Andria, “Prego,
registrarsi per assistere al Consiglio comunale”
VUOLE entrare in casa sua? Prego, mostri i
documenti, si registri e poi vediamo se c’è ancora posto. Inizia così per il più umile
dei cittadini andriesi quella che invece di essere una naturale, democratica e
semplice partecipazione alla vita sociale della città assistendo al consiglio
comunale dove i propri eletti devono dare dimostrazione di capacità, di
serietà, di competenza e di comprensione diventa un’odissea al limite della
disincentivazione e della sopportazione.
Proprio così. Per poter entrare in casa propria, cioè
al palazzo municipale di Andria, che non è un albergo ma la Casa del Popolo e
di tutti i cittadini, bisogna sottoporsi a tutta questa estenuante ed a tratti
umiliante trafila.
Questo, in genere, accade ai detenuti quando entrano
nei penitenziari ed accade oggi in maniera diffusa a chiunque si permetta di
porre in essere una minima iniziativa di dissenso rispetto al potere
precostituito degli intoccabili e dei manovratori che vorrebbero continuare ad
agire indisturbati nell’espletamento di quello che “loro” definiscono,
erroneamente “un lavoro pubblico” mentre si tratta di una
funzione pubblica, al servizio del pubblico ed è cosa ben diversa ma come lo si
fa a spiegare a lor signori?
Tornando ai controlli preventivi per l’accesso
all’ascolto piuttosto che alla libera e democratica civile protesta garantita
dalla Costituzione Italiana, ormai riteniamo che il limite sia stato ampiamente
superato. Noi siamo convinti, fermamente e convintamente convinti che l’azione
preventiva debba essere non già quella o solo quella del controllo ma nel porre
in essere azioni di governo e di amministrazione che quei conflitti li evitino
e soprattutto che diano le risposte attese in assenza delle quali i conflitti
nascono e proliferano, come appunto accade ad Andria.
Sarebbe comodo, troppo e facilmente comodo trincerarsi
dietro lo stato di polizia ma la domanda viene ancora spontanea e ci chiediamo:
per le prossime volte cosa dovremo aspettarci lo schieramento dei carri armati
sotto al comune dove è anche vietato ai cittadini di protestare?
Gli andriesi che chiedono che si pongano in essere
azioni finalizzate alla creazione del lavoro sono cittadini ed elettori da
ascoltare o terroristi talebani da incarcerare o da tenere sotto tiro?
Argomenti scomodi e fastidiosi? Si, lo sappiamo e proprio per questo vogliamo
rimanere ultima voce che non vuol tacere nella città degli spenti e degli
addormentati, degli annientati, degli attendisti e degli opportunisti.
Professionisti, associazioni, movimenti, politici, studenti, operai, artigiani,
commercianti, pensionati, POPOLO DEL 9 DICEMBRE, che fine avete fatto?
Non fatevi ingannare, non fatevi imbavagliare, non
fatevi intimorire e sottomettere.
Quelli che devono essere controllati sono altri e sono quelli che quei luoghi
pubblici li hanno sempre frequentati e lasciati frequentare da soggetti che mai
hanno mostrato i documenti, eppure tutti vedevano, tutti hanno visto. Se
qualcuno avesse visto prima, avesse chiesto prima, avesse impedito che alcune
cose accadessero, ebbene, allora, oggi, non ci sarebbe forse neanche motivo di
protestare e i cittadini sarebbero liberi di accedere alla propria casa cioè al
palazzo municipale, tranquillamente e senza essere SCHEDATI.
Un’ultima considerazione e un messaggio a chi deve
leggere ed ascoltare. Ovidio scrive: “quando uno non è tanto alto per farsi
vedere deve mettersi scarpe alte quando cammina e cuscino sotto al sedere
quando si siede e quando deve parlare con qualcuno più alto di lui per farsi
sentire deve gridare”.
Molti rappresentanti politici di questa città sanno
ormai fare solo questo ma “essere all’altezza, non otto volte ma almeno una
volta, significa ben altro”. E noi aspettiamo di vedere la luce e di essere
ancora convocati all’incontro richiesto ormai dallo scorso 3 febbraio.
Il Presidente L.A.C.Santovito
Vincenzo
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