Cerca nel blog

News dalle Città della BAT

venerdì 15 febbraio 2013

BAT : CHE FINE HA FATTO LO SVILUPPO ECONOMICO? INTANTO SI MOLTIPLICANO NEGOZI DI COMPRO ORO, SEXY SHOP E SALE SLOT.


IL PROGRESSO NON ABITA QUI’.

Dopo il primo è arrivato il secondo e Andria registra un nuovo record: la città con la più rapida aperture di sexy shop ma anche quella con un crescente aumento di negozi di compro oro, sale slot e scommesse. Segnali. Segnali di un tessuto economico che cambia e si trasforma recependo le nuove “esigenze” di clientele che hanno dimenticato il valore del “prodotto” e cercano, invece, i servizi e si sa di quale servizi stiamo parlando.
A fronte di un aumento indiscriminato e senza precedenti storici di alcune tipologie di attività di impresa, il commercio tradizionale, quello storico, di vicinato e di prossimità volge verso il suo definitivo declino e l’apertura di nuovi esercizi non rappresenta affatto un segnale di progresso e di produttività ma l’affannosa ricerca di speranza mediante l’utilizzo di quello che invece di un settore produttivo e remunerativo, il commercio, è diventato un ammortizzatore sociale con la vita media degli esercizi che è scesa da cinque a tre soli anni.
Dequalificazione, despecializzazione, investimenti azzardati e poco oculati stanno continuando a prosciugare i risparmi familiari cui quasi sempre si attinge per dare vita ad una nuova attività economica, allorquando non gestita dalla criminalità organizzata, senza prospettive e senza futuro.
Questa è la situazione che si sta registrando anche in tutto il territorio della Provincia di Barletta – Andria – Trani che, in soli due anni, ha visto scendere drammaticamente il numero delle imprese attive al  punto da vedere svanire l’obiettivo numerico minimo necessario ed indispensabile, che prima esisteva, per la nascita della nuova Camera di Commercio.
I mercati periodici che rappresentavano il vanto dell’intero territorio sono diventati ricettacolo della disoccupazione con la vendita di prodotti “a ricarico zero” e con drammatiche prospettive di chiusure di centinaia di imprese nell’arco del 2013. Posteggi lasciati liberi e non occupati né ricercati, come il caso dei mercati di Andria e di Trani ormai avviati verso il declino definitivo; operatori ambulanti che prima di avviarsi verso i mercati si recano nelle stazioni di servizio per rifornirsi di carburante lasciando in deposito il documento di riconoscimento e tornando a pagare il carburante e a ritirare il documento al termine della giornata lavorativa sperando di aver incassato almeno quei pochi soldi da lasciare al benzinaio; tasse di occupazione di suolo pubblico e per lo smaltimento dei rifiuti aumentate a dismisura ed incontrollatamente da parte di amministrazioni comunali sull’orlo del baratro finanziario, anche se riescono a nasconderlo all’esterno e continuano a sperperare denaro pubblico in manifestazioni di propaganda; condizioni delle aree mercatali assolutamente impraticabili e utenza disincentivata; piccoli negozi e botteghe di vicinato che non possono più neanche permettersi di approvvigionarsi di merci per i cambi di stagione; gestione degli esercizi commerciali passate da quelle familiari a quelle uninominali per impossibilità a pagare anche quei minimi contributi previdenziali per le pensioni che non arriveranno mai; debiti con Equitalia e con l’Erario in aumento con proporzionale aumento delle esposizioni bancarie e fortissimo incremento del rischio di ricorrere a prestiti ad usura che si trasforma anche in cessioni di aziende e di altri beni patrimoniali a favore della criminalità.
Uno scenario cupo e senza via d’uscita che vede, di contro, intere classi politiche e dirigenti completamente distaccate dalla realtà economica e sociale delle città con le menti e i pensieri che incantano e decantano ciò che non esiste e che non tornerà più perché il punto vero di domanda è: “ma la ripresa, quando ci sarà, come sarà?”. Come prepararsi ad affrontare questo nuovo percorso sociale ed economico che comunque dovrà in qualche modo cominciare? Cosa si sta facendo per favorire questa nuova cultura dello sviluppo e del progresso che non può solo essere caratterizzato da aspetti economici scissi da cambiamenti sociali e culturali epocali che la nostra Società mai ha conosciuto?
Se è vero che i cittadini molto più dei loro politici nominati stiano riflettendo su questi cambiamenti necessari è pur vero che, al contrario, il linguaggio della politica si mostra sempre più distante, distaccato e di scarsissimo valore rispetto a questi temi, concentrando l’attenzione su uno squallido quanto improponibile e vecchio do ut des dove il des è rappresentato dal prezioso voto e consenso elettorale ricercato più che mai da un sistema elettorale che non consente di scegliere né di poter esprimere appieno la propria voglia di reale cambiamento che deve necessariamente passare attraverso il cambiamento delle persone e del sistema.
Laddove questi cambiamenti sono stati resi possibili, come nei paesi del Nord Europa, la realtà si è completamente trasformata mettendo al centro della vita sociale le persone, i cittadini, la cultura, la formazione, il sostegno all’impresa e al lavoro.
Accendendo questi veri motori del cambiamento si può ricominciare accettando le trasformazioni  ma anche le nuove opportunità che sicuramente il futuro non negherà a chi vorrà e saprà coglierle.

                                                                                                                      Il Presidente
                                                                                                                 Savino Montaruli

Nessun commento:

Posta un commento