Nel
cuore della città dimora un’ostrica. Chiude tra il suo guscio
madreperlato una perla assai rara. Sino a non tanto tempo fa
l’ostrica era sempre aperta. Quanta gioia fulgeva dentro il suo
pregiato mollusco. La perla che la custodiva era visibile a tutti.
Attorniata da piccoli falchi e una platea tanta gente sovraffollava e
si accavallava per vedere aperta l’ostrica e assistere allo
spettacolo di quando la perla si mostrava al suo pubblico. Non era
verde, non era bianca, non era nera né rossa né azzurra o blu. Era
una perla che si lasciava ammaliare quando si proiettavano dei film,
si recitavano geliadre commedie in dialetto andriese. Ha ospitato
emeriti statisti e politici e i protagonisti del mondo dello
spettacolo. Non era paragonabile alla Scala, alla Fenice, al San
Carlo o al Petruzzelli ma restava sempre il nostro Teatro Cinema
Astra.
Ai
giorni d’oggi percorrendo corso Cavour si nota un manufatto che non
da di nulla. Muri e vetri sporchissimi aviluppano il guscio di
quell’ostrica. Uno scempio che copre d’ingrati insulti e di
effimere offese tutta la Comunità andriese. A qualcuno si sono
accese le passioni accecanti che la mente rende in polvere. Si
aspetta una pioggia graziata accompagnata da una dolce tempesta di
vento per pulire e lavare quei muri sgraziati da esseri umani che con
vuoti desideri hanno tolto la luce alla nostra ostrica.
Spietato
e nudo è l’orizzonte che si leva ogni mattina su corso Cavour. Non
ci sono nubi, non ci sono ombre. Da un capo all’atro del Corso
tutto il cielo si spaventa. Anche gli alberi non fioriscono più e le
loro foglie morte coprono quel po’ di luce che i lampioni
fatiscenti diffondono con timidezza. La nostra ostrica si nasconde in
una strada polverosa. I passanti cercano invano di prenderla per mano
e come mendicanti chiedono pietà per la sua sorte. Oh povera
ostrica, in che modo ti hanno ridotta. Quanti di noi servono in
segreto nel proprio cuore questa dote di povertà e tristezza?
Nell’ombra
della sera i nostri occhi sono grevi di stanchezza. Le pupille si
sono rimpicciolite perdendo di vista ciò che rimane del Teatro Astra
in una sua ombra oscura. Notarti abbandonata, chiudendo le nostre
palpebre, sogniamo un’ostrica che si dischiude mostrando tutta la
sua bellezza, preparandoci a riceverti a nuovo mondo nei nostri
cuori. Questa sarà la nostra più grande gioia. Attenderti e
guardarti stando tutti seduti sul bordo di corso Cavour mentre
rinasci a nuova vita come la Fenice. Non bisogna trovare fortuna
scavando un fosso per piantare un albero trovando oro, non chiediamo
di più di quanto si ha necessità. Ci sono tantissimi modi di
trovare il necessario per recuperare la perla Teatro Cinema Astra
senza attingere denaro da tasche altrui.
Andria,
27 dicembre 2016
Signor
Vincenzo SANTOVITO nella giornata di costituzione ad Andria
dell’Associazione degli Amici del Teatro Astra.
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