Nota del segretario generale Cgil Bat, Luigi Antonucci, sulla
decisione di chiudere reparti “vitali” degli ospedali di Barletta e Canosa di
Puglia.
Intorno alla metà di
settembre le porte del reparto dell’Unità di terapia intensiva coronarica di
Barletta e di Canosa di Puglia dovrebbero essere chiuse per contribuire,
insieme ad altre soppressioni, a far quadrare i conti della sanità, così come deciso
nel Piano di riordino. Le emergenze-urgenze, a partire dal prossimo autunno,
saranno affrontate nell’Utic di Andria che, al momento, conta sei posti letto
ma è chiamata a servire un’utenza di circa 400 mila abitanti. “Si possono
chiudere – si chiede Luigi Antonucci, segretario generale Cgil Bat – reparti ospedalieri
così importanti che hanno lo scopo, come accade per l’Utic, di salvare la vita
agli ammalati? Reparti come questi, dove gli interventi e le risposte
dovrebbero essere immediate, non possono chiudere i battenti senza porsi prima,
e soprattutto, il problema di garantire un’adeguata offerta sanitaria ma solo quello
di far quadrare qualche conto. A che prezzo?”
“Praticamente
– conclude Antonucci – i cittadini della Provincia che ne avranno bisogno dovranno
mettersi in fila per ‘aggiudicarsi’ uno dei sei posti letto di Andria. Se le
cose dovessero andare così, si creerebbe un rapporto sproporzionato, rispetto
alle medie nazionali, tra il numero degli abitanti ed i posti letto dell’Utic.
Chi ha decido per il taglio di questi reparti ha capito bene cosa stava
facendo? L’offerta sanitaria sul territorio è sufficiente? È adeguata a far
fronte alla domanda assistenziale? Va bene il preoccuparsi della salute delle
casse ma quella dei cittadini deve venire prima. Non vorremmo che il
‘pellegrinaggio’ per gli ospedali della Provincia in cerca di cure ed i
trasferimenti degli ammalati abbiano costi tali da rendere alla fine dei conti
il risparmio solo virtuale”.
Ufficio Stampa CGIL BAT
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