Stiamo
seguendo anche noi con enorme attenzione “l’evoluzione” della fase preparatoria
rispetto alla “rivoluzione” andriese (e canosina) rappresentata dal nuovo
servizio di raccolta porta a porta dei rifiuti differenziati. Anche noi, in
verità, abbiamo incontrato ed ascoltato moltissimi cittadini andriesi e
rilevando le numerose preoccupazioni ma anche le aspettative che si sono
generate proprio nei cittadini rispetto a questo storico cambiamento culturale
e comportamentale.
Chi pensava o
volesse far credere che Andria fosse come Monza, sta continuando a barare ed è
sufficiente navigare per pochi minuti sul sito istituzionale del Comune di
Monza - www.comune.monza.it - (vedere
per credere!) per capire subito che in quella città le regole esistono e sono
valide per tutti e sono riconosciute, soprattutto quelle regole della
democrazia, della partecipazione, della trasparenza, del merito e
dell’efficienza cioè tutto quello che quì è ancora da costruire a cent’anni.
Lasciamo però da parte la sostanziale differenza culturale tra la curiosa città
di Andria e la democratica, civile ed efficiente città di Monza e torniamo a
parlare della “rivoluzione andriese del 1° settembre” che a nostro avviso da
quella data non potrà partire e non potrà essere altrimenti poiché le
situazioni che abbiamo riscontrato sono in taluni casi di carattere pratico
quindi per superarle significa agire non sugli aspetti informativi ma su quelli
strutturali e logistici. Come qualche altra associazione ha già fatto rilevare
nei giorni scorsi, a fronte di un tasso di interesse e di curiosità che abbiamo
rilevato essere pari a “9” in una scala da 1 a 10, esiste un senso di
smarrimento, di difficoltà gestionale e di timore del fallimento dell’intera
operazione pari a “6” il che è molto preoccupante se si considera che mancano
solo alcuni giorni alla “non partenza” della “rivoluzione” ed ecco che ai casi
in cui abbiamo potuto verificare che i “nuovi” cassonetti per la raccolta
differenziata sono stati posizionati direttamente per strada accanto a quelli
di “vecchia generazione”, senza alcuna custodia o protezione, si sommano quelli
numerosi in cui vengono denunciati furti dei nuovi cassonetti e una difficoltà
nella loro distribuzione da parte degli addetti, specie nelle periferie e nelle
residenze di campagna ove quasi nessuna informazione è mai ancora arrivata e
dove si sa poco o nulla della novità settembrina. Si aggiungano, poi, i casi in
cui proprio in queste ore si susseguono le convocazioni di riunioni
condominiali regolarmente andate in bianco o contestate considerato il periodo
estivo e di ferie ma in quelle che riescono a tenersi ecco che l’Amministratore
condominiale piuttosto che l’inquilino o il proprietario “contattato dall’amico
fiutaffare” comunica ai residenti nell’immobile che la gestione logistica del
“bidone” deve essere affidata ad una ditta privata che “lo metta fuori la sera
e lo rientri la mattina”. Tutto questo a fronte del pagamento di oltre dieci
euro mensili a famiglia (e non in base al numero dei bidoni da “gestire”. Mica
sono fessi, loro!) in modo da aumentare di oltre 1/3 la già salatissima Tassa
Rifiuti pagata ad Andria che risulta essere maggiore di oltre 1/3 rispetto a
quella pagata oggi dai cittadini della democratica, civile ed efficiente Monza
(039.2372.114 – chiamare per credere!) dove hanno anche previsto ulteriori
sgravi per gli anziani e altre categorie di contribuenti.
Una firma,
quindi, e il problema è risolto. Il bidone ve lo gestiamo noi, dicono, ma alla
fine il problema é veramente risolto? Parrebbe proprio di no. Infatti l’altro
grosso problema è rappresentato dal fatto di dover “conservare” nel palazzo il
rifiuto fino a quando il fiutaffare e tutta la sua cricca all’uopo addestrata
non lo mette fuori per poi rimetterlo dentro la mattina dopo (escludiamo dalla “Categoria”
le Cooperative Sociali che vogliono impegnarsi nella gestione del servizio).
