Siamo sono stati appellati di praticare “terrorismo” da parte
della sezione locale di Forza Italia.
Un
vero scoppio di ira incontrollato da parte del
partito di Forza Italia per aver reso pubblico sulla stampa un atto di
consiglio comunale, è evidente che per loro la difesa del compagno di partito
ass. Eugenio DiFidio era ed è indispensabile.
L’amministrazione
si tiene in piedi con solo 9 persone: perderne anche UNA, significa tornare a
casa.
Ma da questo, ad essere definiti “terroristi”
per aver doverosamente sollevato delle forti perplessità sul riconoscimento di
un risarcimento alla famiglia dell’Ass. DiFidio, dapprima in consiglio comunale
e coerentemente sulla stampa dopo, ne passa.
Crediamo, ora più che mai, che
dobbiamo insistere nel nostro percorso ispirato ai principi della libertà
d'informazione politica e amministrativa. Consigli comunali di mattina e
divieto di videoriprese delle sedute parlano chiaro: servono ad evitare la
partecipazione ed informazione popolare.
E' diritto insopprimibile dei cittadini
conoscere cosa accade nel Palazzo di Città, nel rispetto della verità
sostanziale dei fatti.
Ci viene confutato di aver detto il
falso –volutamente- con affermazioni errate: nessun 1985, nessuna comproprietà
per meno della metà (anzi con una quota di 28/36!), nessun sospetto di
prescrizione.
Forza Italia dove le assume queste
informazioni?
Noi abbiamo conoscenza di quello che
è nella delibera del Consiglio Comunale, in allegato.
E leggiamo che gli atti partono dal
1985, che i f.lli Difidio sono comproprietari di 14/36 (quindi meno della metà)
e che la prescrizione non è stata interrotta dal 16/2/2009.
Il partito di Forza Italia per
“sopravvivenza amministrativa” si difenda l’assessore Di Fidio -se ne è capace
senza offendere- ma non abusi della parola “verità”.
Mentre è fin troppo impegnata ad
offendere noi, non si cura che invece sta ingannando l’intera cittadinanza.
Dott.ssa Anna Maria Tarantino
Avv.
Pasquale Lamacchia
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