Le
segnalazioni che denunciano lo sbancamento delle dune sabbiose stanno assumendo
una dimensione preoccupante. Da Otranto a Gallipoli, da Ugento a Porto Cesareo,
da Nardò a Salve si susseguono a ritmo incessante le denunce raccolte dal Numero
Verde per la segnalazione dei reati ambientali, istituito dall’Assessorato al
Demanio Marittimo della Regione puglia ed affidato al WWF.
Molteplici
le situazioni, tra le quali spiccano danneggiamento e depauperamento del
litorale costiero in violazione dell’art. 110 C.P., art. 44 lett. C del DPR n.
380/2001 e art. 181 bis del D.Lgs n. 42 del 2004. Sono queste le ipotesi
investigative che il WWF ha girato alla competente Capitaneria di Porto di
Gallipoli, che a seguito delle informative ricevute sta effettuando i necessari
controlli.
Le
coste del Mar Mediterraneo si sviluppano per 46.000 chilometri e attraggono
circa 220 milioni di turisti ogni anno e si stima che possano arrivare a 350
milioni entro il 2050. Le coste salentine sono una delle mete più gettonate e
la
pressione antropica che inevitabilmente d’estate travolge queste spiagge rischia
di compromettere seriamente la conservazione della biodiversità costiera, che
caratterizza flora e fauna delle spiagge salentine, se non si controlla la
corretta fruizione del bene demaniale. Da una parte l’ente comunale ha il dovere
inderogabile di organizzarsi per preservare i sistemi dunali costieri, beni
paesaggistici che sono tutelati dal nostro ordinamento dal D.Lgs 42/2004 e dal
D.M. 17/10/1990, nonché dalla legislazione europea con la Direttiva Habitat
92/43/CE. Altrettanto interessati sono gli operatori turistici che dalla
salvaguardia della bellezza naturalistica ricavano forti interessi
economici.
Per questo
rimaniamo esterrefatti quando i segnalanti ci inviano foto alla mail
ecoreatipuglia@gmail.com che
testimoniano una duna squarciata, le auto sulla spiaggia, passerelle non
autorizzate che deturpano il paesaggio. Ed il cittadino che segnala è arrabbiato
per tutti gli sfregi inferti all’ambiente, ci incalza continuamente per
chiederci riscontri immediati e chiede giustizia: è il bagnante che il giorno
prima aveva posato il suo telo in un tratto di spiaggia libero e il giorno dopo
se lo è visto occupare dal lido confinante. A chi si rivolge quel cittadino? Al
WWF, riconoscendo implicitamente l’importante funzione del Numero Verde come
ponte tra lui e gli Organi di controllo.
La nostra
speranza è quella di non vedere più quelle foto ricevute da una spiaggia di
Porto Cesareo trafitta da pali, probabilmente per costruirci qualcosa sopra. Ad
Ugento, in assenza di una barriera al transito delle auto, queste arrivano sin
nei pressi della battigia con grave compromissione del sistema dunale. Altra
situazione interessante a Salve, dove da diverso tempo la sabbia è movimenta con
progressiva riduzione delle dune originarie.
Il
WWF punta ad uno sviluppo costiero sostenibile
per il bene della natura così come per
quello delle persone che fanno affidamento sulle risorse che questo ecosistema
offre, in collaborazione con le comunità locali, i pescatori, i visitatori, gli
operatori turistici e tutti coloro che in qualche modo gestiscono le
coste.
Lanciamo
un appello a tutte le istituzioni affinché possano essere adeguatamente
perseguiti tutti i reati penali e le infrazioni amministrative, allo scopo di
prevenire tutti i fenomeni che mettono progressivamente a rischio l’ecosistema
marino.
Queste
sono solo alcune delle situazioni in corso di accertamento …… la storia continua.
WWF
PUGLIA
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