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mercoledì 2 novembre 2016

ANDRIA : IL TAR NON DECIDE SULLA TAR(I)

Una patata bollente, bollentissima che potrebbe passare direttamente nelle mani di chi ambisce ad amministrare in futuro la città di Andria. Il Tar non decide sulla Tar(i). Sembra un gioco di parole ma è un gioco al massacro visto che moltissime migliaia, decine di migliaia di cittadini andriesi ancora oggi attendono una sentenza che non arriva mai. E curioso come la città di Andria sia sempre fuori dal coro quando si tratti di vicende giudiziarie ed ecco che ciò che altrove accade con normalità e regolarità nella città di Federico, pur in presenza di stesse quasi identiche situazioni, non accade mai nulla.
Sul “caso” IMU, TARI e TASI 2015 ad essere “condannati” dai rispettivi TAR, ai quali si sono rivolti, sono già stati quasi la totalità dei comuni ricorrenti contro il Ministero. Le sentenze sui cinquanta ricorsi presentati dai comuni in dodici Tar diversi, compresi quello di Andria, di Matera e di Francavilla già condannati, parlano di decisioni già depositate che condannano i comuni che hanno approvato in ritardo le delibere del 2015 (Imu, Tari, Tasi e addizionale Irpef), cioè adottate dopo il 30 luglio dello scorso anno, esattamente come ha fatto maldestramente il comune di Andria.
Una strage per i Comuni ora costretti ad applicare le aliquote del 2014 con l’impossibilità di recupero sul 2016 a causa del blocco ministeriale degli aumenti fiscali, tranne che per la Tari cioè quella Tassa Rifiuti che ad Andria è già da anni alle stelle nonostante gli ottimi risultati della raccolta differenziata fatta dai cittadini e nonostante i premi degli amici di Legambiente che lo hanno dichiarato, con una brutta parola, comune rIciclone.
Andria quindi attende la sua sentenza. Una sentenza che la fa tremare e che dovrebbe essere assolutamente favorevole ai contribuenti, avallando le tesi di coloro che hanno “consigliato” a questi di pagare senza gli aumenti illegittimi che comunque il comune di Andria ha sempre continuato a chiedere di pagare, senza adottare alcun provvedimento in autotutela.
Le Sentenze già pronunciate danno ragione dunque al Ministero dell'Economia che impugnò le delibere tardive dei comuni, compresa quella della città di Andria.
Nessuna chance per Andria che, come gli altri comuni, ha deliberato in ritardo? A nulla varrebbero le flebili e non giustificabili motivazioni poste alla base della “difesa” dell’Ente? Sta di fatto che ad Andria ci si attende un esito favorevole per i contribuenti che riceveranno o compenseranno con il pagamento di altri tributi locali il credito maturato qualora abbiano pagato con le tariffe aumentate mentre coloro che hanno applicato le vecchie tariffe dunque non hanno calcolato gli aumenti potranno stare tranquilli sulla scelta operata.
Dal canto suo il comune di Andria, in caso di condanna, dovrebbe dare non poche spiegazioni sia in merito al comportamento adottato dall’intero consiglio comunale che ha deliberato sia sull’aggravio venutosi a determinare anche a causa delle spese di giudizio cui potrebbe essere condannato, senza tenere conto del bilancio comunale e di quelle minori entrate, enormi minori entrate. Una situazione che sembra ormai senza via d'uscita anche per Andria che chiuderebbe il bilancio 2015 in disavanzo.
Quanto tempo ancora si prenderà il Tar per decidere sul “caso Andria”? Perché tanto ritardo?
Altre importanti domande che resteranno senza risposta, nella città del “silenzio diffuso”.



*Presidente Associazione “Io Ci Sono!”      

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