Presentata nei giorni scorsi, dal Gruppo Consiliare Uniti per San Ferdinando, un’interrogazione al Sindaco, al Presidente del Consiglio Comunale e al Prefetto della Provincia di Barletta-Andria-Trani, questo il testo:
I sottoscritti Consiglieri Comunali,
premesso che:
l’utilizzo della bicicletta, come mezzo di trasporto, risulta utile sia in termini di buona salute psico-fisica, sia in termini di risparmio economico e sia in termini di efficienza energetica complessiva;
durante l’Amministrazione Puttilli e precisamente negli anni dal 2008 al 2011, furono approvate e finanziate (a valere interamente sulle risorse comunitarie dei Fondi FESR) due progettualità – Le Porte del Parco fluviale della Val d’Ofanto e il Programma Integrato di Rigenerazione della Val d’Ofanto, zona di espansione ex 167 – che contenevano ben precise scelte politiche tese a dotare la nostra città di una rete di percorsi ciclabili, quale prerogativa di sostenibilità ambientale e di connessione con il fiume Ofanto, il tutto, preservando una adeguata fluidità del traffico carrabile con quello pedonale nel rispetto delle norme in vigore;
considerato che:
con successive e reiterate Ordinanze del Sindaco pro-tempore, aventi per oggetto la disciplina della circolazione stradale e l’istituzione di nuove piste ciclabili, si è rivoluzionata la circolazione stessa a San Ferdinando di Puglia, senza tener conto della necessaria “istruttoria pubblica” che, sempre, deve precedere l’istituzione di un nuovo tratto a mobilità lenta, allorquando esso impatta sul centro storico e sul tessuto produttivo e organizzativo locale;
considerato inoltre che:
un siffatto pullulare di percorsi ciclabili presuppone l’adozione, in via preventiva, degli adeguati e propedeutici strumenti di pianificazione e progettazione previsti dalle norme vigenti;
appare dubbia e controversa l’opportunità e la convenienza di tali interventi estemporanei e lacunosi, sotto il profilo degli aspetti legati alla sicurezza dei tracciati;
preso atto che:
tali tracciati non risultano continui e riconoscibili; non risultano realizzati con fondi, finiture, arredi e accessori omogenei; non risultano chiari ed univoci, con segnalazioni adeguate delle direzioni e dei percorsi di avvicinamento;
visto:
il D.M. 30 novembre 1999, n. 557, Regolamento recante “Norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”;
il D.Lgs. n. 285 del 30 aprile 1992 “Nuovo Codice della Strada”.
Si interroga il Sindaco per sapere:
1) se, dal punto di vista tecnico-legislativo, ritiene il suo operato conforme al D.M. 30 novembre 1999, n. 557, il quale disciplina le Linee guida per la progettazione degli itinerari ciclabili;
2) se non ritiene di avere ecceduto nell’uso delle Ordinanze Sindacali ex artt. 5,6,7 del Nuovo Codice della Strada, atteso che, risulta assente, a monte, un qualsivoglia piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano previsti gli interventi da realizzare, e che sia comprensivo dei dati sui flussi ciclistici, delle lunghezze dei tracciati, della stima economica di spesa e di una motivata scala di priorità e dei relativi tempi di realizzazione;
3) se, in materia di sicurezza, ritiene di aver ottemperato alla c.d. verifica di compatibilità con le altre modalità di trasporto, verifica normativamente prevista per i Comuni, come il nostro, non obbligati alla predisposizione e all’approvazione del Piano Urbano del Traffico (PUT);
4) se non ritiene utile sospendere tale maldestra predisposizione dei percorsi ciclabili cittadini, avviando, nel contempo e nelle more dell’adozione degli strumenti di pianificazione e progettazione previsti dal D.M. 30 novembre 1999 n. 557, una Istruttoria Pubblica sulla questione, di concerto con i Gruppi Consiliari, le Associazioni Ambientaliste e le Organizzazioni Sindacali e di Categoria locali.
In ogni caso, a S.E., il Sig. Prefetto, si chiede di verificare, sulla questione, il rispetto delle norme in vigore e la regolarità degli atti, a tutela della collettività sanferdinandese.
