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martedì 29 ottobre 2013

BARLETTA : Cancelliamo le vie dedicate a Enrico Cialdini, Cavour e Vittorio Emanule II di Savoia per le stragi di contadini ( Chiamati Briganti).

Il 23/10 u.s., sulla Gazzetta del Mezzogiorno – Nord barese, è stato pubblicato un articolo firmato da Michele Grimaldi, funzionario dell’Archivio di Stato di Barletta, che ho letto con molto interesse, poiché riproponeva la questione dell’odonomastica con riferimento ad Enrico Cialdini, ed al fatto che Barletta, come tante altre città del meridione, ancora dedica a questo criminale di guerra (aggiungo io) una delle proprie principali vie del centro storico, unitamente al Re Vittorio Emanuele II di Savoia e Camillo Benso Conte di Cavour che, di quelle operazioni militari, furono rispettivamente il firmatario nonchè beneficiario, e l’ideologo.
Era l’anno 1861, l’anno, non dell’unificazione d’Italia, ma della feroce invasione e della sanguinaria colonizzazione piemontese del Regno delle due Sicilie, avviata con la spedizione di Garibaldi e dei Mille, che tanti probabilmente non erano, e che di leggendario non aveva nulla, tanto che non sarebbero nemmeno riusciti a sbarcare a Marsala, senza il sostegno, neanche tanto occulto, della massoneria europea e dell'Inghilterra in primis.
Tanto, tantissimo ci sarebbe da riscrivere, solo ed esclusivamente per la verità, quella verità che non si trova nel libri di scuola, ma nelle cicatrici delle storia.
Seguì una cruenta occupazione, fatta di massacri indiscriminati, di stupri e di saccheggi, a cui i nostri meridionali si opposero con orgoglio e determinazione, organizzando l'insurrezione e la resistenza: loro furono i nostri partigiani, gli altri invece i Savoia, li chiamarono briganti,
Per ammazzarli, tutti, e per piegare definitivamente i territori meridionali all’occupazione piemontese, nell'agosto del 1861, Enrico Cialdini, luogotenente plenipotenziario del Re Vittorio Emanuele II, venne inviato a Napoli, e a tal fine operò, sostenuto da una propaganda denigratoria che ebbe nella criminalizzazione antropologica delle teorie lombrosiane, il suo picco massimo d’infamità.
Cialdini organizzò una repressione spietata, tanto che da molti storici viene definita come la più sanguinosa carneficina mai avvenuta sulla nostra penisola: fucilazioni sommarie, saccheggi, rappresaglie, violenze, stupri, persecuzioni, devastazioni, sangue, morte e deportazioni, quest'ultime eseguite soprattutto verso il lager di Fenestrelle in provincia di Torino, dove ad attenderli c'era la morte.
Tra gli eccidi più efferati ai danni della popolazione civile si ricordano quelli di due paesi sanniti, Casalduini e Pontelandolfo, avvenuti il 14 agosto del 1861.
A Pontelandolfo ci sono stato personalmente, il 14 agosto u.s. e dopo 152 anni quei luoghi, quelle terre ed il sangue dei meridionali che vi è stato versato, urlano ancora per strapparsi dall’oblio in cui sono stati relegati, urlano ancora per riscrivere la storia, per quella verità che solo negli ultimi anni sta emergendo, tanto da indurre il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano a farne pubblica ed istituzionale ammenda, per tutti gli italiani.
"A nome del presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano, vi chiedo scusa per quanto qui è successo, e che è stato relegato ai margini dei libri di storia". Prof. Giuliano Amato 14 agosto 2011”: questo è ciò che si legge sulla targa, apposta ai piedi del monumento ai caduti, a Pontelandolfo.
Per quanto detto, e per gli stessi principi poi affermati nella Costituzione italiana, ai colonizzatori piemontesi, nessuna città dello Repubblica, tantomeno meridionale, dovrebbe dedicare alcunché, se non la censura della verità e della storia.
Nè tantomeno dovrebbe farlo Barletta, in ossequio a quelle medaglie al valor civile e militare, che le sono state riconosciute per i fatti del settembre del 1943. http://www.comune.barletta.ba.it/retecivica/medaglia/motiv.htm
Ultimamente, il 17/10 u.s. si è riunita la Commissione Toponomastica del comune di Barletta, presieduta dal sindaco Pasquale Cascella: l’invito e la speranza è che non si perda questa occasione per affermare una verità storica.
Sindaco, amministratori tutti: espelliamo Cialdini, Cavour e Vittorio Emanuele II di Savoia dalla toponomastica di Barletta, ripristinando l’antica denominazione di quelle Vie: rispettivamente Via delle Carrozze e Via del Cambio, e dedichiamo il Corso non al Re, ma ad altre personalità che possano effettivamente rappresentare i valori della città e della Costituzione, e magari a quel barlettano, soldato borbonico ventiduenne, Ruggero Spadaro, che non si inginocchiò all'invasore piemontese, e che per questo fu deportato e morì, proprio nel campo di concentramento di Fenestrelle.
Per la conoscenza, la cultura e per la storia, quella vera, però.
Cosimo Damiano Matteucci.
Cittadino iscritto al Circolo del P.D. di Barletta


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