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martedì 31 marzo 2015

ANDRIA : ELEZIONI AMMINISTRATIVE E REGIONALI 2015, LA NOSTRA “LISTA BIANCA DEL MOVIMENTO IO NON VOTO!”.

La Libera Associazione Civica è stata la promotrice a livello nazionale della campagna di sensibilizzazione “IO NON VOTO” e i risultati che si sono raggiunti in pochi anni, sull’intero territorio nazionale sono strabilianti e la percentuale del NON VOTO ha superato, in taluni casi, abbondantemente il 50%, delegittimando quindi la percentuale dei votanti che hanno, ancora una volta, consegnato le chiavi della democrazia negata e il potere ai soliti noti e nominati i quali, con quei pochi voti, stanno continuando a gestire la cosa pubblica, con tutti i danni che ne sono derivati e che stanno portando il nostro Paese alla disfatta e al disastro definitivo.
Dopo la nostra lettera inviata a S.E. dott.sa Clara Minerva, Prefetto della Bat e al responsabile dell’Ufficio Elettorale di Andria, ad oggi senza riscontro, aumenta la fascia di cittadini che ci stanno contattando per sostenere la nostra battaglia di civiltà per difendere anche chi ha deciso di disertare le urne. I politici e il sistema politico stanno facendo di tutto perché gli elettori, a fine maggio e a giugno in caso di ballottaggio certo, decidano di fare scampagnate e primi bagni pre-estivi al mare invece di andare a votare, con grande soddisfazione di quegli stessi politici autoreferenziali che vogliono continuare a governare “da soli”. Nella nostra lettera di gennaio scorso informavamo il Prefetto che la L.A.C. – Libera Associazione Civica, con sede nella città di Andria, aveva promosso la divulgazione a livello nazionale del messaggio sociale “IO NON VOTO”, conseguendo lo strabiliante risultato che in milioni, in decine di milioni, gli elettori colsero quel messaggio astenendosi dal voto.
A Sua Eccellenza, la scrivente Associazione comunicava anche di volersi presentarsi alle prossime, imminenti, elezioni comunali e regionali con una propria “Lista Bianca” per dare la possibilità a tutti i delusi del voto di essere rappresentati anche con l’assenso al Non Voto.
Mancano poche settimane al giorno della verità e Andria è delusa, tanto delusa dall’andazzo generale avendo preso atto che nessuna novità si intravede all’orizzonte e sia i comportamenti che i programmai della classe politica in campo o sono insignificanti, o non esistono o sono addirittura dannosi per la nostra città e la nostra Regione, come lo sono stati sinora.
Invitiamo quindi tutti gli elettori che vogliano astenersi dal voto a recarsi comunque alle urne, farsi registrare come votante facendo iscrivere a verbale che intende avvalersi del diritto al voto ma che non intende votare in quanto non si sente rappresentato da questi politici.
Questo non è uno scherzo ma un modo per lasciare traccia nei verbali ufficiali del proprio passaggio dal seggio elettorale e comunque della volontà di esprimere il proprio voto seppur di contestazione al sistema per evidenziare i danni che in questi ultimi vent’anni hanno arrecato alla nostra città e alla Puglia.
L’Italia quindi vada agli Italiani e Andria agli Andriesi onesti e lavoratori e non ai incravattati e nominati. Io Non Voto, nè centro-destra, né centro-sinistra.

                                                                                                                    Il Presidente
                                                                                                   Libera Associazione Civica Andriese
                                                                                                                 Santovito Vincenzo


lunedì 20 ottobre 2014

ANDRIA : I CITTADINI CONTINUANO A PROTESTARE IN PIAZZA MUNICIPIO

....E QUESTA VOLTA NON IN MUTANDE PER RISPETTO DEI MARATONETI.

