venerdì 7 marzo 2014

ANDRIA : La tares si puo’ pagare anche a rate. Morire a rate è tutta un’altra cosa!

Mentre i cittadini continuano a chiedersi perché pagare tanto dopo aver faticato per una buona raccolta differenziata; mentre i commercianti, gli artigiani, gli imprenditori continuano a chiedersi perché pagare tanto se si produce pochissimi rifiuti e se già si pagano costosi servizi di raccolta privata; mentre non si conosce ancora il futuro della nuova tassazione che a breve comparirà nelle nostre cassette postali con richieste di tanti altri soldi, pare che, finalmente, sia stato partorito il topolino ed ecco che tutto cambia.
Ricordate quella barzelletta delle due notizie, una negativa e l’altra positiva? Quella positiva era che il malato aveva ancora un mese di vita, quella negativa era che il medico aveva dimenticato di dirgli che dopo un mese sarebbe morto.
Noi andriesi stiamo facendo la stessa fine. Le espressioni di soddisfazione da parte della componenti politiche e persino di alcuni sindacati, che con euforia e inspiegabile soddisfazione gridano quasi alla vittoria per aver ottenuto la rateazione degli enormi importi da versare, rasenta il ridicolo e se qualcuno crede che la cosa sia tranquillizzante allora si sbaglia ancora di grosso.
Dopo le clamorose, contese vittorie a chi vogliamo darla la coppa Rimet?
Diamola a tutti quelli che si autoesaltano per aver raggiunto il risultato del secolo mentre al popolo, ai cittadini, ai contribuenti rimane l’amarissima soddisfazione di vedersi frazionata la vita, frazionate le preoccupazioni e finanche frazionata la morte. Eh si, perché morire a rate è tutt’altra cosa così come sarà tutt’altro quello che ci aspetta con il prossimo, imminente arrivo delle nuove batoste perché se qualcuno pensa di non parlare della nuova tassa sulla casa e su altri servizi deviando l’attenzione sulle futilità e sulle eterne ciarlerie politico-amministrative locali vuol dire che oltre ad essere persecutorio è anche maligno.
Dicono che le colpe stiano a Roma, o a Bruxelles o a Strasburgo o a Berlino o a Parigi. Questo a noi interessa poco perché se qualcuno consente che le nostre vite vengano gestite e stiano nelle mani straniere non c’è da rallegrarsi e questa, semmai, è un’ulteriore aggravante per l’intera classe politica che da tempo ormai non ci rappresenta più e approfitta per autocelebrarsi e autorappresentarsi.
Una sola semplice ed ingenua raccomandazione: la si smetta di millantare messaggi propagandistici subliminali e stanchevoli utilizzando, strumentalmente, la buona prassi della raccolta differenziata, della tutela ambientale con la motivazione di risparmi e di agevolazioni che mai nessuno ha ancora né visto né toccato con mano e alle quali, francamente, ormai non ci crede più nessuno.
Qualcosa da dire a proposito? Bocche cucite e tutti a cuccia. E, ci raccomandiamo, nessuno protesti perché anche protestare è vietato, severamente vietato e se lo fai son dolori ma noi protesteremo, eccome se protesteremo e lo faremo, come sempre, con le armi della democrazia e della libertà. Qualcuno si sta preparando per fermarci? Con quali armi improprie? Con le solite? Con l’indifferenza manifestata sino ad oggi di fronte ad una richiesta di incontro, regolarmente protocollata, presentata dalla nostra Associazione e mai evasa?
Come dobbiamo chiamarlo questo tipo di atteggiamento? Mafioso? Dittatoriale? Imperativo? O forse addirittura peggio ancora?
... e noi che ci ostiniamo a credere di essere ancora in democrazia.
Vogliono dare il premio Nobel per la Pace a Putin, noi siamo certi che ci siano altri personaggi più meritevoli e già abituati a riceverne in quantità industriale che stanno facendo molto peggio dello zar russo.
Chissà che anche il Premio Nobel non venga ad Andria.
Andria, 6 marzo 2014                                                                                                             Il Presidente L.A.C.

  Santovito Vincenzo

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