Una piazza Vittorio Veneto
gremita come non si vedeva da tempo ha accolto, ieri alle 19:30, la visita
canosina di Massimo D'Alema, accompagnato dal vicepresidente
dell'Europarlamento Gianni Pittella e dall'onorevole Margherita Mastromauro,
per concludere di fatto la campagna elettorale del candidato sindaco Ernesto La
Salvia.
Prima
padrona di casa, stavolta, è stata Sabina del Muro: nonostante sia stata
avversaria della coalizione compatta di centro-sinistra, ha poi appoggiato «già
dal primo momento una persona onesta», anche a discapito della sua elezione:
«ho detto sempre “se non volete votare me, almeno votate La Salvia”. Fare
questa dichiarazione prima, vale davvero molto».
D'altro
canto, il dottore, attorniato dai maggiori rappresentanti della sua squadra, ha
usato i già contestati volantini diffusi dal centro-destra per mostrare il suo
programma e qualche particolare intento («perché dovremmo rifare il corso per
la quarta volta in sette anni?»). Un'alternativa alla «provocazione
dell'insulto», violazione di un «codice etico voluto e non rispettato; hanno
tolto gli ultimi due articoli e neppure agli altri otto hanno tenuto fede».
L'unica controrisposta politica va direttamente a Francesco Ventola, visto come
“ombra” di Caporale, «unico sindaco part-time, visto anche il suo impiego alla
Provincia», con cui non è «mai sceso a patti, come ha insinuato qualcuno».
Solidarietà più o meno implicita è andata pure agli altri ex contendenti
Merafina («un esperto architetto che ha ben spiegato i retroscena sul Piano
Urbanistico») e Papagna («un costruttore che ha prima avuto la licenza per
edificare per vedersela poi più volte revocata»).
L'abbondante
discorso di un D'Alema applauditissimo in virtù della sua fama è invece
rivolto, come logico che sia, alla rilevanza nazionale. Dopo anni pare quasi
pentito dalle strette di mano e gli “inciuci” nei confronti dello storico
rivale Berlusconi: «quel signore che c'era era diventato una barzelletta,
almeno ora abbiamo un Presidente del Consiglio che viene salutato e rispettato.
Il primo passo lo abbiamo fatto...». Con forza sostiene che «certa gente, mai
più, mai più deve governare, seppure a livello locale». Sottolinea, pertanto,
la necessità di esprimere una preferenza favorevole a La Salvia perché «deve
costituire un cambiamento», interpretando il leit-motiv delle ultime fasi della
contesa. Per l'attuale presidente del COPASIR è indispensabile «ricostruire una
prospettiva politica in grado di ridare agli italiani dignità e speranza del
futuro» perché «bisogna indicare la strada per l'avvenire della città e per il
nostro Paese».
L'ultimo
appuntamento prima del secondo silenzio elettorale per La Salvia è alle 21.15,
nuovamente in piazza Vittorio Veneto, per uno speciale in diretta streaming
organizzato dalla web-tv pugliese bipress.tv.
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