Quei cittadini che martedì scorso protestarono in mutande e pannoloni ad Andria contro le politiche locali che stanno continuando a dissanguare le famiglie, si sono dati nuovamente appuntamento nel luogo simbolo della città e della politica locale cioè in Piazza Municipio. Questa volta, al contrario di quanto avvenuto lo scorso martedì, non si sono presentati in mutande e pannoloni bensì modestamente ma ordinatamente vestiti in abiti civili ma lo hanno fatto non perché qualcuno abbia comprato loro quegli abiti, magari pensando di comprarne anche il silenzio o perché infastiditi e scandalizzati dal gesto estremo non volendoli vedere in mutande, ma per rispetto verso i maratoneti che proprio in quei momenti, domenica mattina, stavano gareggiando e percorrendo le vie della città, in verità anche questa domenica molto sporche e colme di rifiuti a cominciare dalle migliaia di bottiglie abbandonate davanti alle campane di vetro stracolme perché nessuno le svuota con regolarità, neanche quando migliaia di atleti ospiti, provenienti anche da altre città hanno onorato Andria della loro presenza, altro che Matera Capitale della Cultura.
Io ero naturalmente tra i miei amici occasionalmente conosciuti in quel raduno spontaneo e non organizzato (anche perché se fosse stato organizzato per le vie della città sarebbero di nuovo scese decine di migliaia di persone e cittadini a sfiduciare per la terza volta i governanti incapaci di mantenere benessere sociale, condizioni di equità, pari opportunità e di garantire il rispetto della Costituzione.
Proprio a proposito della Costituzione Italiana, visto che ormai quella sfiducia popolare non la si può più esprimere in quanto i destinatari della protesta hanno reso queste manifestazioni popolari tabù e dogma assoluto (un pò come hanno fatto per le elezioni provinciali dove sapendo che al voto sarebbe andato solo, forse, il 15% degli elettori li hanno estromessi e rapinati di questo diritto quindi si sono votati e nominati da soli) è strano se non scandaloso che pur avendo tra i banchi del governo cittadino la quasi totalità di professionisti che sono uomini di legge, accade che quella legge, la legge primaria dello Stato italiano a garanzia della Democrazia venga ripetutamente e sconvolgentemente violata, sfregiata, violentata e svuotata del suo intrinseco contenuto.
Non si può più protestare altrimenti siamo passibili di controlli, perquisizioni, intimidazioni, abusi, denigrazioni, vessazioni, inquisizioni e timbrati a vita (è successo realmente ad alcuni di noi!). Non possiamo fare volantinaggio perché ormai si paragona il volantino che pubblicizza il caciocavallo locale con quello che vuole divulgare liberi pensieri, idee ed opinioni. Non si può rivolgere liberamente la parola ai propri rappresentanti istituzionali eletti dal popolo o nominati dai loro capi romani perchè sfuggono come viscide anguille davanti all’incapacità di confrontarsi e dare le risposte che i cittadini attendono. Non si può quasi più parlare perché telecamere, microspie, registratori e tutta quella schiera di osservatori e di portaborse spioni pagati con i nostri soldi ti seguono dappertutto come si fosse in un regime di potere assoluto e dittatoriale.
Stiamo esagerando? No, è la verità ed è pure poco rispetto alla realtà.
Art. 17 della Costituzione Italiana:
“I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz'armi. Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica.”
Art. 21
“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo di ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni.”.

Mentre i “professionisti” si leggono i suddetti articoli della nostra Carta Costituzionale che non vogliono conoscere, ci piace citare Ottaviano Augusto il quale diceva ai suoi successori: “Romano, ricordati che devi reggere sotto il tuo dominio le genti, e imporre la consuetudine della pace, risparmiare i sottomessi e annientare i riottosi” e Mecenate, massimo consigliere di Ottaviano, nel corso di un processo sommario nel quale Ottaviano emanava condanne capitali, gli ricordava, ironicamente, che oltre ad essere imperatore si era anche trasformato in un carnefice. 



                                                                                                                      Il Presidente
                                                                                                   Libera Associazione Civica Andriese
                                                                                                                 Santovito Vincenzo


