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giovedì 5 marzo 2015

BARLETTA : NUCLEO DI VIGILANZA ITTICO-FAUNISTICA, RELAZIONE SUI SERVIZI SVOLTI NELL’ANNO 2014

           
A causa della grave crisi socio–economica che sta attraversando il paese e delle conseguenti difficoltà politico-amministrative degli enti locali, l’anno 2014 risulta essere quello meno produttivo per il fatto che non è stato possibile effettuare i dovuti servizi di tutela, di prevenzione degli illeciti ambientali e di repressione come svolti negli anni decorsi. Questo stato di cose, che ha causato ulteriore difficoltà di dialogo con gli enti pubblici locali e statali, ha determinato anche gravi inadempienze amministrative ed “omissioni”, in particolare:

  1. Il numero della fauna selvatica in difficoltà recuperata risulta essere esigua: nell’anno 2012 abbiamo recuperato ben 102 animali, quest’anno solo 4. Questo non perché non vi siano stati casi ma per il fatto che non vi è stata una azione efficace di recupero da parte degli enti responsabili (provincia e comuni), con il conseguente decesso di molti animali;

  1. Il controllo antibracconaggio preventivo e repressivo ha subito una drastica diminuzione e le esigue azioni di contrasto svolte da noi e dagli organi istituzionali, non hanno permesso la riduzione degli illeciti. Infatti tali reati risultano in forte aumento, favorendo lo sviluppo dell’ illegalità;

  1. Le positive politiche adottate da alcuni enti locali in materia di raccolta differenziata dei rifiuti, le quali avrebbero dovuto essere accompagnate da une efficace azione di controllo, hanno determinato un forte aumento dell’abbandono indiscriminato dei rifiuti, specie nelle periferie cittadine e nei luoghi distanti dai centri urbani;

  1. Il fiume Ofanto ed il territorio ricadente nel Parco Regionale Fluviale risulta ancora in grave stato di abbandono, tant’è che l’abusivismo agricolo, lo sbancamento dei terreni, la creazione di nuovi pozzi ed ogni altro scempio ambientale continuano ancora a perpetrarsi. Questo in barba alle iniziative tentate dalla provincia di BAT per avviare specifiche azioni nell’area parco Ofanto avviate sin dall’anno 2013 e che non hanno sortito alcunché.

La mancata sottoscrizione di specifiche convenzioni finalizzate alla collaborazione con gli enti responsabili in materia di vigilanza e di tutela dell’ambiente (con il comune di Barletta mancante ormai da circa tre anni e con l’amministrazione provinciale BT, con la quale, al di la delle sporadiche collaborazioni operative nel campo della protezione civile, non è stato possibile concretizzare alcunchè), sono evidente concausa dell’aumento dell’illegalità e del grave danno subito al patrimonio faunistico-ambientale del nostro territorio. Questo nonostante che “la tutela della fauna e dell’ambiente” risultino essere priorità evidenziate dai cittadini e dalla politica.

La tutela della fauna selvatica costituisce un vero e proprio investimento economico anche perchè è scientificamente acclarato che:

Ø  l’opera di impollinazione e di calmierazione del numero degli insetti, in particolare di quelli dannosi per la salute pubblica e per le produzioni agricole, viene effettuata efficacemente dalla variegata fauna protetta;

Ø  la derattizzazione risulta essere più efficace e meno dannosa per l’uomo se effettuata dai predatori diurni (falchi e serpenti) e notturni (gufi, civette, barbagianni, allocchi, volpi, ecc..);

Ø  La tutela del fiume Ofanto e delle sue acque, sono l’elemento indispensabile per uno sviluppo turistico della costa dell’intera provincia di Barletta Andria Trani, nonché per arginare l’erosione della costa in atto già da tempo, la quale ha già fortemente compromesso grandi territori produttivi.

Per le motivazioni sopra esposte ci aspettavamo di essere tenuti nella dovuta considerazione ed ancor più fortemente messi in rete proprio in virtù del fatto che le nostre attività, caratterizzate da costante impegno ed alta professionalità, vengono svolte in modo incisivo e senza finalità di lucro.

Si evidenzia che il costo di un solo operatore di vigilanza (polizia provinciale o municipale) ha un costo annuo per l’amministrazione pubblica di circa 70.000,00 euro. Per cui, fatte salve le priorità occupazionali, è innegabile che l’operato di una struttura come la nostra, < dotata di due automezzi fuoristrada, di barca, di divisa regolarmente approvata, di frequenza radio VHF concessa dal competente Ministero, con un organico di 10 operatori, nove dei quali, in applicazione delle vigenti norme in materia, sono stati nominati guardie particolari giurate nei variegati settori di intervento: vigilanza venatoria, vigilanza ittica, vigilanza zoofila, vigilanza sui funghi e sui tartufi, acquisendo per tali compiti funzioni di pubblico ufficiale e di polizia giudiziaria (limitatamente ai settori zoofilo ed ittico), e che in virtù di tale status, possono anche elevare direttamente le sanzioni amministrative e penali in ambito provinciale >, per le ragioni di cui sopra, risulta essere una risorsa “dimenticata” dagli organi istituzionali.