Qui si scatenano le fantasie più imprevedibili ed ecco che nelle riunioni
ognuno si trasforma in igienista, avvocato, amministrativista, penalista,
civilista e tuttologo. Si passa dalla richiesta di invio di esposti e denunce
alla competente Asl fino alla minaccia di portare i bidoni “sotto al comune”
fino all’estremo gesto di gettare i rifiuti per strada mentre c’è chi
addirittura ha rifiutato la consegna dei bidoni. Naturalmente in questi casi
non tutti condividono le esternazioni più estreme ed ecco che spuntano gli
immancabili mediatori, coloro che hanno tra i loro parenti qualche consigliere
comunale, qualche assessore o qualche esponente di benemerita associazione che
cerca di convincere che il problema non esiste e che Andria deve migliorare e
progredire; tesi questa altrettanto condivisibile anche se sa molto di
ruffianata in quanto non si fa alcun cenno alla risoluzione al problema che
pure esiste così come esiste una grandissima parte di popolazione, specie
quella più anziana che rappresenta un’impressionante percentuale, che è
addirittura terrorizzata da questa novità al punto che una buona parte di essa
ha fatto addirittura ricorso al proprio medico curante per affrontare
“clinicamente” il problema che ha già dato origine a disturbi del sonno,
attacchi di panico, angoscia, “ansia da rifiuto” ecc. Naturalmente la cura è
stata rinviata a settembre sia perché la nonnina non si fida del medico
sostituto del proprio medico curante ancora in ferie sia perché il costo di
quei farmaci “moderni” non è alla portata di tutti quindi bisogna prima mettere
da parte i risparmi e poi andare in farmacia per acquistare ansiolitici e
stregonerie simili. Poiché bisogna continuare a far credere ai cittadini
andriesi (e canosini) di non essere da meno a quelli di Monza, si sta anche
tentando di alleviare il disagio invitando i condomini ad utilizzare gli spazi
esterni di proprietà esclusiva o gravati da servitù di pubblico passaggio per
arredare una piccola area attrezzandola con una gabbia in ferro in grado di
contenere i bidoni ed evitare di tenerli nei piccoli ed angusti ingressi dei
palazzi ove è facile che i bambini possano insozzarsi le mani toccando quegli
ammassi di plastica (tossica?) e poi accarezzarsi il candido viso e magari
rimarne infettato ma anche in questo caso il sapientone di turno blocca tutti e
dice: “scusate, ma se i cassonetti li lasciamo fuori dal palazzo nella gabbia
di ferro e durante la giornata qualcuno ci viene a gettare dei rifiuti
indifferenziati contaminando quelli già differenziati e vanificando gli sforzi
di tutti, la multa prevista dal comune a carico del condominio chi la paga?”.
Dopo di che silenzio tombale e quando il sapientone di riserva insiste e parla
anche di multe per il danneggiamento, il furto o altri danni ai preziosi bidoni
causati da terzi, il giovane e simpatico Marco, figlio di una famiglia del
condominio, dice: “scuscuscu..sate, ma dodododobbia..mo papapa..gare
l’assicusicusicu..razione anche sui bibibibibi..doni?”. A questo punto, giunte
le fatidiche ed insuperabili ore 22,00 l’amministratore di condominio dichiara
sciolta la seduta e rinvia le decisioni ad altra data.
Non sono
storie, queste, ma verità estreme e pur sempre verità in un ambiente dove già
di per sé un’innovazione viene vista come un cambiamento radicale delle propria
esistenza e laddove l’assenza di un humus favorevole al cambiamento
condizionata da minimi livelli di fiducia rende tutto molto più complicato e
fino a quando questo ed altri tantissimi problemi che possono determinare la
riuscita o il fallimento della grande operazione non saranno risolti bisogna
prendere atto che una partenza ritardata è sempre meglio di una falsa partenza,
altrimenti si corre seriamente il rischio di vedere le strade piene di rifiuti
non riconducibili.
Il mese di
settembre, quindi, sia utilizzato per le verifiche tecniche e per la reale
constatazione delle situazioni che oggettivamente impediscono che la raccolta
differenziata porta a porta possa funzionare senza intoppi così come riteniamo
sia un dovere istituzionale evitare qualsiasi forma di aggravio economico per
le famiglie rispetto alla gestione dei bidoni. A tal proposito la nostra
proposta reiterata è quella che il costo della Tassa fosse stato parametrato a
quanto pagano proprio nella città di riferimento di Monza, a parità di numero
di abitanti, ed utilizzare quella percentuale di riduzione della tassa cioè
quasi il 40% (pari all’aumento verificatosi lo scorso anno e in vigore anche per
quest’anno) per destinarlo all’attivazione di un servizio pubblico comunale che
si occupasse della gestione del bidone e dei cassonetti condominiali in modo da
evitare tutte queste preoccupazioni, spese impreviste e consistenti e problemi
di svariata natura che non dovevano verificarsi e dovevano essere previsti con
largo anticipo. Il mese di settembre venga anche utilizzato per ricercare tale
soluzione e per attivare quel servizio di informazione all’interno delle scuole
non essendo stato possibile farlo nei mesi precedenti a causa della loro
chiusura estiva. A prevalere, quindi, non sia “l’affare” immediato o il
desiderio di trovare subito il capro espiatorio ma l’intelligenza, la sapienza
e soprattutto la professionalità che siamo certi non manchino a quanti hanno
deciso di intraprendere questa strada dalla quale sarà difficile se non
impossibile tornare indietro e questo sia chiaro, molto chiaro a tutti.
Associazione
”Io Ci Sono!” - Andria
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