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martedì 29 aprile 2014

CANOSA DI PUGLIA : Allarme randagismo dalla Lega Nazionale Difesa del Cane (LNDC)

randagiAllarme randagismo a Canosa di Puglia. Il canile sanitario, che da tre anni veniva gestito da Comune e Asl con l’apporto essenziale (sancito da un dettagliato protocollo d’intesa) dei volontari della sezione locale della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, stava ottenendo ottimi risultati. E attraverso un meticoloso lavoro di accalappiamento, sterilizzazioni, cure e adozioni il problema endemico dei cani vaganti che attanaglia drammaticamente il Sud, e in particolare la Puglia, sembrava un lontano ricordo.
“Ma da qualche mese si è bloccato tutto”, racconta Sabina Di Giacomo, presidente della sezione di Canosa. Che cosa sia accaduto è presto detto: la cosiddetta Check List, una sorta di censimento/ispezione dei canili siti nel territorio pugliese, varata dalla Regione Puglia, ha dichiarato non idonea la struttura. Non perché all’interno della stessa fossero disattesi i principi , sanciti dalle leggi vigenti, in tema di diritti e benessere degli animali, ma bensì a causa di inadeguatezze di carattere strutturale. Ovvero è successo quello che le Lega del Cane aveva paventato quando è stato dato il via alla Check List . Come era stato scritto nel comunicato stampa a commento del lancio della “missione”: “Si tratta di un’iniziativa lodevole per l’Associazione che auspica venga svolta in totale trasparenza e soprattutto condotta con criteri di buon senso, iniziando a fare sopralluoghi nelle numerose e conosciute strutture lager private della regione, sorte dovunque spesso con l’unico scopo di speculare sulla pelle dei randagi”.
“Chiuso il Sanitario” - spiega la Di Giacomo- “non c’è più un posto per effettuare le sterilizzazioni e la degenza postoperatoria e nemmeno un luogo dove ospitare le cucciolate, spesso frutto di una mentalità arretrata contraria a mettere maschi e femmine in condizione di non procreare. Per ovviare a questo totale black out, che riguarda anche le colonie feline, il veterinario Asl tre pomeriggi la settimana opera in un ambulatorio privato. Ma non basta a risolvere i problemi. La degenza, anche per gli animali incidentati, non essendo più agibili i box dove i volontari prestavano assistenza sanitaria anche h24, è a casa dei volontari o presso persone di buona volontà che mettono a disposizione degli spazi. Ormai, praticamente, non passa giorno senza che vengano segnalate mamme con cuccioli appena partoriti. Siamo al collasso. E pensare che da quando era stato stilato il protocollo fra Comune e Lega del Cane, che prevedeva anche la preparazione a nostra cura di un album fotografico aggiornato e con scheda dell’esemplare per incentivare le adozioni, si era arrivati a trovare famiglia a una media oscillante fra i 250/300 cani all’anno. Ora invece è un’emergenza via l’altra alla quale senza un sanitario di riferimento è impossibile far fronte”.
Insomma a Canosa si sta vivendo una situazione disperata che mette a serio rischio anche la civile convivenza uomo – animale. E da cui non si intravede via di uscita se non quella di appellarsi al Comune affinché porti urgentemente a termine il risanamento del canile sanitario già esistente.

Fonte: comunicato stampa LNDC

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