Possibile mai che una simile struttura di volontariato debba essere messa nelle condizioni di operare utilizzando solo le proprie esigue risorse economiche?
Possibile mai che la politica locale non riesca a comprendere che una struttura come la nostra, se messa nelle condizioni di operare in convenzione con gli enti pubblici, permetterebbe loro di ottenere immediatamente:

1.     notevole diminuzione dei costi;

2.     una maggiore incisiva operatività preventiva e repressiva;

3.     più adeguata tutela dell’ambientale e della salute pubblica;

4.     applicazione concreta della partecipazione attiva nelle attività amministrative da parte della società civile e del volontariato, evidentemente solo decantata dalla politica e dagli amministratori locali.


Ciò nonostante e grazie alla pluriennale esperienza e professionalità maturata dai nostri operatori, con l’intento di concorrere nell’opera di diffusione della cultura e della legalità in ambito ambientale, il Nucleo di Vigilanza ha comunque parzialmente messo in atto le possibili attività operative finalizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:

  • Salvaguardare le risorse faunistico-ambientali;

  • Consentire al cittadino di esercitare le attività previste dalla legge: la caccia, la pesca, la raccolta dei funghi e dei tartufi ed ogni altra attività svolta nel territorio provinciale nel rispetto delle norme e del buon senso;

  • Diffondere la cultura della solidarietà e della conoscenza per una più efficace e consapevole tutela del bene pubblico e per l’affermazione della legalità;

  • Rafforzare il rispetto e l’utilizzo sostenibile delle risorse del territorio;

  • Collaborare con le istituzioni pubbliche e con gli altri enti pubblici e privati per il raggiungimento degli obiettivi comuni;

  • Tutelare la salute e la sicurezza pubblica operando fattivamente anche nel campo della protezione civile;

  • Rafforzare l’educazione civica e la convivenza sociale.

Le azioni svolte, desumibili dai “Rapporti di Servizio”  regolarmente redatti dagli operatori ed agli atti nell’ufficio del Nucleo, se pur di numero inferiore rispetto agli scorsi anni, sono state attuate in continuità con quanto svolto nei decorsi lustri nel pieno rispetto delle vigenti norme di settore, del nostro statuto e regolamento. Le attività svolte nel 2014 sono da ritenersi appena sufficienti solo  per il fatto che parte delle finalità sopra esposte sono state comunque effettivamente ottenute.


SI ELENCANO IN DETTAGLIO LE PRINCIPALI ATTIVITA’ REALIZZATE:


·       Numero di uscite con pattuglie formate da almeno 2 unità operative: 21;
·       Numero ore di servizio operativo svolto dalla pattuglie: 90;
·       Numero ore servizio dedicate alla formazione, all’aggiornamento, alla preparazione dei servizi, alla burocrazia amministrativa, all’educazione ambientale: 290;
·       Km percorsi dalle pattuglie: 1.696;
·       Animali recuperati: 04 (n. 3 pullus di “Gufo Comune”  e n. 1 “Falco Gheppio”);
·       Verbali di sequestro operati in materia di caccia: 01;
·       Incendi segnalati e/o direttamente spenti: 09.

       F.to Il Coordinatore di Nucleo
                                                                                                                                                         (Primo Dirigente Prof. Giuseppe Cava)


mercoledì 30 ottobre 2013

TRINITAPOLI : Operazione antibracconaggio del Nucleo di Vigilanza I.F.A.E.. Sequestrati richiami illegali per le quaglie.

