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giovedì 30 ottobre 2014

CANOSA DI PUGLIA : La violenza ha paura delle tue parole. Un segnale forte dal convegno all’UNITRE.

Una lezione speciale quella organizzata nell’ambito delle attività della campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura del Benessere della Persona, indette dall’Ordine degli Psicologi della Regione Puglia per “Ottobre 2014: Mese del Benessere Psicologico Puglia”, e condivisa da una platea attenta e sensibile come quella dell’Università della Terza Età Sezione “Prof. Ovidio Gallo”di Canosa di Puglia(BT). Lunedì scorso, l’Auditorium dell’Oasi “Arcivescovo Francesco Minerva” ha visto salire in cattedra la dottoressa Annunziata Minerva, psicologa psicoterapeuta, esperta in dipendenze patologiche e consulente del “Movimento Internazionale Anti-stalking, Anti-pedofilia e Pari Opportunità” per il convegno intitolato “La Violenza Domestica: dietro la porta chiusa”, Per gli onori di casa sono intervenuti il professor Donato Metta e il dottor Sabino Trotta, l’ex ed il neo presidente dell’UNITRE di Canosa che hanno presentato le ospiti della serata, tra le quali anche l’avvocata Annalisa Iacobone e la dottoressa Mirella Malcangi, dedicata ad un fenomeno dilagante e molto complesso nella società di oggigiorno.
La violenza domestica è quella violenza che si consuma tra le mura di casa, quella violenza che ha le chiavi di casa, è il sopruso più diffuso contro le donne. La violenza domestica è tanto più grave perché si sviluppa all’interno di rapporti affettivi e provoca un grave danno nella dimensione della fiducia sia verso se stessi che verso gli altri. La violenza provoca importanti danni fisici e psichici a breve e a lungo termine. Essa implica una grave e pervasiva invasione del sé, annientando il senso di sicurezza della donna. Impotenza, passività, incapacità di prendere decisioni, confusione, sono solo alcuni degli effetti più frequenti. Tuttavia le donne non ne sono le uniche vittime anche i bambini che crescono in ambienti domestici violenti sviluppano traumi psicologici che spesso li accompagnano per tutta la vita. Assistere alla violenza all’interno della propria famiglia costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo di aggressività, depressione, ansietà. Il bambino esposto alla violenza sperimenta costantemente una paura senza soluzione, in quanto l’oggetto della paura coincide con quella che dovrebbe essere la fonte di protezione. Il conflitto tra l’esigenza di allontanarsi dalla fonte della paura e l’esigenza di avvicinarsi per essere rassicurato non consente lo sviluppo di una coerenza e unitarietà. Inoltre, i bambini testimoni della violenza intrafamiliare apprendono che l’uso della violenza è normale nelle relazioni affettive e che l’espressione di sentimenti, emozioni, pensieri è pericolosa in quanto può scatenare la violenza.
Dare voce alla violenza rappresenta il primo passo per contrastarla e sconfiggerla, per questo le volontarie del Movimento anti-stalking, anti-pedofilia e pari opportunità mettono a disposizione della comunità le loro professionalità, impegnandosi non solo nelle attività di ascolto e consulenza, ma anche attraverso campagne di sensibilizzazione mirate ad espandere quella rivoluzione culturale che restituisca dignità alla donna. L’equipe del Movimento anti-stalking, inoltre, grazie al volontariato espresso dalle operatrici tutte qualificate e specializzate come la psicologa Titty Minerva, l’avvocata Annalisa Iacobone e la dottoressa Mirella Malcangi, per rafforzare le attività a contrasto della violenza di genere. Dallo scorso gennaio ha messo le proprie competenze a disposizione del Centro Anti-Violenza Futura della Provincia Barletta-Andria-Trani, operativo sul territorio di Canosa di Puglia(BT) attraverso lo sportello di prossimità ubicato presso la Parrocchia “Gesu, Giuseppe e Maria” in via Federico II. Applausi e sentiti apprezzamenti da parte dei presenti  che hanno prestato la massima attenzione  al particolare tema affrontato in difesa delle donne che hanno subito o che sono a rischio di subire violenza fisica, psicologica, emotiva, sessuale o economica, indipendentemente dalla loro età, religione, nazionalità,origine etnica, orientamento sessuale, condizione legale, sociale e stato civile, credo politico e condizione economica. In questi mesi, il Centro Anti-Violenza Futura sta promuovendo proficuamente “una cultura di genere non violenta” a favore delle vittime di violenza attraverso un percorso di affermazione del proprio diritto alla vita.

 Bartolo Carbone


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