La riunione della commissione
elettorale dello scorso 31 gennaio per la nomina degli scrutatori per le
elezioni politiche del 24-25 febbraio, ha generato, come è noto, molte
polemiche. La legge n.270 del 2005 prevede che la scelta degli scrutatori
avvenga tramite “chiamata diretta” da parte dei membri della commissione
elettorale comunale composta dal sindaco (nel nostro caso il commissario
prefettizio) e da tre membri del consiglio comunale. Riteniamo che questa legge
sia sbagliata; lo diciamo chiaramente. Non per niente è stata ribattezzata
“Porcellum”.
Siamo convinti, infatti, che tale
legge possa favorire il meccanismo del voto di scambio e che, più in generale,
costituisca uno dei tanti privilegi che non spetta in alcun modo ai politici.
Su questa posizione abbiamo riscontrato l’adesione di larga parte della società
civile e, almeno in apparenza, di molti membri di partito: il sorteggio,
dunque, è la via maestra. Quando però, grazie alla proposta del commissario
prefettizio ed all’adesione (non sempre nettamente convinta e risoluta) dei
membri della commissione, il sorteggio è stato effettuato, sono iniziati a
fioccare i distinguo.
Una posizione ipocritamente
gettonata è: “bisognava fare un sorteggio tra i disagiati”. A questo proposito
vorremmo fare alcune osservazioni. Innanzitutto osserviamo non senza dispiacere
che tutti i “commentatori della domenica” si limitano a criticare dopo, senza
mai agire prima; qualcuno ha proposto prima del sorteggio la creazione di una
lista pubblica di persone in difficoltà? Non risulta.
In secondo luogo vorremmo
evidenziare la faciloneria di tale osservazione: fare un sorteggio tra i
disagiati non è cosa semplice. Con quali criteri creare, infatti, questa lista?
L’idea proposta dai più di incrociare la lista degli iscritti all’albo degli
scrutatori con quella dei disoccupati iscritti all’ufficio comunale per
l’impiego è fallace. In questo modo si escluderebbero, infatti, tutta una serie
di “sotterranee” situazioni problematiche, difficili da mettere in rilievo.
Pensiamo, per fare qualche esempio, allo studente universitario che a stento
riesce a pagarsi la retta o al lavoratore precario del call center che guadagna
400 euro al mese ed ha un affitto da pagare e/o un figlio da mantenere o ancora
al cassaintegrato di una fabbrica in chiusura con un mutuo da pagare ed una
famiglia da sostenere. Nessuno di questi casi rientrerebbe in una lista
siffatta, ma qualcuno vorrebbe negar loro il diritto di essere sorteggiati?
La verità è, mettendo da parte il
buonismo, che il sorteggio “integrale” appare l’unica via sensata e
democratica. Non si può far altro, al massimo, che sperare che i più abbienti
sorteggiati rinuncino, in abbrivio filantropico, volontariamente.
Va sottolineato, nondimeno, a
corollario, che compito di un politico dovrebbe essere quello di dar slancio a
lungimiranti politiche del lavoro e non già ad “una tantum” dal vago sapore di
carità. In questo limite del voler “soccorrere” occasionalmente i cittadini,
piuttosto che lavorare per l’abbattimento delle situazioni che ne determinano
le difficoltà economiche, è incistato un atto di straordinaria miopia e di
appiattimento sul presente, mentre, a rigore, un buon politico dovrebbe sempre
avere un occhio lungo sul futuro. Ma, forse, l’idea di poter tenere le classi disagiate
sotto il proprio tacco, allacciate a doppio filo, a questi meccanismi di
pseudo-spirito missionario, risulta un tornaconto troppo ghiotto in termini di
potere.
Saremo presenti anche alla prossima
riunione della commissione elettorale comunale, in occasione delle elezioni
amministrative di maggio, con lo scopo di informare i cittadini circa le
decisioni che s’intenderà prendere in quella sede. Per il momento, non possiamo
che invocare, sin d’ora, che tutti i soggetti impegnati sullo scenario
politico-amministrativo del nostro paese, in particolar modo i membri della
commissione, si facciano pubblicamente avanti per rendere nota la loro
posizione in merito, al fine di non doverla poi rivendicare troppo tardi, con
tutti i dubbi che se ne potrebbero generare.
ARTEMIA SALINA
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