I servizi mirati alla tutela della fauna selvatica, ed in particolare alla lotta all'attività venatoria svolta con l'ausilio di mezzi vietati, predisposti e coordinati da Giuseppe Cava e Ruggiero Porcelluzzi, rispettivamente primo dirigente e primo funzionario del Nucleo di Vigilanza ittico-faunistica, ambientale ed ecologica di Barletta (BT), hanno permesso per l’ennesima volta il sequestro contro ignoti di richiami acustici elettromagnetici vietati.
Le attività di controllo notturne operate dalle guardie nello scorso fine settimana e che hanno interessato il territorio dei comuni di Barletta, Andria, Canosa di Puglia, Trinitapoli e San Ferdinando di Puglia hanno portato al rinvenimento di ben 4 (quattro) richiami elettromagnetici vietati (funzionanti ed incustoditi) che riproducevano il verso della “quaglia” (Coturnix coturnix).
Tutti erano assemblati in kt completi di autoradio, cassetta, batteria, timer, altoparlanti, cavetti e morsetti ed erano stati sapientemente occultati e blindati dai bracconieri in vere e proprie casseforti, chiuse da robusti catenacci e lucchetti oltre ad essere saldate ad arte e per giunta cementate nel terreno.
Questo non ha per niente scoraggiato gli operatori che, nonostante la pochissima visibilità notturna anche per la presenza di banchi di nebbia e le difficoltà per raggiungere alcune zone impervie, hanno provveduto immediatamente e con tutti i mezzi a disposizione ad aprire e a disattivare i marchingegni elettronici.
Quasi tutti i timer erano impostati per far funzionare i richiami in una fascia oraria tra le 22.00 e le 06.00 per attirare le “quaglie” (specie cacciabile fino al 30 ottobre) sul posto e facilitarne l'abbattimento alle prime luci dell’alba, al fine di ottenere carnieri più congrui.
Il tutto a discapito dei cacciatori rispettosi delle norme e della vera etica venatoria.
I richiami rimossi sono stati posti sotto sequestro amministrativo ai sensi dell’articolo 49 comma 2° della Legge Regionale Puglia n. 27/98 e sono stati depositati presso il competente ufficio della provincia di BAT ove, dopo il decreto di confisca, saranno distrutti.
L’operazione del Nucleo segue di poche settimane un’altra effettuata dallo stesso personale e conclusasi con il sequestro di 6 (sei) altrettanti richiami elettromeccanici proibiti.
“Sottolineano i Responsabili Cava e Porcelluzzi che l’uso per la caccia dei richiami elettromagnetici è vietato, ma evidentemente non per taluni soggetti che ritengono di poter impunemente infrangere la legge e depredare, a proprio piacimento, l’avifauna migratoria, approfittando il più delle volte della mancanza di controlli. Inoltre, gli stessi ribadiscono che le azioni di tutela dell’ambiente e dell’affermazione della legalità, anche in questo delicato settore, continueranno sempre con grande spirito di abnegazione e senso di responsabilità, nonostante tutte le difficoltà e le avversità che quotidianamente incontrano”.

Il Dirigente del Nucleo di Vigilanza IFAE di Barletta (BT)
Prof. Giuseppe Cava

Il Primo Funzionario del Nucleo di Vigilanza IFAE di Barletta (BT)

Rag. Ruggiero Porcelluzzi

mercoledì 16 ottobre 2013

TRINITAPOLI : Operazione antibracconaggio del Nucleo di Vigilanza I.F.A.E. Sequestrati sei richiami acustici elettromagnetici

I servizi miranti alla tutela della fauna selvatica e per la lotta al bracconaggio, sono stati svolti in quanto risultano ancora frequenti gli illeciti in tale ambito.
Le operazioni, coordinate dal Capo Nucleo Prof. Giuseppe Cava ed il Vice Capo Nucleo Rag. Ruggiero Porcelluzzi, hanno determinato il sequestro contro ignoti di richiami acustici elettromagnetici non consentiti.

Le attività di controllo, svolte in ore notturne da cinque nostri operatori, hanno interessato il territorio agro – silvo – pastorale dei comuni di Barletta, Margherita di Savoia, e Trinitapoli ed hanno determinato il rinvenimento di ben n. 6 (sei) richiami elettromagnetici vietati (funzionanti ed incustoditi) che riproducevano il verso della “Quaglia” (Coturnix coturnix) completi di lettore casetta – timer - batteria – diffusore del suono – cavetti / morsetti e vari accessori atti all’occultamento del materiale.
I richiami vengono piazzati in ore serali nelle zone più idonee e per mezzo di un congegno (timer) si attivano nella notte diffondendo il verso della “quaglia” (esemplare di fauna selvatica cacciabile) per un raggio di diversi chilometri.
Questa pratica consente al bracconiere di trovare nella successiva mattinata più animali nel territorio, i quali, ingannati dal richiamo illegale, gli consentono di ottenere carnieri più congrui.
Il tutto a discapito dei cacciatori rispettosi delle norme, i quali da tali azioni vengono sempre più mortificati con il rischio di essere confusi con chi non rispetta le norme venatorie.
I richiami, in applicazione dell’art. 49 comma 2° della Legge Regionale Puglia n. 27/98, sono stati depositati presso il competente Ufficio della Provincia BAT ove, dopo il decreto di confisca, saranno distrutti.

“Le azioni poste in essere, sottolineano i Responsabili Cava e Porcelluzzi, si protrarranno nel tempo e riguarderanno l’intero territorio provinciale della BAT e puntano all’ottenimento della necessaria tutela della fauna e dell’ambiente nonché all’affermazione della legalità anche in questo delicato settore, già fortemente mortificato dalle variegate azioni irrispettose e lesive causate dall’incoscienza e dall’ignoranza di parte di alcune frange di popolazione”.

Il Primo Funzionario Il Dirigente
Rag. Ruggiero Porcelluzzi Prof. Giuseppe Cava