Lo
sconcerto dell’Assemblea dei redattori della Gazzetta del Mezzogiorno per la decisione
comunicata dall’Editore di voler procedere in tempi brevi alla chiusura delle
redazioni di Matera e Brindisi e, successivamente, anche quella di Barletta non
passa inosservata e già si registrano prese di posizione ed interventi stampa.
Uno dei
più assidui comunicatori, con un numero di articoli pubblicati che potrebbero
sicuramente essere annoverati nella storia dello storico giornale negli ultimi
vent’anni per la loro assiduità e per numero, il sindacalista andriese Savino
Montaruli, si unisce al grido di dolore dei redattori ed afferma: “se la
decisione dell’Editore della Gazzetta del Mezzogiorno di voler chiudere alcune
redazioni de La Gazzetta, tra le quali anche quella di Barletta, dovesse
trovare attuazione sarebbe un disastro per questo territorio. Non parlo solo da
indefesso sostenitore di quel quotidiano, di fruitore, utilizzatore e
divulgatore ma anche come semplice e comune cittadino di questo territorio dove
la Cultura ha da tempo segnato il passo a vantaggio della sottocultura e dell’esaltazione
dell’”inutilità”. Questa notizia, che spero notizia non diventi mai tale ma
resti solo un annuncio mai concretizzato, ricorda tanto quella di quando si
comunicò, con l’attuazione, la chiusura della redazione di Andria, allora
allocata in via Bonomo e guidata dall’indimenticato prof. Michele Palumbo.
Anche allora qualche voce di campanile si elevò ma il fatto che la redazione
restasse operativa ed efficiente, come lo è stata in questi decenni, nella
vicina città di barletta non scontentò poi tutti e noi non alzammo le
barricate. La chiusura di un’agenzia educativa, di un presidio di cultura e di
attualità qual è un quotidiano tanto radicato nel territorio sarebbe inaccettabile.
Forse a tutti non è ancora chiaro cosa significhi un giornale da tenere tra le
mani, da sfogliare, da annusare e da capire. Quel giornale, con le sue pagine
che parlano di noi, della nostra storia, della nostra vita quotidiana è un
simbolo, di cultura ma anche di storia, di tradizione, di eccellenza che nessun
giornale on-line potrebbe mai sostituire né mai chi non abbia nel cuore quel
sentimento di apprezzamento potrebbe comprendere fino in fondo. La chiusura
della redazione di Barletta significherebbe altresì l’inevitabile perdita di
professionalità, oggi di primissimo livello, perché la riduzione delle pagine
dedicate al territorio sarebbe inevitabile e penalizzante. I 130 anni de La
Gazzetta del Mezzogiorno vanno difesi, anche nella Bat ed è per questo che ora
mi attendo non sterili e fatue attestazioni di solidarietà politiche e
burocratiche ma azioni reali e concrete perché quel patrimonio di tutti resti
tale e soprattutto continui a parlare di noi, della nostra terra, della nostra
storia, delle nostre persone, dei cittadini. Mi unisco all’Assemblea dei
giornalisti de La Gazzetta del Mezzogiorno e porgo il mio sentimento di
vicinanza che è anche quello della tante Associazioni che mi onoro di
rappresentare e delle Consulte comunali di mia appartenenza.
Savino
Montaruli
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