Le coste pugliesi sono state prese di mira dalle Compagnie
petrolifere, i nostri mari sono diventati un “ghiotto boccone”, le ricchezze
poste sotto i nostri fondali marini, idrocarburi liquidi e gassosi, sono di
facile accesso a tutti “i signori del petrolio” avendo un costo irrisorio in
termini di royalties di compensazione ambientale che i petrolieri devono
versare alle Regioni ed alle Pubbliche Amministrazioni interessate dalle
estrazioni di greggio e gas, che in Italia sono tra le più basse del mondo.
Il sito del Ministero dello Sviluppo Economico riporta ben
altre 3 Istanze di Permesso di Ricerca in Mare che interessano l’Adriatico
meridionale pugliese, per le quali è già terminato l’iter burocratico della VIA
(Valutazione Impatto Ambientale) e successiva Conferenza dei Servizi, e sono
solo in procinto di ricevere l’emanazione del Decreto di Conferimento.
Queste 3 Istanze di Permesso sono tutte attribuite alla
Northern petroleum LTD e interessano le seguenti aree di mare:
Istanza D 60 F.R-.NP=
interessa una superficie di mare di 741,8 Kmq al
largo del tratto costiero che va da BARLETTA
(BT) fino a MOLA DI BARI (BA), comprendendo le due Province BAT e BA;
Istanza D 61 F.R-.NP=
interessa una superficie di mare
di 728,3 Kmq al largo del tratto costiero che va da MARGHERITA DI SAVOIA
(BT) fino a BARI, comprendendo le due Province BAT e BA;
Istanza D 149 D.R-.NP=
interessa una superficie di
mare di 264,4 Kmq al largo del tratto costiero che va da BARI fino a MONOPOLI.
Sommando la superficie
interessata dai 3 Permessi della Northern Petroleum otteniamo ben 1.734,5
chilometri quadrati di mare in cui ricercare idrocarburi.
Ricordiamo che la Northern
Petroleum è già autorizzata in quanto titolare di 2 Permessi di Ricerca nel
sottofondo marino, il Permesso F.R 39.NP
(che interessa il tratto costiero che va da Bari-Palese fino a Fasano, costa) ed
il Permesso F.R 40.NP (che interessa
il tratto costiero che va da Fasano, costa, fino a Brindisi).
Inoltre, la stessa Northern
Petroleum, ha presentato ulteriori 3 Istanze che, per nostra fortuna, sono ancora in fase di valutazione ambientale dalla richiesta di presentazione della
VIA all'emanazione del decreto VIA,
tutte che riguardano l’Adriatico meridionale pugliese, contrassegnate
dalle sigle: D 65 F.R-.NP * D 66 F.R-.NP * D 72 F.R-.NP., interessando
le Province FG, BT, BA, LE.
Specifichiamo
anche, come riportato nel sito del Ministero dello Sviluppo Economico, che questi
PERMESSI DI RICERCA NEL
SOTTOFONDO MARINO sono “Titoli esclusivi” che consentono le
attività di ricerca quali: indagini
geofisiche e perforazione del pozzo
esplorativo per l’individuazione di un eventuale giacimento di idrocarburi.
Al
riguardo, come Movimento Ambientalista BAT ci chiediamo: tutti i Comuni
costieri interessati da queste attività, ne sono a conoscenza?
Quali
provvedimenti pongono in essere questi Comuni a tutela delle loro coste, del
loro mare e del turismo che ne consegue?
Il
Ministero dello Sviluppo Economico ed il Ministero dell’Ambiente hanno tenuto
in debita considerazione la presa di posizione della Amministrazioni
Provinciali e Comunali pugliesi, oltre che della Giunta Regionale della Puglia
e della popolazione pugliese, che tutti insieme il 21 gennaio a Monopoli hanno
manifestato la propria contrarietà alle prospezioni geofisiche e hanno ribadito il NO allo sfruttamento petrolifero
nel mare di Puglia e nell’intero Sud Italia?
I
Ministeri tengano ben presente che la Convenzione di Aarhus sottoscritta il 25
giugno 1998 e ratificata dall’Italia con la Legge n. 108 del 16 marzo 2001
dispone:
“Tra gli obiettivi della Convenzione
vi è quello di garantire il diritto di partecipazione dei cittadini alle
attività decisorie in materia ambientale, per contribuire a tutelare il diritto
di ogni persona di vivere in un ambiente propizio alla salute e al benessere
umano" (così come modificata dalla Commissione Europea e riportata nella Gazzetta ufficiale n. 075 E del
26/03/2002 pag. 0370 – 0372).
Così pure è contemplato, oltre al diritto
dei cittadini di partecipare al processo decisionale, il diritto di trasmettere
osservazioni e richieste alle Autorità competenti e il diritto di essere
informati attraverso un pubblico avviso.
Inoltre è previsto che “le Autorità
competenti si impegnino ragionevolmente ad informare i cittadini delle
decisioni adottate e delle motivazioni e delle considerazioni sulle quale si
fondano le decisioni".
Questo
“diritto di essere informati attraverso un pubblico avviso” spesso viene
diffuso in modo ambiguo, attraverso un piccolissimo trafiletto dai caratteri
microscopici all’interno di un
quotidiano. Meno persone verranno a conoscenza di queste attività, meno
problemi creeranno le loro eventuali osservazioni di contrarietà.
Sono ben
note le dannose conseguenze che le trivellazioni petrolifere arrecano alle
acque marine, in termini di inquinamento ambientale e deturpazione e
sconvolgimento dell’ecosistema marino e della biodiversità.
Il
Movimento Ambientalista BAT esorta il Governatore della Regione Puglia Nichi
Vendola, il presidente del Consiglio regionale Onofrio Introna,
l’Assessore regionale all’Ambiente Lorenzo Nicastro, tutti i Presidenti delle
sei Province pugliesi e tutti i Sindaci dei Comuni costieri dell’intera Regione
Puglia e relativi Assessori comunali all’Ambiente ad intraprendere ogni iniziativa
ritenuta idonea al fine di salvaguardare il nostro Ambiente ed a preservare i
nostri mari dalla presenza indiscriminata delle trivelle, dei pozzi petroliferi
e dalle prospezioni geosismiche 3D a mezzo airgun che lesionano i delfini ed
altri cetacei, provocandone lo spiaggiamento.
Movimento
Ambientalista BAT
Associazioni
aderenti:
Associazione
Folgore - Trani - presidente Nunzio Di Lauro
Associazione
Demetra - Trani - presidente Roberto Caressa
Associazione
Ambiente e/è Vita BAT - Bisceglie - presidente Daniele Felice Sasso
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