per un progetto di ricerca sul cotone antibatterico. Una notizia che lascia un po’ tutti stupefatti, compreso l’assessore provinciale alle Politiche del lavoro, Pompeo Camero: «Sulla lunga vertenza Franzoni Filati-Stabilimento di Trani – dice in una nota - occorre che lo Stato e la Regione Puglia facciano al più presto chiarezza, a partire dalla notizia, confermata di recente, che il Ministero dell’Istruzione dell’Univer - sità e della Ricerca (Miur) avrebbe concesso proprio alla Franzoni Filati SpA circa 8 milioni di euro per un progetto di ricerca sul cotone antibatterico. La notizia mi ha lasciato stupefatto, in quanto questo gruppo industriale, come è facile constatare, non ha più stabilimenti in Italia ed al Ministero dello Sviluppo Economico oltretutto, deve ancora restituire 1,8 milioni di euro in ragione della chiusura anticipata dello stabilimento di Trani, realizzato a suo tempo con i proventi della Legge n. 488/92, le cui macchine sono state nel frattempo spostate in Bosnia nella Città di Dubicanka».
«Sosteniamo e sosterremo sino in fondo gli ex lavoratori Franzoni di Trani nelle loro sacrosante rivendicazioni – dice Camero - oltretutto questi nostri concittadini disoccupati hanno avuto il merito di mettere a nudo, attraverso la loro vertenza, una vicenda tutta italiana che a tratti ha dell’incredibile. Bisogna considerare infatti la mancata estensione sinora dell’Accordo di Programma Pit 9 alle aziende del settore Tac cui appartiene la stessa Franzoni, ricadenti nel territorio del Pit 2 che ricomprende la Bat, il tutto nonostante le reiterate richieste della nostra Provincia».
Secondo Camero «in quest’ultima vicenda la Regione Puglia deve superare ogni resistenza palese od occulta all’allargamen - to del contratto di programma ad altre aziende esterne all’area salentina del Pit 9. E’ bene rammentare – conclude Camero - che qui stiamo disquisendo di un accordo oramai scaduto, i cui effetti potrebbero essere procrastinati soltanto attraverso l’auspicato allargamento degli stessi benefici all’area del Pit 2 ed il rifinanziamento dell’iniziativa da parte della Regione Puglia, dell’accordo che sconta, ad oggi, la mancata utilizzazione di ben 24 milioni di euro dei 40 inizialmente stanziati. E’ importante quindi che attraverso l’estensione del riferito accordo, si favorisca il rilancio del TacBat, riattivando da noi eccellenze produttive ed imprenditoriali tutt’altro che sopite».
LUCIA DE MARI
Fonte : La Gazzetta del Mezzogiorno
«Sosteniamo e sosterremo sino in fondo gli ex lavoratori Franzoni di Trani nelle loro sacrosante rivendicazioni – dice Camero - oltretutto questi nostri concittadini disoccupati hanno avuto il merito di mettere a nudo, attraverso la loro vertenza, una vicenda tutta italiana che a tratti ha dell’incredibile. Bisogna considerare infatti la mancata estensione sinora dell’Accordo di Programma Pit 9 alle aziende del settore Tac cui appartiene la stessa Franzoni, ricadenti nel territorio del Pit 2 che ricomprende la Bat, il tutto nonostante le reiterate richieste della nostra Provincia».
Secondo Camero «in quest’ultima vicenda la Regione Puglia deve superare ogni resistenza palese od occulta all’allargamen - to del contratto di programma ad altre aziende esterne all’area salentina del Pit 9. E’ bene rammentare – conclude Camero - che qui stiamo disquisendo di un accordo oramai scaduto, i cui effetti potrebbero essere procrastinati soltanto attraverso l’auspicato allargamento degli stessi benefici all’area del Pit 2 ed il rifinanziamento dell’iniziativa da parte della Regione Puglia, dell’accordo che sconta, ad oggi, la mancata utilizzazione di ben 24 milioni di euro dei 40 inizialmente stanziati. E’ importante quindi che attraverso l’estensione del riferito accordo, si favorisca il rilancio del TacBat, riattivando da noi eccellenze produttive ed imprenditoriali tutt’altro che sopite».
LUCIA DE MARI
Fonte : La Gazzetta del Mezzogiorno
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