Il
copione ormai lo conosciamo a memoria, quando un’azienda insalubre
sale sul banco degli imputati a causa delle sue attività, passa
rapidamente all’offensiva nel tentativo di tranquillizzare
un’opinione pubblica sempre più allarmata. È accaduto nel recente
passato con la Cementeria Buzzi Unicem, che ha promosso non solo
visite guidate dello stabilimento a giornalisti e alle scolaresche,
ma è arrivata a promuovere un tour con la partecipazione del primo
cittadino, cercando di rimescolare le carte in tavola e rilanciare la
propria immagine.
Oggi
anche la Timac ha deciso di mettere in campo un’iniziativa simile
con una conferenza stampa e una successiva visita allo stabilimento.
È
comprensibile che le aziende cerchino di allontanare dal proprio
orizzonte la responsabilità dell’impatto ambientale che producono
sul nostro territorio.
Anzi,
queste aziende cercano di far passare l’idea che forse le
responsabilità debbano essere attribuite ad altri, senza però
dichiarare apertamente quali siano secondo loro i veri responsabili
dell’inquinamento.
Paradossalmente, sono i movimenti dei
cittadini attivi, che da anni hanno reso cruciale il tema della
sostenibilità ambientale e del futuro economico e produttivo della
nostra città, a salire sul banco degli imputati e ad essere accusati
di provocare inutili allarmismi, mentre Timac e Buzzi Unicem
rigettano qualsiasi ipotesi di coinvolgimento nell’emissione di
sostanze nocive, arrivando a rassicurare la popolazione che dai
propri camini fuoriesca solo vapore acqueo.
Questo
è ciò sta facendo Timac in questi giorni supportata dai dati
dell’Arpa, sebbene i cittadini si ricordino benissimo che nel 2012
fu proprio l’Arpa, durante un sopralluogo, a riscontrare numerose
anomalie all’interno dello stabilimento Timac, con emissioni di
acido solforico ed elevate quantità di polveri, e che tutto cadde
nel dimenticatoio grazie anche all’intervento dell’allora
amministrazione Maffei.
Ancora
una volta i cittadini barlettani devono constatare che la grande
assente di tutta questa vicenda è proprio la politica, la quale non
riesce a far proprie le istanze che provengono dalle realtà
auto-organizzate che hanno fatto proposte concrete per superare
l’emergenza ambientale. Si obietterà immediatamente che, al
contrario, l'amministrazione Comunale ha promosso nei mesi scorsi un
monitoraggio ambientale nella zona industriale. A nostro avviso
questo monitoraggio è incompleto e parziale perchè non riguarda
tutte le matrici ambientali (acqua, suolo e aria) ma solo la falda
acquifera, e quindi non ci permetterà di avere un quadro completo su
quale sia l’impatto ambientale e sanitario delle aziende insalubri
e, cosa ancor più grave, non si arriverà mai ad individuare i veri
responsabili dell’inquinamento.
Lo
stesso questionario inviato dall’amministrazione Cascella alle
aziende presenti sul territorio, in cui devono essere specificati le
lavorazioni ed eventuali sostanze nocive utilizzate, va purtroppo
nella direzione di cercare di allargare il campo per alleggerire il
peso delle responsabilità nei confronti delle aziende insalubri, e
giungere infine alla conclusione paradossale che tutte le aziende
presenti nella zona industriale barlettana contribuiscono in misura
diversa alla grave crisi ambientale: tutti colpevoli, quindi nessun
colpevole.
Al
contrario la nostra proposta di delibera sul monitoraggio ambientale,
sottoscritta da ben 1200 cittadini, prende in esame proprio le
aziende classificate come insalubri, iniziando un serio percorso di
analisi e studio su tutte le fonti di inquinamento emesso nelle
matrici ambientali, con l’ausilio di istituzioni pubbliche,
arrivando persino a prevedere un elevato livello di protezione
sanitaria per i lavoratori che operano all’interno.
Come
tutti ormai sappiamo questa delibera di iniziativa popolare giace nel
cassetto dell’amministrazione dal 17 dicembre 2015, e dopo quasi un
anno dalla sua presentazione non viene ancora portata in Consiglio
Comunale per essere discussa. Il Forum Salute e Ambiente per
l'ennesima volta torna a chiedere al Presidente del Consiglio
Comunale, che dovrebbe essere garante della funzione della massima
assise cittadina, di non voltare le spalle a chi da anni lotta per un
reale cambiamento di rotta nel risanamento ambientale di Barletta, e
di calendarizzare al più presto la discussione sulla proposta di
delibera sul monitoraggio delle aziende insalubri.
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