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martedì 28 agosto 2012

ANDRIA : NUOVO SERVIZIO DI RACCOLTA DIFFERENZIATA “PORTA A PORTA” AD ANDRIA (E A CANOSA), ECCO PERCHE’ “LA RIVOLUZIONE” NON POTRA’ PARTIRE DAL 1° SETTEMBRE


Stiamo seguendo anche noi con enorme attenzione “l’evoluzione” della fase preparatoria rispetto alla “rivoluzione” andriese (e canosina) rappresentata dal nuovo servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati. Anche noi, in verità, abbiamo incontrato ed ascoltato moltissimi cittadini andriesi e rilevando le numerose preoccupazioni ma anche le aspettative che si sono generate proprio nei cittadini rispetto a questo storico cambiamento culturale e comportamentale.
Chi pensava o volesse far credere che Andria fosse come Monza, sta continuando a barare ed è sufficiente navigare per pochi minuti sul sito istituzionale del Comune di Monza - www.comune.monza.it - (vedere per credere!) per capire subito che in quella città le regole esistono e sono valide per tutti e sono riconosciute, soprattutto quelle regole della democrazia, della partecipazione, della trasparenza, del merito e dell’efficienza cioè tutto quello che quì è ancora da costruire a cent’anni. Lasciamo però da parte la sostanziale differenza culturale tra la curiosa città di Andria e la democratica, civile ed efficiente città di Monza e torniamo a parlare della “rivoluzione andriese del 1° settembre” che a nostro avviso da quella data non potrà partire e non potrà essere altrimenti poiché le situazioni che abbiamo riscontrato sono in taluni casi di carattere pratico quindi per superarle significa agire non sugli aspetti informativi ma su quelli strutturali e logistici. Come qualche altra associazione ha già fatto rilevare nei giorni scorsi, a fronte di un tasso di interesse e di curiosità che abbiamo rilevato essere pari a “9” in una scala da 1 a 10, esiste un senso di smarrimento, di difficoltà gestionale e di timore del fallimento dell’intera operazione pari a “6” il che è molto preoccupante se si considera che mancano solo alcuni giorni alla “non partenza” della “rivoluzione” ed ecco che ai casi in cui abbiamo potuto verificare che i “nuovi” cassonetti per la raccolta differenziata sono stati posizionati direttamente per strada accanto a quelli di “vecchia generazione”, senza alcuna custodia o protezione, si sommano quelli numerosi in cui vengono denunciati furti dei nuovi cassonetti e una difficoltà nella loro distribuzione da parte degli addetti, specie nelle periferie e nelle residenze di campagna ove quasi nessuna informazione è mai ancora arrivata e dove si sa poco o nulla della novità settembrina. Si aggiungano, poi, i casi in cui proprio in queste ore si susseguono le convocazioni di riunioni condominiali regolarmente andate in bianco o contestate considerato il periodo estivo e di ferie ma in quelle che riescono a tenersi ecco che l’Amministratore condominiale piuttosto che l’inquilino o il proprietario “contattato dall’amico fiutaffare” comunica ai residenti nell’immobile che la gestione logistica del “bidone” deve essere affidata ad una ditta privata che “lo metta fuori la sera e lo rientri la mattina”. Tutto questo a fronte del pagamento di oltre dieci euro mensili a famiglia (e non in base al numero dei bidoni da “gestire”. Mica sono fessi, loro!) in modo da aumentare di oltre 1/3 la già salatissima Tassa Rifiuti pagata ad Andria che risulta essere maggiore di oltre 1/3 rispetto a quella pagata oggi dai cittadini della democratica, civile ed efficiente Monza (039.2372.114 – chiamare per credere!) dove hanno anche previsto ulteriori sgravi per gli anziani e altre categorie di contribuenti.
Una firma, quindi, e il problema è risolto. Il bidone ve lo gestiamo noi, dicono, ma alla fine il problema é veramente risolto? Parrebbe proprio di no. Infatti l’altro grosso problema è rappresentato dal fatto di dover “conservare” nel palazzo il rifiuto fino a quando il fiutaffare e tutta la sua cricca all’uopo addestrata non lo mette fuori per poi rimetterlo dentro la mattina dopo (escludiamo dalla “Categoria” le Cooperative Sociali che vogliono impegnarsi nella gestione del servizio). Qui si scatenano le fantasie più imprevedibili ed ecco che nelle riunioni ognuno si trasforma in igienista, avvocato, amministrativista, penalista, civilista e tuttologo. Si passa dalla richiesta di invio di esposti e denunce alla competente Asl fino alla minaccia di portare i bidoni “sotto al comune” fino all’estremo gesto di gettare i rifiuti per strada mentre c’è chi addirittura ha rifiutato la consegna dei bidoni. Naturalmente in questi casi non tutti condividono le esternazioni più estreme ed ecco che spuntano gli immancabili mediatori, coloro che hanno tra i loro parenti qualche consigliere comunale, qualche assessore o qualche esponente di benemerita associazione che cerca di convincere che il problema non esiste e