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venerdì 19 dicembre 2014

TRINITAPOLI : Un territorio “unicum”.

Le ricchezze del centro della provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT) tra archeologia, aree protette e buona cucina

Storia, archeologia, religione, natura ed enogastronomia sono i percorsi da seguire per conoscereTrinitapoli, un centro che di recente appartiene alla provincia di Barletta-Andria-Trani (BAT). Si può partire dalla religione per approdare alla storia.
L’antico casale della Trinità – Furono, infatti, i monaci dell’Abbazia Benedettina della Trinità del Monte Sacro che fecero costruire intorno all’anno 1000 una chiesa dedicata alla Santissima Trinità, la Ecclesia Sanctae Trinitatis, intorno alla quale si trasferirono i cittadini dell’antica Salpi dando vita al primo nucleo di abitazioni, a cui fu dato il nome di Casale della Trinità. L’agglomerato urbano è stato feudo di alcune famiglie nobili e Commenda Magistrale dell’Ordine dei Cavalieri di Malta sotto il governo del Gran Priorato di Venezia. Una peculiarità deriva dal fatto che il borgo si sviluppò fino a diventare il luogo dove i pastori abruzzesi portavano a svernare le greggi percorrendo i tratturi della transumanza. La crescita economica, demografica ed urbanistica che ne seguì fecero ritenere non più appropriato il nome di “Casale”, per cui nel 1863 si chiese a Vittorio Emanuele II, Re d’Italia, di cambiare il suo nome in quello attuale.

Tra saline e aree protette – 
A questo punto è giunto il momento d’immergersi nella natura che custodisce il prezioso “tesoro” rappresentato dai circa 4 mila ettari della Zona Umida di Margherita di Savoia.  Si tratta della più importante area protetta dell’Italia peninsulare centro-meridionale per la sosta, nidificazione e svernamento degli uccelli acquatici, dichiarata di valore internazionale dalla Convenzione di Ramsar nel 1971. E’ un’area di grande valenza dal punto di vista ambientale a tal punto da essere parte integrante della nuova zona a Protezione Speciale individuate dall’Ufficio Parchi della Regione Puglia. Tale zona è l’habitat ideale per circa 200 specie di uccelli, tra cui fischioni, volpoche, avocette, aironi, spatole e fenicotteri rosa. I suoi terreni salsi e paludosi, inoltre, ospitano una grande varietà di piante alofile. Dalla stessa convenzione prende il nome il Centro di Educazione Ambientale “Casa di Ramsar”, un luogo dedicato principalmente alla conoscenza e valorizzazione delle zone umide di cui la Salina costituisce uno straordinario esempio. Da qui si può esplorare anche il Parco cittadino della Zona Umida, un’area di pregio naturalistico racchiusa tra la città e le vasche evaporanti delle saline, nella quale sentieri, percorsi attrezzati e torrette di avvistamento permettono di sostare e cimentarsi nel birdwatching.Gli ipogei – 
Per continuare a scoprire le “radici” di questo territorio bisogna proseguire con l’archeologia. Sono numerosi gli ipogeiche dal 1987 ad oggi sono stati ritrovati in zona Madonna di Loreto, templi sotterranei in cui si svolgevano riti sacri di carattere propiziatorio, probabilmente legati alla fertilità della “madre terra”. Successivamente alcuni di essi tornarono ad essere frequentati ed utilizzati come tombe collettive che hanno custodito centinaia di sepolture, restituendo preziosi corredi funerari di rara bellezza. Il gran numero delle sepolture e la ricchezza di corredi funerari rende questi ipogei un “unicum” in Italia per l’età del Bronzo. Tutti i reperti sono conservati nel Museo degli Ipogei, recentemente ristrutturato. Il Parco Archeologico degli Ipogei è dotato di un modernissimo centro servizi, attrezzato per ogni tipo di attività complementare alle visite guidate.

Finalmente a tavola – 
La conoscenza di questo territorio non può che terminare “a tavola”. Le sue tradizionali specialità gastronomiche si tramandano da intere generazioni ed ha antiche origini. In essa s’incontrano sapori e cibi genuini della cultura contadina  e ricette raffinate d’altri tempi. I segreti dell’arte culinaria sono i prodotti di stagione ed i condimenti, come l’olio extravergine d’oliva, prodotto dalla semplice spremitura delle olive nostrane, il carciofo violetto, che primeggia tra le varietà di ortaggi del territorio, e le preziose mandorle per ogni dolce tradizionale. Completa il panorama l’uva a bacca bianca e rossa, da tavola o destinata alla produzione di vino.
Fonte : http://www.ambienteambienti.com/

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