I sottoscritti Consiglieri Comunali,
premesso che:
l’utilizzo della bicicletta, come mezzo di trasporto, risulta utile sia in termini di buona salute psico-fisica, sia in termini di risparmio economico e sia in termini di efficienza energetica complessiva;
durante l’Amministrazione Puttilli e precisamente negli anni dal 2008 al 2011, furono approvate e finanziate (a valere interamente sulle risorse comunitarie dei Fondi FESR) due progettualità – Le Porte del Parco fluviale della Val d’Ofanto e il Programma Integrato di Rigenerazione della Val d’Ofanto, zona di espansione ex 167 – che contenevano ben precise scelte politiche tese a dotare la nostra città di una rete di percorsi ciclabili, quale prerogativa di sostenibilità ambientale e di connessione con il fiume Ofanto, il tutto, preservando una adeguata fluidità del traffico carrabile con quello pedonale nel rispetto delle norme in vigore;
considerato che:
con successive e reiterate Ordinanze del Sindaco pro-tempore, aventi per oggetto la disciplina della circolazione stradale e l’istituzione di nuove piste ciclabili, si è rivoluzionata la circolazione stessa a San Ferdinando di Puglia, senza tener conto della necessaria “istruttoria pubblica” che, sempre, deve precedere l’istituzione di un nuovo tratto a mobilità lenta, allorquando esso impatta sul centro storico e sul tessuto produttivo e organizzativo locale;
considerato inoltre che:
un siffatto pullulare di percorsi ciclabili presuppone l’adozione, in via preventiva, degli adeguati e propedeutici strumenti di pianificazione e progettazione previsti dalle norme vigenti;
appare dubbia e controversa l’opportunità e la convenienza di tali interventi estemporanei e lacunosi, sotto il profilo degli aspetti legati alla sicurezza dei tracciati;
preso atto che:
tali tracciati non risultano continui e riconoscibili; non risultano realizzati con fondi, finiture, arredi e accessori omogenei; non risultano chiari ed univoci, con segnalazioni adeguate delle direzioni e dei percorsi di avvicinamento;
visto:
il D.M. 30 novembre 1999, n. 557, Regolamento recante “Norme per la definizione delle caratteristiche tecniche delle piste ciclabili”;
il D.Lgs. n. 285 del 30 aprile 1992 “Nuovo Codice della Strada”.
Si interroga il Sindaco per sapere:
1) se, dal punto di vista tecnico-legislativo, ritiene il suo operato conforme al D.M. 30 novembre 1999, n. 557, il quale disciplina le Linee guida per la progettazione degli itinerari ciclabili;
2) se non ritiene di avere ecceduto nell’uso delle Ordinanze Sindacali ex artt. 5,6,7 del Nuovo Codice della Strada, atteso che, risulta assente, a monte, un qualsivoglia piano della rete degli itinerari ciclabili, nel quale siano previsti gli interventi da realizzare, e che sia comprensivo dei dati sui flussi ciclistici, delle lunghezze dei tracciati, della stima economica di spesa e di una motivata scala di priorità e dei relativi tempi di realizzazione;
3) se, in materia di sicurezza, ritiene di aver ottemperato alla c.d. verifica di compatibilità con le altre modalità di trasporto, verifica normativamente prevista per i Comuni, come il nostro, non obbligati alla predisposizione e all’approvazione del Piano Urbano del Traffico (PUT);
4) se non ritiene utile sospendere tale maldestra predisposizione dei percorsi ciclabili cittadini, avviando, nel contempo e nelle more dell’adozione degli strumenti di pianificazione e progettazione previsti dal D.M. 30 novembre 1999 n. 557, una Istruttoria Pubblica sulla questione, di concerto con i Gruppi Consiliari, le Associazioni Ambientaliste e le Organizzazioni Sindacali e di Categoria locali.
In ogni caso, a S.E., il Sig. Prefetto, si chiede di verificare, sulla questione, il rispetto delle norme in vigore e la regolarità degli atti, a tutela della collettività sanferdinandese.
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