All’indomani
del disastro Ferroviario della Bari-Nord nel territorio andriese e,
dopo il necessario silenzio, è inevitabile che la politica torni a
svolgere il suo ruolo, per una volta magari, affrancandosi dalla
costante Ipocrisia.
Abbiamo
rispettato il dolore dei parenti, non abbiamo presenziato ad alcuna
agorà, abbiamo creduto che il silenzio fosse l’unico rispetto per
le vittime, ritenendo qualunque altro gesto, una inutile passerella
mediatica ed un falso accostarsi al dolore. Dolore, che non può che
essere dei soli parenti e che nessun mai potrà edulcorare.
Questa
sciagura ripropone ormai il grande tema delle infrastrutture, il
grande divario tra investimenti al Nord, piuttosto che al Sud, il
controllo dei capitali rispetto ai servizi e ai bisogni. La difesa
degli interessi dei pochi, piuttosto che l’attenzione ai veri
problemi del paese.
Noi
Verdi, siamo stati sempre ritenuti responsabili, da gran parte
dell’opinione pubblica e dai concorrenti Politici, per aver
bloccato l’Italia, per aver ostacolato le grandi opere, per non
aver ammodernato il Paese. Invero lo abbiamo difeso dalle grandi
speculazioni e dalle inopportune infrastrutture che avrebbero
ingrassato i conti dei politici, dei funzionari e delle imprese
speculatrici.
Pertanto
anche alla luce di questi tragici avvenimenti riproponiamo la nostra
unica vera grande opera infrastrutturale che abbiamo sempre
invocato: la messa in sicurezza dell’Italia intera.
L’ammodernamento del Paese Italia passa attraverso la sistemazione
dell’esistente, la sua messa in sicurezza, senza ulteriore consumo
del territorio.
La
messa in sicurezza non riguarda solo e soltanto l’assetto
idrogeologico ma tutte le opere eco-compatibili, in grado di
migliorare la nostra qualità della vita e in difesa della stessa.
Riteniamo
che questo possa essere il volano che faccia ripartire economicamente
l’Italia. La rete di collegamenti tra nord e sud, tra Adriatico e
Tirreno. Se si considera che la Sicilia sta franando e che le
condutture di rete idrica in tutta Italia sono a rischio e che buona
parte dell’acqua si disperde lungo la rete ormai obsoleta. Che la
sicurezza stradale, ferroviaria è seriamente compromessa ci
chiediamo: com’è possibile pensare alla TAV o al Ponte sullo
stretto se ci sono queste emergenze che mettono a rischio la vita dei
cittadini?
Non
serve il ponte sullo stretto di Messina se non hai ancora una rete
ferroviaria efficiente, delle strade di collegamento veloci, se Bari
non è perfettamente collegata a Napoli, a Roma a Reggio Calabria a
Salerno ecce cc; se le strade esistenti non sono percorribili e
crollano al minimo scroscio di pioggia, che, per le alluvioni e le
frane sempre più frequenti, alcune città vengano sommerse dal fango
e alcune montagne si sgretolano al suolo, mietendo solo vittime.
Come
sempre queste scelte implicano la difesa della vita rispetto agli
interessi di altra natura.
Il
Sud è in estremo ritardo anche rispetto alla tecnologia. E’
inimmaginabile che lungo la tratta della Bari Nord non ci siano
sistemi di sicurezza tali da scongiurare episodi del genere, in
un’epoca in cui le auto si muovono senza pilota, gli
elettrodomestici si comandano con le APP dal cellulare, che puoi
aprire casa, chiuderla, inserire antifurto, accendere le luci ecc.
ecc. con il solo cellulare.
Allora
la domanda che poniamo è semplice…….
Non
ci sono domande. Perché si attendono solo risposte.
Il
Co-portavoce Regionale dei VERDI
Cesareo Troia
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