DI QUELLA CHE
L’ESPRESSO DEFINI’ LA PROVINCIA DEGLI SPRECHI.
CHI AVEVA RAGIONE? CHE
FINE HA FATTO LA QUERELA DELL’EX PRESIDENTE VENTOLA?
Era il mese di luglio
2011 quando il periodico l’Espresso pubblicò un servizio
giornalistico di approfondimento sulla Provincia Bat, definita degli
sprechi. Il servizio d’inchiesta si apriva con una bella immagine
fotografica della segretaria generale della quale oggi si parla su
tutti i media per aver beneficiato di un aumento di stipendio del 50%
da parte del neo Presidente della Provincia, il Sindaco di Andria.
Su L’Espresso veniva
evidenziato proprio il mega ufficio color confetto della segretaria,
dott.ssa Maria De Filippo, immortalata in posa ammaliante, vestita in
bianco ed adornata con monili Chanel, secondo quanto scritto
nell’articolo. Per quel super ufficio venivano spesi 70 mila euro
mentre il cerbero, mostro a tre teste tanto detestato dagli stessi
cittadini della provincia sprecona, si vantava di aver assunto ben
287 dipendenti le cui sorti e competenze future ancora oggi sono
ignote.
In quell’intervista fu
la stessa segretaria generale ad affermare: “io ho lavorato per sei
mesi in macchina” ritenendo, dunque quell’ufficio super chic
meritato e dovuto. L'articolo a cura di Tommaso Cerno andava anche
oltre il mega ufficio dell’avvenente segretaria al punto che fu
l’allora Presidente Francesco Ventola a querelare il settimanale
L’Espresso per tutelare l’onorabilità, la reputazione e
l’immagine dell’intera amministrazione provinciale.
La decisione del
Presidente di ricorrere alla giustizia per tutelare l’immagine
dell’Ente venne fatta conoscere a tutti i cittadini attraverso una
sua lettera aperta. Oggi, a distanza di oltre cinque anni
dall’articolo giornalistico e dalla querela quegli stessi cittadini
si chiedono: “come è andata a finire? Ha avuto ragione l’Ente
Provincia ottenendo il mega risarcimento con conseguente condanna
dell’Espresso oppure cosa? E se a perdere in tribunale fosse stato
l’Ente Provincia cosa è accaduto successivamente? Perché non se
ne è saputo più nulla?
Notizie in merito
all’intricata vicenda non è dato averne e la Delibera n. 62 del 14
luglio 2011 che stabili l’azione giudiziaria sia in sede civile che
penale nei confronti della rivista settimanale “L’Espresso” non
si sa che seguito abbia poi avuto.
La “difesa” della
Provincia fu anche incentrata sul “contenimento della spesa” e
ciò veniva qualificato essere un obiettivo perseguito da subito
mediante l’adozione di procedure e mezzi - come l’utilizzo della
carta intestata su fogli normali, una sola auto blu di rappresentanza
e di due auto di servizio - che avrebbero consentito di ottimizzare
gli stessi.
Oggi, ad ottobre 2016,
fra i primi provvedimenti del neoeletto Presidente della Provincia di
Barletta-Andria-Trani nonché già ex Presidente del Consiglio
provinciale, oggi Sindaco di Andria con in capo altri numerosi
incarichi, spicca quello che prevede il rafforzamento delle funzioni
ed il conseguente aumento del compenso proprio del segretario
generale, dott.ssa Maria De Filippo.
In virtù di questa
estensione di poteri, il Presidente Giorgino ha disposto in favore
dell’avvenente la maggiorazione del 50% della retribuzione di
posizione in godimento.
In realtà la legge
permetteva di riconoscerle un aumento non inferiore al 10 per cento,
né superiore al 50 per cento. Con tale aumento la dottoressa
arriverebbe a percepire addirittura sui 120mila euro annui, che sono
quasi duecentoquaranta milioni delle vecchie, rimpiante, care, amate
lire.
Noi delle Libere
Associazioni Civiche Andriesi restiamo disgustati da tali
provvedimenti assunti in autorità in quanto inseriti in un contesto
sociale ed economico drammatico per questo territorio, in un Ente
inutile, superato, abnorme, sprecone, insignificante, improduttivo ed
ormai decadente con sulle spalle solamente oneri, tra i quali quelli
delle locazioni per uffici ormai desertificati, senza funzioni ma
costati tantissimi soldi pubblici per allestimenti e decorazioni.
Noi andriesi non possiamo
restare in silenzio di fronte a tanto scempio ed a tanta arroganza.
Noi non restiamo
ammutoliti e diciamo di farla finita con queste manie di grandezza
perpetrate a danni di tante famiglie, molte delle quali vivono il
dramma della disoccupazione, della miseria e del disagio sociale.
Quella di cui parliamo è
stata definita essere la provincia più povera della Puglia e quella
con il più avanzato stato di degrado. Emergenze continue che vanno
dalle discariche allo sversamento dei veleni prodotti dai rifiuti che
hanno anche inondato le strade urbane ed extraurbane; emergenza
ambientale e sanitaria che ha messo la provincia degli sprechi al
centro di studi per l’analisi e il monitoraggio dell’inquinamento
quale fonte di tumori e malattie mortali, allergie ed intolleranze.
Una provincia ai
primissimi posti per l’emergenza criminalità e per la sfiducia
dell’imprenditoria che non investe più in questo territorio.
Una provincia che non è
neanche riuscita a spendere il denaro stanziato per la costruzione
della Questura della Bat e che rimane inetta di fronte all’emergenza
sociale che rischia di brillare da un momento all’altro.
Allora dove sono i
meriti? Dove si inseriscono questi provvedimenti assunti da un giorno
all’altro in favore e beneficio di singoli?
A fronte di benefici di
alcuni esiste l’intero tessuto dei residenti della provincia che
non hanno ottenuto alcun beneficio in tutti questi anni ma solo
ulteriori oneri e vessazioni, senza ricevere alcun servizio in
cambio.
Ormai siamo in un
contesto ridicolo dove la farsa ha preso il sopravvento e dove non
c’è più speranza né futuro, almeno per chi resta a guardare ciò
che altri fanno con tanta disinvoltura e faciloneria, continuando a
credere che tanto nessuno reagisca.
Noi non restiamo in
silenzio e non temiamo di essere “bloccati” nel nostro pensiero e
nella nostra libertà.
Savino Montaruli
(Associazione “Io Ci Sono!”)
Vincenzo Santovito (Libere
Associazioni Civiche Andriesi)
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