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News dalle Città della BAT

lunedì 9 gennaio 2012

ANDRIA : EVASIONE FISCALE, DA CORTINA AD ANDRIA IL PASSO E’ STATO BREVE. SEMPRE PIU’ DIFFICILE DISTINGUERE TRA POVERTA’ VERA ED EVASIONE REALE.

Eppure qualcuno ha avuto il coraggio di additare i cittadini che protestavano civilmente contro gli aumenti tarsu di essere evasori.

    Le notizie che giungono da Cortina, ci raccontano un mondo dorato che crolla come un castello di sabbia di fronte agli accertamenti fiscali, questa volta opportuni e mirati, quindi con grande merito alla Guardia di Finanza che sta colpendo la vera evasione. Questo si intreccia con quanto accaduto ad Andria dove, al pari della Perla delle Dolomiti non si disdegna di ostentare ricchezza celata da povertà e povertà vera travisata da evasione.

Ci spieghiamo meglio: quando migliaia di andriesi hanno protestato contro l’aumento spropositato ed inopportuno della tassa rifiuti, inviando un chiaro messaggio di dissenso rispetto all’operato della P.A., molti di coloro che protestavano sono stati additati essere evasori, quindi indegni seppur di essere ascoltati dall’Autorità Pubblica.

Un chiaro modo per evitare di trattare nel merito il problema e per spostare l’asse del problema su questioni completamente differenti e distinte.

Dai dati che giungono pare che, invece, i veri evasori, grandi evasori non sono quelli che manifestavano a Palazzo di Città, sfiduciando le Istituzioni ma coloro che a Cortina e in tutti gli altri luoghi vivono da nababbi fingendosi poveri.

Siamo certi che questa sia una condizione generalizzata e anche la nostra città ne sia protagonista in negativo, nonostante i rapporti nazionali che ci indicano come una delle realtà più povere e meno produttive del Paese.

Le Istituzioni locali, invece di incentivare, promuovere e premiare coloro che producono (e dichiarano) reddito, sembra invece percorrere la strada dell’assistenzialismo ben sapendo che per poter usufruire di tali servizi sociali è necessario dichiarare poco o nulla, disincentivando anche coloro che un poco di reddito lo producevano. Come dire una nuova fabbrica di finti poveri che accedono gratuitamente ai servizi destinati e quelli che nella povertà ci vivono realmente e che il buon Don Geremia incontra sulla propria scomoda strada ogni giorno, in tutti i luoghi, in tutta la città; gente che fino a ieri era ancora in grado di andare avanti dignitosamente e che oggi si ritrova a dormire in macchina, ormai nullatenente e disperata. Per tutti gli altri che verranno il comune dovrebbe attrezzarsi con un autoparco pubblico in modo da dar loro un luogo dove parcheggiare la propria desolazione e umiliazione. Sono ancora tanti coloro che, per dignità, non sono ancora usciti allo scoperto ma lo faranno ben presto costretti dal fallimento di questa Società cosiddetta “avanzata” ma con la retromarcia innestata. 

Oltre all’evasione fiscale ad Andria esiste un altro fenomeno aberrante che mi piace definire “evasione culturale” cioè l’incapacità di ognuno di noi ma anche e soprattutto delle stesse rappresentanze istituzionali di intervenire al momento giusto nel posto giusto.

Se guardiamo allo stato di mantenimento della nostra città e al decoro urbano, lo sfacelo è totale ed è facile trovarsi nel pieno centro cittadino, nel salotto buono e sul corso principale e vedere come si possa facilmente trovare di tutto: dalle cacche dei cani alle pipì della gente; dai cassonetti pieni di bottiglie di alcol e lattine vuote, bevute a sbafo dalle nuove generazioni, ai contenitori in metallo dei rifiuti che non vengono svuotati da giorni; dai semafori in disuso da mesi al verde pubblico in degrado.

Ma è possibile che in questa città nessuno veda? Ma le sentinelle dove sono? Ma gli addetti alla sicurezza urbana fanno le segnalazioni? Qualcuno le vede, le legge?
Siamo convinti che ciò che vediamo noi lo vedano tutti ma siamo anche convinti che parlarne è diventato tabù, quasi fosse vietato esprimere la propria opinione anche se, grazie a Dio, esistono cittadini civili e coraggiosi che continuano ad evidenziare tutte queste forme di inciviltà e di sciatteria istituzionale.

Qualcuno dirà: ma non è facile amministrare e tenere in ordine una città.
Noi rispondiamo: è vero. Non è per niente facile ma aggiungiamo che diventa sempre più difficile farlo perché troppe piccole cose vengono lasciate diventare grandi problemi a causa dei mancati interventi al momento giusto. A coloro che hanno responsabilità e che dicono che governare non è facile invitiamo a prendere esempio da quelle realtà dove governare significa avere rapporto quotidiano con la gente e con i cittadini; scendere dai piedistalli e farsi “popolo”, recependone i problemi, affrontandoli insieme e creando quella cultura della condivisione che quì non esiste e non esiste proprio perché qualcuno ha deciso di mettere una barriera insormontabile tra le istituzioni e cittadini; tra i ricchi e poveri; tra evasori veri e quelli falsi che continuano a fare la bella vita, anche ad Andria.

Intanto noi dobbiamo pagare la tassa rifiuti a peso d’oro.



                                    Il Presidente: Vincenzo Santovito

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