TRANI : «Operamolla l’anima di una città che vuole rialzarsi» Appello al voto del presidente Nichi Vendola
Il candidato sindaco: «La voglia di ribellarsi ha preso piede in città»
«Operamolla è un galantuomo, una persona universalmente stimata, un
importante punto di riferimento per Trani, di cui conosce perfettamente
pregi e difetti, criticità e talenti. Può rappresentare la svolta,
l'anima di una città che si vuole rimettere in piedi dopo anni di
amministrazione distratta». Sono alcune della parole importanti spese in
favore di Ugo Operamolla da Nichi Vendola, presidente della Regione
Puglia, che ieri sera ha tenuto un comizio in una gremitissima piazza
della Repubblica.
«Trani non ha bisogno di essere governata nel segno dell'affarismo ma
nel segno dei cittadini. E la buona amministrazione di una città si vede
a partire dall'ufficio tecnico», ha sottolineato il governatore.
«Vedete, a Trani succedono cose strane. C'è un terreno sulla
Trani-Corato che viene classificato come zona E1 e messo a riposare nel
cassetto dell'ufficio comunale. Poi, nel bel mezzo di una notte,
magicamente, succede che cambi il parametro di edificabilità, da E1 a
E2, e quel terreno da valere 100mila euro ne vale un milione. Questa è
la politica degli amici degli amici, dei clan del cemento, che non
costruisce per i cittadini ma per i costruttori».
Vendola era partito dalla gravissima crisi economica nazionale, «che si
incrocia con la crisi delle forme della democrazia e con la crisi della
politica. In Italia abbiamo un tasso di disoccupazione altissima, una
sequela di crisi aziendali che fa impressione. Si ha l'immagine di un
Paese che sta sbandando. E mentre sbanda, una generazione di giovani
preme con forza sul mondo del lavoro. Stiamo perdendo la nozione di
futuro e vediamo avanzare l'onda nera dell'antipolitica. E se da un lato
assistiamo all'operato della Dea della Vendetta, Nemesi, che ribalta
tutti i luoghi comuni, i pregiudizi e le offese che la Lega aveva
vomitato sul Sud pigro, pelandrone e connivente con la Mafia, dall'altro
dobbiamo chiederci come sia stato possibile che Bossi abbia
rappresentato insieme a Berlusconi la classe dirigente per vent'anni.
Sbagliando, abbiamo creduto che il delitto più grande del berlusconismo
fossero le escort ma non ci siamo resi conto che la legge 30 ha
costretto i giovani a fare i conti con 47 contratti atipici che li
costringono ad entrare e uscire continuamente dal mondo del lavoro,
rompendo così il legame che sussiste tra lavoro e libertà, faticosamente
guadagnato con decenni e decenni di sacrifici, sudore e duro lavoro,
dagli operai, dai contadini».
Al malgoverno berlusconiano si oppone il buon governo della Puglia negli
ultimi sette anni. «Abbiamo realizzato 200 asili nido, investito
tantissimo nell'arte, nella cultura e nelle politiche giovanili,
contribuendo a far emergere i nostri talenti con progetti come Principi
Attivi e Puglia Sounds. Grazie ad una virtuosa politica industriale
abbiamo evitato che grandi aziende chiudessero e abbiamo terminato il
2011 con in segno 'più' sull'occupazione, attestandoci al quinto posto
nella classifica delle regioni italiane. Non c'è settore o vicenda di
cui non ci stiamo occupando. Certo, abbiamo commesso anche tanti errori,
perché solo chi non fa non sbaglia, ma abbiamo la certezza di aver
messo in atto una politica per le persone più deboli. E anche nel tanto
vituperato sistema sanitario abbiamo conseguito importanti risultati.
Siamo, per esempio, la prima regione in Europa nell'abbattimento della
mortalità da infarto». E Vendola non evita di trattare la vicenda del
piano di riordino ospedaliero. «Immaginate di prendere una multa e,
anziché pagare, di essere costretti ad andare in carcere. È quello che è
successo a noi. Nel 2006 e nel 2008 abbiamo deciso di violare il patto
di stabilità, che impedisce di spendere anche se si ha liquidità di
cassa, perché avevamo importanti investimenti da realizzare per lo
sviluppo della Puglia. Avevamo messo in conto di pagare la multa, ma tra
il 2009 e il 2010 Tremonti ha cambiato la legge per chi non rispettava
il patto di stabilità e ci ha tagliato 500 milioni di euro dalla sanità,
obbligandoci a rispettare moltissimi standard. Pur nelle difficoltà,
però, abbiamo deciso non di chiudere ma di riqualificare. E ci stiamo
riuscendo. A Massafra, dove c'è stata la protesta più feroce per la
chiusura dell'ospedale, ora sono tutti contenti, perché abbiamo attivato
tutti i servizi territoriali che garantissero in maniera efficiente il
diritto alla salute dei cittadini».
Tornando a Trani, Vendola ha chiuso il comizio con un appello al voto:
«Ora, finalmente, Trani ha la possibilità di uscire da quell'avvitamento
in cui è stata collocata. Il nuovo, il cambiamento, non è
necessariamente un fatto anagrafico. La novità sta nelle idee e nello
stile di Operamolla».
Il candidato sindaco di centrosinistra e terzo polo aveva aperto il
comizio sostenendo che «la voglia di ribellarsi ha preso piede in città.
Tutte le fasce sociali desiderano liberarsi da quell'odiosa pressione
rappresentata dagli interessi personali e precostituiti. La nostra
coalizione rappresenta un laboratorio politico in cui forze
apparentemente disomogenee sono riuscite a trovare equilibrio guidate da
un obiettivo condiviso: il bene comune e l'amministrazione
disinteressata della città. Poi un passaggio sulla collaborazione
istituzionale: "Una cooperazione sincera e leale tra Comune di Trani e
Regione Puglia, sulla base della condivisione degli obiettivi, può
essere decisamente l'arma in più per pianificare un futuro migliore per
la nostra città».
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