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News dalle Città della BAT

martedì 26 aprile 2016

TRINITAPOLI : La riunione del centro sinistra naufraga in un mare di insulti

Ieri si è consumato uno spettacolo indecoroso per la storia del centro sinistra che grazie alla caparbietà del Movimento dei Cavalli si è potuto vedere, tutto in diretta streaming ( è registrato sulla stessa pagina Movimento dei Cavalli).
La vera esclusa della riunione di ieri è stata la politica, più volte invocata al tavolo, dal candidato sindaco Lillino Barisciano e totalmente ignorata dal resto degli attori non protagonisti.
Infatti la candidata sindaco Anna Maria Tarantino è disposta a fare il ballottaggio tra lei e Lillino Barisciano, con il bene stare del PD guidato dalla segreteria di Maria Andriano , la quale inspiegabilmente rinuncia a candidare un suo esponente. la segretaria infatti, avrebbe ottime carte come : Mimmo Triglione direttore di Poste italiane e Donato Piccinino insegnante e consigliere uscente, in nome di chi ? Del candidato di SEL che si contrappose a loro alle ultime elezioni, caos totale insomma.
La candidata sindaco Anna Maria Tarantino è disposta ad accettare 15 nomi scelti dalle segreterie di tutti i partiti. Praticamente una gabbia politica formata da esponenti che fino a ieri si sono contrapposti , ed oggi dovrebbero governare insieme a lei senza problemi. Per non parlare dell’assurdo totale che si manifesta al limite del ridicolo, quando si va a costatare che : Come è possibile che un gruppo di persone, le quali non sono capaci di scegliere un candidato sindaco, ora per miracolo sanno scegliere e spartire 15 nomi da mettere in lista ?
Questo modo di pensare non è politico ma tecnico, in pratica il sindaco sta lì a ratificare le scelte di gente che non è mai andata d’acordo e che per miracolo dovrebbe farlo, in nome di quale interesse pubblico? Nessuno dei presenti lo ha capito.

Lillino Barisciano ovviamente ha accettato il ballottaggio, ma non ha accettato il metodo di governo che gli veniva imposto. Infatti se loro scelgono consiglieri e assessori il sindaco che va a fare il pupazzo? In tal caso non ci serve Lillino, il candidato l’avremmo di già. La verità è che il movimento dei Cavalli vuole rilanciare la questione morale , ecco spiegato l’insistenza nel voler ragionare con i cinque stelle i quali si rifanno a Berlinguer in materia di moralità. Il centro sinistra di Lillino è diverso da quel tavolo, lui vuole parlare di fatica, di programma di ore lavoro. Quel tavolo di nomi e candidature. Tutto questo è INACETTABILE. Che ognuno vada per la propria strada e che scelgano i cittadini, il video è on line, registrato e tutti possono farsi un idea precisa di quello che è successo.
Per quanto riguarda il finale è solo vergognoso non ci sono commenti.

Ci limitiamo solo a far notare ai cittadini se è normale e politicamente corretto, che un candidato sindaco e professionista come Anna Maria Tarantino , chiami per soprannome il Signor Tonino Andriano apostrofandolo “Vidocq” ( ndr. per gli ignoranti si scrive così e non con la K ) il quale era lì non come turista, ma come rappresentante dell’altra delegazione.  Con l’aggravante che la Tarantino era stata diffidata pubblicamente dallo stesso Andriano ad essere chiamato per soprannome perché lo riteneva offensivo nei suoi confronti. Infatti i cittadini devono sapere che quel “dettaglio” di chiamare l’interlocutore per soprannome a fatto infuriare lo stesso Andriano che ha mandato a quel paese tutti. Noi non sappiamo se la Tarantino abbia provocato di proposito l’incidente, di certo sappiamo che sapeva bene che lo stesso Andriano gli aveva fatto notare che non gli consentiva tale confidenza e comunque è INACCETTABILE che ad un tavolo politico ci si chiami per soprannomi e non per nome o cognome.  Per quanto riguarda il modo di urlare contro un uomo anziano, non commentiamo lasciamo ai cittadini il giudizio. Ora si spera che Lillino Barisciano ascolti la gente di Trinitapoli, che gli chiede di andare avanti senza se e senza ma, diritto verso un paese migliore di come lo è adesso.

Il bene comune deve essere l’obbiettivo, come la politica non deve essere uno strumento di potere per il potere.

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