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giovedì 31 maggio 2018

TRANI : “DITE AI MIEI RAGAZZI CHE E’ BELLO ESSERE PRETI!”

IN RICORDO DI PADRE PAOLO MONTERISI
NEL TRENTENNALE DELLA SUA SCOMPARSA

“Completo nella mia carne ciò che manca alla passione di Cristo! Offro la mia vita per la Chiesa, per la Comunità, per le vocazioni, per i giovani!”.

A 30 anni dalla sua scomparsa, i familiari, la famiglia vincenziana ed i suoi confratelli dell’Immacolata Concezione ricorderanno, venerdì 1 giugno nella chiesa di San Francesco a Trani, la figura di un uomo sempre “fedele al carisma di San Vincenzo nella carità verso i poveri”, attraverso le testimonianze di chi lo ha conosciuto nel corso del suo breve sacerdozio durato appena 4 anni.
Alle ore 18.00 alcuni suoi “compagni di viaggio” ricorderanno la figura di padre Paolo, seguirà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta da Mons. Beniamino DepalmaArcivescovo emerito di Nola.
Padre Paolo Monterisi, sacerdote missionario vincenziano originario di Trani, dopo grandi sofferenze accettate con adesione totale alla volontà di Dio, moriva il 1 giugno 1988 a soli 34 anni.

Una vocazione travagliata la sua, come emerge dagli scritti di cui la famiglia è entrata in possesso, nei quali si legge di una “chiamata” talmente forte da fargli rinunciare anche agli affetti più cari.

“La mia vocazione, questo grande dono, è nata quando avevo 22 anni, ora ne ho 31. A dire il vero è sempre rimasta latente, ma non è mai svanita; forse non avevo il coraggio di decidermi al grande passo; nessuno mai mi aveva fatto una proposta chiara, nessuno mai mi aveva detto esplicitamente: "Vieni e seguimi!". Finalmente il Signore, stanco forse della mia indecisione e dei miei timori, è intervenuto Lui nella mia storia, ha sovvertito tutti i miei piani, mi ha afferrato e ha dato una svolta decisiva alla mia vita. Avevo allora 24 anni... e il Signore vinse la battaglia su di me.”

Un uomo, prima ancora che un prete, “tormentato da Dio e assetato di Dio”, “un sacerdote dalla fede profonda, entusiasta della vita, disposto a tutto per il prossimo”. Sorriso aperto e grande entusiasmo, le frasi più ricorrenti di chi ha conosciuto questo giovane sacerdote, con una “grande voglia di vivere” e di essere “per gli altri”, soprattutto i poveri.

“Quando Dio chiama un giovane a realizzarsi in Cristo, attraverso la consacrazione nel dono di sé ai fratelli, gli fa una proposta di vita e di gioia unica al mondo.
Ed è questa gioia che io oggi voglio irradiare a tutti i giovani come me e ai ragazzi che qui, a Lecce, come me sono alla ricerca del senso da dare alla vita, di una realizzazione in Cristo.
Se conoscessero il grande dono del Sacerdozio, molti giovani oggi non esiterebbero a lasciare tutto per realizzarsi in Cristo.
Sicuramente Dio continua a chiamare i giova­ni a donare a Lui la loro vita per sempre, ma spesso essi hanno nel cuore quella grande paura che prendeva me nel 1977 quando, di fronte alla chiamata di Cristo, pensavo: "...ma io amo la vita, sono giovane, sarò felice? Non è forse troppo difficile per me? Riuscirò a perseverare su questa strada?". Invece Lui ha fatto grandi cose in me, mi ha spianato la strada introducendomi nel suo amore.
I ragazzi di oggi non hanno bisogno di belle parole, ne ascoltano fin troppe; essi sono alla ricerca di modelli a cui rifarsi, di uomini credibili per la loro testimonianza.”
E padre Paolo ha testimoniato fino all’ultimo la gioia di essere prete. “Con le mani che si contorcevano per gli spasmi del dolore mortale confessavi di aver vissuto poco tempo il Sacerdozio ma di aver gustato la gioia del tuo stato. Mi incaricavi di dire a tutti che essere Sacerdote è bello.” (Don Fernando Filograna, all’epoca rettore del Seminario Diocesano di Lecce e Confessore di Padre Paolo, oggi Vescovo di Nardò e Gallipoli)
Fino all’ultimo ha speso le sue energie per la formazione e l’accompagnamento dei giovani chiamati al sacerdozio. E’ stato guida e “padre” di tanti ragazzi, alcuni dei quali oggi devono a lui il conseguimento del traguardo.
Numerose le testimonianze raccolte sulla pagina Facebook (www.facebook.com/padrepaolomonterisi) da parte di chi gli è stato vicino durante gli anni della giovinezza trascorsi a Trani e poi quelli della formazione a Napoli, e infine a Lecce come responsabile della Scuola Apostolica.

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