È il tempo della responsabilità anche
nella scuola. Tutta la popolazione studentesca locale ha bisogno di vivere l’esperienza
formativa in locali dignitosi, accoglienti e non può passare l’idea che i
diritti di alcuni possano prevalere sugli altri. È doveroso, dunque, porsi,
come amministratori, l’esigenza di utilizzare al meglio le strutture
scolastiche e le risorse pubbliche. La Provincia Barletta Andria Trani ci ha
provato, avendone la competenza, con la delibera del 14 settembre 2015,
assegnando “pro indiviso” all’istituto professionale “Garrone” e all’istituto
tecnico per geometri, l’intero plesso del “Nervi”. In coabitazione, insomma,
dopo momenti di confronto partecipato, anche teso, tra dirigenti scolastici,
rappresentanti delle istituzioni locali e il direttore dell’Ufficio Scolastico
Regionale, finalizzato a un’operazione di rilancio di entrambi gli istituti. Da
una parte, si riconosce la crescita del “Garrone”. Dall’altra si punta a
razionalizzare le strutture con la promozione di un Polivalente tecnico grazie
a un finanziamento che la Provincia Barletta Andria Trani, raccogliendo una
proposta del Comune, ha messo a disposizione per la costruzione di un “blocco”
laboratori per la intera comunità scolastica del “Fermi” - “Nervi” -
“Cassandro”.
Credo sia opportuno, a dieci giorni
dal provvedimento della Provincia, che ha sciolto il nodo istituzionale,
lanciare un appello ai dirigenti interessati perché si incontrino
immediatamente per individuare la soluzione della controversia, magari
avvalendosi della esperienza del professor Luciano Gigante, incaricato dalla
stessa Provincia con il sostegno del Comune di Barletta di favorire una equa
composizione della questione.
Quattrocento alunni del “Garrone”
attendono soluzioni compatibili con le esigenze della propria realtà didattica
per evitare da lunedì prossimo doppi turni, mentre altrettanti studenti del
geometri vorrebbero legittimamente conoscere come e in quali laboratori
potranno quest’anno formarsi. Si tratta, com’è evidente, di una questione
organizzativa che investe, appunto, innanzitutto la responsabilità dei
dirigenti. È doveroso, quindi, che contribuiscano nel loro ruolo pubblico a
ricercare celermente con le istituzioni efficaci risposte dovute ai nostri
ragazzi, alle famiglie, al corpo docenti, alla scuola e all’opinione pubblica,
affinché non si scada in una disputa sterile tra istituzioni scolastiche: ricordiamo
tutti che la Scuola è patrimonio dell’intera comunità cittadina.
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