Alla
vigilia di una svolta epocale, con la chiusura di quasi mille Uffici Giudiziari,
è bene fare un po’ di ordine e di chiarezza onde evitare inutili
strumentalizzazioni cercando di evidenziare le vere ricadute e le vere responsabilità
di ciò che sta avvenendo.
Il
13 settembre 2013 chiuderanno 30 Tribunali, 30 Procure della Repubblica e tutte
le sezioni distaccate, che sono 220. Mentre per quanto riguarda la chiusura dei
667 Uffici del Giudice di Pace si dovrà attendere il nuovo anno.
La
sforbiciata è stata redatta dal Ministro Nitto Palma (Governo Berlusconi) e messa
sostanzialmente in atto dal Ministro Severino (Governo Monti) in virtù della
legge di stabilizzazione finanziaria n. 148 del 2011, con superficialità e senza
aprire un vero confronto con i territori interessati. La riforma in questione,
ad un occhio attento e non condizionato da interessi corporativi, consegna al Paese
una giustizia a macchia di leopardo ed in alcuni territori si configura come un
vero e proprio ritiro dello Stato dal territorio.
Il
Ministro Severino ha proposto la chiusura dei Tribunali, con la necessità di
garantire il mantenimento dell’Ufficio nei capoluoghi di provincia, ecco perché
è salvo il Tribunale di Trani, e mantenendo almeno tre tribunali per ciascun
distretto giudiziario. In più, si è deciso di mantenere alcuni Uffici in
particolari zone ad alta intensità delinquenziale e cioè Caltagirone, Sciacca,
Paola, Castrovillari, Lamezia Terme e Cassino. In ultimo, Urbino è stato
recentemente salvato dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 237/13. Da
questo quadro è stata decisa la chiusura di 30 Tribunali quali Acqui Terme,
Tortona, Casale Monferrato, Alba, Saluzzo, Mondovì, Pinerolo (Piemonte), Crema,
Vigevano, Voghera (Lombardia), Bassano del Grappa (Veneto), Tolmezzo (Friuli),
Chiavari, Sanremo (Liguria), Camerino (Marche), Orvieto (Umbria), Montepulciano
(Toscana), Sulmona, Avezzano, Lanciano e Vasto (Abruzzo) Lucera (Puglia), Melfi
(Basilicata) Sala Consilina, Sant’Angelo dei Lombardi e Ariano Irpino
(Campania), Rossano (Calabria), Mistretta, Nicosia e Modica (Sicilia).
E’
bene precisare, inoltre, in merito alle Sezioni Distaccate che tutte chiuderanno
il 13 settembre 2013, pertanto anche le cinque Sezioni del Tribunale di Trani,
vale a dire Andria, Barletta, Canosa di Puglia, Molfetta e Ruvo di Puglia. Il
D.L.vo n. 155/01 prevede, quando sussistano specifiche ragioni organizzative o
funzionali, la possibilità di utilizzare a servizio del Tribunale, per un
periodo non superiore ai cinque anni, gli immobili di proprietà dello Stato o
comunale, interessati da interventi edilizi finanziati dalla Cassa Depositi e
Prestiti, per cui è prevista la soppressione. Pertanto, alla luce di quanto su
evidenziato il Ministero avrebbe autorizzato, per il circondario di Trani,
l’apertura degli immobili di Andria e Molfetta che si occuperanno solo delle
cause pregresse, mentre l’immobile di Barletta non aveva i requisiti, mentre
per gli immobili di Canosa di Puglia e Ruvo di Puglia, pur in presenza dei
requisiti, non è stata accolta la richiesta del Presidente del Tribunale di
Trani. Quindi, è bene sottolineare che tutte le nuove cause ed i nuovi
procedimenti dal 13 settembre verranno trattati dinanzi al Tribunale di Trani.
Orbene,
la chiusura degli Uffici Giudiziari, almeno dalle nostre parti, si tradurrà in
un maggiore aggravio di costi per i lavoratori e soprattutto per i cittadini
che, sicuramente, vedranno peggiorare e reso più caotico il servizio giustizia.
E’ indubbio che per un cittadino di una qualsiasi città del circondario di
Trani, che comprende anche paesi lontani 60 km come Minervino Murge e
Spinazzola, sarà più costoso intraprendere un giudizio o porre in essere una
testimonianza. In più bisogna aggiungere che in un territorio dove la
criminalità organizzata e la microcriminalità sono bene radicate sicuramente si
sentirà la mancanza di importanti presidi di giustizia.
Probabilmente,
le opposizioni al taglio degli Uffici Giudiziari dai territori sono arrivate
tardi sia dalla politica che da alcune associazioni professionali. Allo stato
ed alla vigilia del 13 settembre è, forse, più utile gestire al meglio questa
fase della riorganizzazione degli uffici, dei traslochi e della nuova
allocazione che dovrà essere confacente alle norme sulla sicurezza per i
lavoratori e per gli utenti, oltre che per la città che ospiterà i nuovi uffici,
in termini di traffico e parcheggi, onde evitare che i cittadini siano ulteriormente
condizionati da inutili rinvii di udienze.
Infine,
non si può non sottolineare che le criticità e le difficoltà organizzative che
si stanno affrontando negli uffici sopprimendi ed accorpanti ed i riflessi
incerti sulla mobilità del personale interessato sono figlie, ancora una volta,
di un atteggiamento del Ministero poco incline al dialogo e con idee poco
chiare sulle cose da fare e su come migliorare i tempi della giustizia in
ossequio ai dettami costituzionali.
Il Segretario Provinciale
Massimo Marcone
Nessun commento:
Posta un commento