Arriva dalla sezione Lavoro
della Cassazione civile, con sentenza n. 7106 del 26 marzo, la conferma che il
sindaco Paolo Marrano ha agito, nel pieno rispetto della legge, in occasione
del trasferimento del signor De Vincenziis dal
comando dei vigili urbani ad altro settore del Comune.
La vicenda, sulla
quale si è pronunciata la Corte di Cassazione, è accaduta in un paese delle
Marche, ma è simile a quanto avvenuto nei mesi scorsi a Margherita di Savoia.
Un comandante dei polizia municipale viene trasferito ad altro settore e
presenta ricorso, senza successo, per il suo reintegro e, dopo aver perso anche
in appello, l’ex comandante ricorre in Cassazione anche in questa caso senza
successo.
Nella storia che arriva dalle Marche il trasferimento del comandante
nasce a seguito di una contrapposizione
tra il primo cittadino e il funzionario comunale, spostato dal comando dei
vigili urbani all’ufficio commercio. Da qui la decisione dell’ex comandante di
presentare i ricorsi, tutti rigettati: in buona sostanza, ha motivato la
Cassazione in ultimo grado, per assicurare il buon andamento della pubblica
amministrazione occorre solo rispettare il criterio dell’equivalenza formale,
indipendentemente dalla professionalità acquisita dal lavoratore. Il primo
cittadino, nel caso della vicenda marchigiana, ha esercitato correttamente il
proprio potere effettuando la rotazione degli incarichi apicali.
Una sentenza
che conferma, se mai ce ne fosse ancora bisogno, la corretta decisione del
sindaco Paolo Marrano di effettuare la rotazione dei dirigenti del Comune e,
tra questi, anche il trasferimento ad altro settore del signore De Vincenziis.
“Credo che la sentenza della Cassazione faccia giurisprudenza e, di fatto,
chiude una vicenda a tratti anche antipatica, soprattutto per i toni e gli
atteggiamenti, spesso di sfida, messi in campo dal signor De Vincenziis nei
confronti del sottoscritto e dei componenti della Giunta comunale. Sapevo di
aver agito nel pieno rispetto della legge e il tempo mi darà ragione. Adesso,
con la sentenza della Corte di Cassazione, quei tempi sono già maturi per
scrivere la parole fine a questa storia”.
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