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mercoledì 28 dicembre 2016

IL TEATRO CINEMA ASTRA, LA PERLA DI ANDRIA

Nel cuore della città dimora un’ostrica. Chiude tra il suo guscio madreperlato una perla assai rara. Sino a non tanto tempo fa l’ostrica era sempre aperta. Quanta gioia fulgeva dentro il suo pregiato mollusco. La perla che la custodiva era visibile a tutti. Attorniata da piccoli falchi e una platea tanta gente sovraffollava e si accavallava per vedere aperta l’ostrica e assistere allo spettacolo di quando la perla si mostrava al suo pubblico. Non era verde, non era bianca, non era nera né rossa né azzurra o blu. Era una perla che si lasciava ammaliare quando si proiettavano dei film, si recitavano geliadre commedie in dialetto andriese. Ha ospitato emeriti statisti e politici e i protagonisti del mondo dello spettacolo. Non era paragonabile alla Scala, alla Fenice, al San Carlo o al Petruzzelli ma restava sempre il nostro Teatro Cinema Astra.
Ai giorni d’oggi percorrendo corso Cavour si nota un manufatto che non da di nulla. Muri e vetri sporchissimi aviluppano il guscio di quell’ostrica. Uno scempio che copre d’ingrati insulti e di effimere offese tutta la Comunità andriese. A qualcuno si sono accese le passioni accecanti che la mente rende in polvere. Si aspetta una pioggia graziata accompagnata da una dolce tempesta di vento per pulire e lavare quei muri sgraziati da esseri umani che con vuoti desideri hanno tolto la luce alla nostra ostrica.
Spietato e nudo è l’orizzonte che si leva ogni mattina su corso Cavour. Non ci sono nubi, non ci sono ombre. Da un capo all’atro del Corso tutto il cielo si spaventa. Anche gli alberi non fioriscono più e le loro foglie morte coprono quel po’ di luce che i lampioni fatiscenti diffondono con timidezza. La nostra ostrica si nasconde in una strada polverosa. I passanti cercano invano di prenderla per mano e come mendicanti chiedono pietà per la sua sorte. Oh povera ostrica, in che modo ti hanno ridotta. Quanti di noi servono in segreto nel proprio cuore questa dote di povertà e tristezza?
Nell’ombra della sera i nostri occhi sono grevi di stanchezza. Le pupille si sono rimpicciolite perdendo di vista ciò che rimane del Teatro Astra in una sua ombra oscura. Notarti abbandonata, chiudendo le nostre palpebre, sogniamo un’ostrica che si dischiude mostrando tutta la sua bellezza, preparandoci a riceverti a nuovo mondo nei nostri cuori. Questa sarà la nostra più grande gioia. Attenderti e guardarti stando tutti seduti sul bordo di corso Cavour mentre rinasci a nuova vita come la Fenice. Non bisogna trovare fortuna scavando un fosso per piantare un albero trovando oro, non chiediamo di più di quanto si ha necessità. Ci sono tantissimi modi di trovare il necessario per recuperare la perla Teatro Cinema Astra senza attingere denaro da tasche altrui.
Andria, 27 dicembre 2016


Signor Vincenzo SANTOVITO nella giornata di costituzione ad Andria dell’Associazione degli Amici del Teatro Astra. 

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