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giovedì 2 luglio 2015

ANDRIA : C'è un centrosinistra che fatica ad attrarre consenso, è necessario un confronto serrato e un cambiamento immediato di rotta

Si è tenuto giovedì 25 giugno u.s. un incontro a cui hanno partecipato tutti gli iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico presso la sala  Genius Loci, ad Andria, al fine di  avviare una seria riflessione sui recenti risultati elettorali.  Ringrazio pubblicamente il prof. Sabino Fortunato per l’impegno e la passione profusa in questa campagna elettorale.
Il dibattito è partito dall'analisi del voto. É opportuno, preliminarmente, evidenziare un forte astensionismo degli elettori,  segno inconfutabile  di una grande sfiducia nei confronti della politica. 
Nonostante la vittoria al 1° turno del Sindaco Avv. Nicola Giorgino, quest’ultimo, tuttavia ha perso importanti consensi rispetto alle  amministrative del 2010. (circa 6.070 voti per una percentuale che nel 2010 si attestava attorno al 58,60 % e nel 2015 si attesta al 52,25%).
Il centrosinistra andriese, inoltre,  segnala un calo ben più consistente.  Nello specifico, il PD mantiene quasi inalterato il suo consenso rispetto al 2010 (270 voti in meno rispetto al 2010) ; le varie liste civiche, invece, perdono oltre 10.000 voti; consensi  che, tuttavia,  hanno contribuito alla crescita del M5S.
 Se considerassimo i voti totalizzati dal centro sinistra  alle regionali rispetto ai voti  riportati alle comunali si nota una differenza di circa 7.000 voti in meno.  Appare chiaro, quindi,  che qualcuno ha  deciso di non “giocare” la partita delle amministrative o di giocarla in maniera anomala.
Alla lettura dei “numeri”  ha fatto seguito un confronto serrato ma proficuo, nella convinzione che è necessario partire da questi dati per fare una seria e approfondita analisi di quella che è la situazione, ad Andria, del centrosinistra in generale e del PD in particolare allo scopo di mettere in campo le “strategie” e le “scelte” più adeguate.
Sentiamo tutti bruciare la sconfitta alle amministrative ed è una sofferenza acuita dal fatto che ancora oggi non ci capacitiamo della coalizione che siamo riusciti a mettere insieme e che ha prodotto questo risultato.
Ci eravamo illusi e “rallegrati” per essere riusciti a rimettere insieme quelle che abbiamo sempre definito le “varie anime” del centrosinistra cittadino ma, visto il risultato, non è stata sicuramente un'operazione proficua e forse si doveva pensare a qualcosa di completamente nuovo e diverso.
Abbiamo formato una coalizione che si è aggregata attorno alla “scelta” condivisa e richiesta da molti di individuare il candidato sindaco attraverso le primarie, uno strumento  che tutti riconosciamo essere di grande partecipazione democratica ma che, ora possiamo dirlo, nel caso di Andria, poteva e doveva essere evitato. A tutto questo si somma la  chiara sensazione che forse qualcuno aveva deciso di non giocare la partita delle amministrative o di giocarla in maniera anomala. È indubbio che nella partita delle amministrative ha influito in maniera determinante la decisione, assunta dalla segreteria regionale, di non concedere ad Andria un candidato PD nella lista regionale. Una scelta che non abbiamo condiviso e che abbiamo convintamente cercato di contrastare.
Dall'analisi numerica si evince che ad Andria c'è un centrosinistra che fatica ad attrarre consenso e partecipazione  ed, inoltre,  non riesce a tenere unito il suo gruppo dirigente.
È urgente, a partire dal PD,  un confronto serrato e un cambiamento immediato di rotta perché l'allarme c'è e sta suonando forte da tempo, continuare a non ascoltarlo ci porterebbe tutti nel baratro. Il PD di Andria dovrà necessariamente contribuire alla nuova fase costituente del più ampio progetto provinciale e regionale e, a livello cittadino, dovrà pianificare un cambiamento di rotta drastico, repentino, eventualmente ed auspicabilmente anche promuovendo altri attori in campo. Non è più tempo di semplici steccati e di veti incrociati; basta al partito trasformato in comitati elettorali permanenti, ma questo vale per i cosiddetti “vecchi” come anche per quelli che si considerano “giovani o nuovi” che  spesso mettono in campo le stesse riprovevoli strategie.
È indispensabile un impegno da parte di tutti affinché il gruppo dei giovani, che pur è presente, finalmente decolli e si formi in tempi brevi una nuova classe dirigente in grado di prendere in mano le sorti del circolo.
Occorre cambiare strategia anche per il tanto spesso declamato “coinvolgimento della società civile” poiché la stessa, fino ad ora, non ha mostrato di percepire come tanto “nuovi” coloro che si proponevano come tali.
Occorre, sin da subito mettere in campo un rapporto  sinergico fra gruppo consiliare,  dirigenza del PD e società civile  per attuare, senza sconti per nessuno, una opposizione serrata ma anche propositiva a questa amministrazione che, come se non bastasse, non è nata sotto i migliori auspici, visto il varo della giunta tecnica che sancisce il fallimento pieno della politica e della coalizione di centrodestra risultata vincitrice delle amministrative.

Il segretario cittadino
Maria Carbone

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