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giovedì 3 aprile 2014

ANDRIA : AFFISSO IN QUESTE ORE IL MANIFESTO PER LA DEMOCRAZIA DI LAC E CIPS

Andria, “Prego, registrarsi per assistere al Consiglio comunale”

VUOLE entrare in casa sua? Prego, mostri i documenti, si registri e poi vediamo se c’è ancora posto. Inizia così per il più umile dei cittadini andriesi quella che invece di essere una naturale, democratica e semplice partecipazione alla vita sociale della città assistendo al consiglio comunale dove i propri eletti devono dare dimostrazione di capacità, di serietà, di competenza e di comprensione diventa un’odissea al limite della disincentivazione e della sopportazione.
Proprio così. Per poter entrare in casa propria, cioè al palazzo municipale di Andria, che non è un albergo ma la Casa del Popolo e di tutti i cittadini, bisogna sottoporsi a tutta questa estenuante ed a tratti umiliante trafila.
Questo, in genere, accade ai detenuti quando entrano nei penitenziari ed accade oggi in maniera diffusa a chiunque si permetta di porre in essere una minima iniziativa di dissenso rispetto al potere precostituito degli intoccabili e dei manovratori che vorrebbero continuare ad agire indisturbati nell’espletamento di quello che “loro” definiscono, erroneamente “un lavoro pubblico” mentre si tratta di una funzione pubblica, al servizio del pubblico ed è cosa ben diversa ma come lo si fa a spiegare a lor signori?
Tornando ai controlli preventivi per l’accesso all’ascolto piuttosto che alla libera e democratica civile protesta garantita dalla Costituzione Italiana, ormai riteniamo che il limite sia stato ampiamente superato. Noi siamo convinti, fermamente e convintamente convinti che l’azione preventiva debba essere non già quella o solo quella del controllo ma nel porre in essere azioni di governo e di amministrazione che quei conflitti li evitino e soprattutto che diano le risposte attese in assenza delle quali i conflitti nascono e proliferano, come appunto accade ad Andria.
Sarebbe comodo, troppo e facilmente comodo trincerarsi dietro lo stato di polizia ma la domanda viene ancora spontanea e ci chiediamo: per le prossime volte cosa dovremo aspettarci lo schieramento dei carri armati sotto al comune dove è anche vietato ai cittadini di protestare?
Gli andriesi che chiedono che si pongano in essere azioni finalizzate alla creazione del lavoro sono cittadini ed elettori da ascoltare o terroristi talebani da incarcerare o da tenere sotto tiro? Argomenti scomodi e fastidiosi? Si, lo sappiamo e proprio per questo vogliamo rimanere ultima voce che non vuol tacere nella città degli spenti e degli addormentati, degli annientati, degli attendisti e degli opportunisti. Professionisti, associazioni, movimenti, politici, studenti, operai, artigiani, commercianti, pensionati, POPOLO DEL 9 DICEMBRE, che fine avete fatto?
Non fatevi ingannare, non fatevi imbavagliare, non fatevi intimorire e sottomettere. Quelli che devono essere controllati sono altri e sono quelli che quei luoghi pubblici li hanno sempre frequentati e lasciati frequentare da soggetti che mai hanno mostrato i documenti, eppure tutti vedevano, tutti hanno visto. Se qualcuno avesse visto prima, avesse chiesto prima, avesse impedito che alcune cose accadessero, ebbene, allora, oggi, non ci sarebbe forse neanche motivo di protestare e i cittadini sarebbero liberi di accedere alla propria casa cioè al palazzo municipale, tranquillamente e senza essere SCHEDATI.
Un’ultima considerazione e un messaggio a chi deve leggere ed ascoltare. Ovidio scrive: “quando uno non è tanto alto per farsi vedere deve mettersi scarpe alte quando cammina e cuscino sotto al sedere quando si siede e quando deve parlare con qualcuno più alto di lui per farsi sentire deve gridare”.
Molti rappresentanti politici di questa città sanno ormai fare solo questo ma “essere all’altezza, non otto volte ma almeno una volta, significa ben altro”. E noi aspettiamo di vedere la luce e di essere ancora convocati all’incontro richiesto ormai dallo scorso 3 febbraio.


 Il Presidente L.A.C.Santovito Vincenzo

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