che Andria deve migliorare e progredire; tesi questa altrettanto condivisibile anche se sa molto di ruffianata in quanto non si fa alcun cenno alla risoluzione al problema che pure esiste così come esiste una grandissima parte di popolazione, specie quella più anziana che rappresenta un’impressionante percentuale, che è addirittura terrorizzata da questa novità al punto che una buona parte di essa ha fatto addirittura ricorso al proprio medico curante per affrontare “clinicamente” il problema che ha già dato origine a disturbi del sonno, attacchi di panico, angoscia, “ansia da rifiuto” ecc. Naturalmente la cura è stata rinviata a settembre sia perché la nonnina non si fida del medico sostituto del proprio medico curante ancora in ferie sia perché il costo di quei farmaci “moderni” non è alla portata di tutti quindi bisogna prima mettere da parte i risparmi e poi andare in farmacia per acquistare ansiolitici e stregonerie simili. Poiché bisogna continuare a far credere ai cittadini andriesi (e canosini) di non essere da meno a quelli di Monza, si sta anche tentando di alleviare il disagio invitando i condomini ad utilizzare gli spazi esterni di proprietà esclusiva o gravati da servitù di pubblico passaggio per arredare una piccola area attrezzandola con una gabbia in ferro in grado di contenere i bidoni ed evitare di tenerli nei piccoli ed angusti ingressi dei palazzi ove è facile che i bambini possano insozzarsi le mani toccando quegli ammassi di plastica (tossica?) e poi accarezzarsi il candido viso e magari rimarne infettato ma anche in questo caso il sapientone di turno blocca tutti e dice: “scusate, ma se i cassonetti li lasciamo fuori dal palazzo nella gabbia di ferro e durante la giornata qualcuno ci viene a gettare dei rifiuti indifferenziati contaminando quelli già differenziati e vanificando gli sforzi di tutti, la multa prevista dal comune a carico del condominio chi la paga?”. Dopo di che silenzio tombale e quando il sapientone di riserva insiste e parla anche di multe per il danneggiamento, il furto o altri danni ai preziosi bidoni causati da terzi, il giovane e simpatico Marco, figlio di una famiglia del condominio, dice: “scuscuscu..sate, ma dodododobbia..mo papapa..gare l’assicusicusicu..razione anche sui bibibibibi..doni?”. A questo punto, giunte le fatidiche ed insuperabili ore 22,00 l’amministratore di condominio dichiara sciolta la seduta e rinvia le decisioni ad altra data.
Non sono storie, queste, ma verità estreme e pur sempre verità in un ambiente dove già di per sé un’innovazione viene vista come un cambiamento radicale delle propria esistenza e laddove l’assenza di un humus favorevole al cambiamento condizionata da minimi livelli di fiducia rende tutto molto più complicato e fino a quando questo ed altri tantissimi problemi che possono determinare la riuscita o il fallimento della grande operazione non saranno risolti bisogna prendere atto che una partenza ritardata è sempre meglio di una falsa partenza, altrimenti si corre seriamente il rischio di vedere le strade piene di rifiuti non riconducibili.
Il mese di settembre, quindi, sia utilizzato per le verifiche tecniche e per la reale constatazione delle situazioni che oggettivamente impediscono che la raccolta differenziata porta a porta possa funzionare senza intoppi così come riteniamo sia un dovere istituzionale evitare qualsiasi forma di aggravio economico per le famiglie rispetto alla gestione dei bidoni. A tal proposito la nostra proposta reiterata è quella che il costo della Tassa fosse stato parametrato a quanto pagano proprio nella città di riferimento di Monza, a parità di numero di abitanti, ed utilizzare quella percentuale di riduzione della tassa cioè quasi il 40% (pari all’aumento verificatosi lo scorso anno e in vigore anche per quest’anno) per destinarlo all’attivazione di un servizio pubblico comunale che si occupasse della gestione del bidone e dei cassonetti condominiali in modo da evitare tutte queste preoccupazioni, spese impreviste e consistenti e problemi di svariata natura che non dovevano verificarsi e dovevano essere previsti con largo anticipo. Il mese di settembre venga anche utilizzato per ricercare tale soluzione e per attivare quel servizio di informazione all’interno delle scuole non essendo stato possibile farlo nei mesi precedenti a causa della loro chiusura estiva. A prevalere, quindi, non sia “l’affare” immediato o il desiderio di trovare subito il capro espiatorio ma l’intelligenza, la sapienza e soprattutto la professionalità che siamo certi non manchino a quanti hanno deciso di intraprendere questa strada dalla quale sarà difficile se non impossibile tornare indietro e questo sia chiaro, molto chiaro a tutti.

                                                                                               Associazione ”Io Ci Sono!” - Andria

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