sabato 7 giugno 2014

BISCEGLIE : NE’ CON TSIPRAS, NE’ CON RENZI. MEGLIO CON SPINA

D’accordo col prof. Antonio Bombini, candidato al Senato per Rivoluzione Civile alle ultime politiche: il voto è un diritto, non un dovere. Il non voto non è sempre distacco e disimpegno. Anzi può sottendere una opzione politica più forte e radicale di  quella espressa dai partiti; può essere una scelta più libera e più chiara di quella velata della maggioranza silenziosa e di quella chiassosa della minoranza sediziosa.  In democrazia c’è spazio per tutti.
A Bisceglie siamo al 64% circa in disimpegno alle ultime europee  (conteggiando anche le schede bianche e nulle); alle amministrative di appena un anno fa la reticenza alle urne non raggiungeva il 30% (al primo
turno).  Ergo:  più il voto è “politico”, più i biscegliesi rinunciano ad esercitare il loro diritto. In verità, il fenomeno è nazionale, ma a Bisceglie i dati sono da “Caporetto”, da disfatta della democrazia.  E’ questo il prodotto di una vecchia “scuola” secondo cui i partiti sono gli strumenti che risolvono, quando li risolvono, problemi particolari, se non individuali, piuttosto che essere libere associazioni che “concorrono a determinare la politica nazionale”, come detta la Costituzione. E’ la “scuola” dalla quale provengono i leader dei partiti locali: lo si evince dai “messaggi”, dai programmi e dalle prassi amministrative identiche tra loro. I leader  politici si confondono tra di loro sino ad essere considerati, a ragione, “tutti uguali” dall’elettorato. Che differenza c’è fra Spina e Napoletano, fra Spina e Casella, fra Napoletano e Casella?, fra …e …, faccia il lettore. Al limite si può stabilire chi rattoppa più marciapiedi dell’altro, chi pianta (o espianta) più alberi dell’altro, chi insomma fa più cose dell’altro nell’interesse della città.  Benissimo. Ma, fare più o meno le stesse cose dell’altro significa fare politica differente? Credo  proprio di no. Quei leader potrebbero risiedere benissimo tutti insieme nello stesso partito.  Questo appiattimento  - il cui superamento è necessario, pena lo spianare la strada ad avventure dagli esiti imprevedibili -  è una delle cause alla disaffezione dalla Politica, ritenuta non promotrice di cambiamento. Tale atteggiamento parte dal “basso”. Non a caso don Primo Mazzolari sosteneva che  “I destini del mondo si maturano in periferia”. Il superamento di questo appiattimento e di questa disaffezione esige che i partiti tornino ad essere scuola di partecipazione e di democrazia  - scuola di coscientizzazione, si diceva una volta -  sui grandi temi di un mondo che si fa sempre più piccolo, in direzione della globalizzazione. Compito immane  per i partiti  se si pensa che bisogna partire da sotto zero, cioè dalla consapevolezza delle mille ragioni che portano i cittadini a decidere di non votare. I cittadini, non i partiti che ne sono la causa!
Quando in una elezione politica come le europee la decisione di non votare viene presa dal partito, essa non nasconde l’ assenza di valori di riferimento.  Siffatta decisione è a tutti gli effetti autocertificazione di impotenza e di fallimento. E, peggio, la comunicazione “NON VOTIAMO!”, fatta a mo’ di invito ai cittadini a fare altrettanto, è autentico sfregio alla nostra Costituzione. E’ ciò che è avvenuto a Bisceglie da parte del PdCI.  Chi ha spinto a tanto ha i suoi grilli per la testa, sui quali torneremo. Eventualmente. Qui le motivazioni ufficiali.  Udite:
1) I comunisti di Bisceglie non votano perché sono stati esclusi da tutti, in Italia ed in Europa: nessuno intende avviare con loro alcun “percorso unitario”. Non riescono a capire perché, ma si vendicano: né Tsipras, né Renzi, né altri. Meglio il sindaco Spina, l’unico che li tiene inclusi e buoni.
2) I comunisti di Bisceglie non votano perché la campagna elettorale non è “per nulla sentita dalla gente”. Detto da loro ….. Loro, i paladini della campagna elettorale del primo consiglio provinciale della BAT. Era una campagna elettorale così “sentita” dai biscegliesi che a stragrande maggioranza si recarono alle urne pensando di votare come sempre per la provincia di Bari (fu un’autentica truffa elettorale!), quando invece erano di fronte ad una nuova provincia che avrebbero ingoiato come l’olio di ricino di nefasta memoria.
3) I comunisti di Bisceglie non votano perché c’è disgusto per “gli infiniti casi di malaffare”. I malfattori ringraziano. E’ ciò che essi vogliono per continuare indisturbati nelle loro attività “politiche”.

Ben altro è il metodo dei ragazzi del Circolo “P. Impastato”. Non hanno condiviso in questo frangente la politica del loro partito, l’I.d.V, e, coerentemente, hanno rassegnato le dimissioni da ogni incarico. Ciascuno di essi HA VOTATO E FATTO VOTARE  il partito che dava risposte più convincenti alle proprie domande. Soprattutto sull’Europa. Nel mentre, tutti insieme ribadivano l’impegno a continuare il lavoro politico che ha caratterizzato la loro esperienza in circa tre  anni di attività, procedendo nell’alveo dei valori di sempre. Primo fra tutti quello della legalità. E’ questo un metodo che non si presta ad alcuna strumentalizzazione.  E’ un metodo che parte dal contrasto ad ogni forma di illecito amministrativo e all’arrogante gestione della cosa pubblica, veri ostacoli all’autentico rinnovamento della Politica che il popolo italiano con il voto alle ultime europee ha indicato a chiare lettere.



                                                                                              Mauro PAPAGNI, sostenitore Circolo “Peppino Impastato”, Bisceglie

mercoledì 28 maggio 2014

ANDRIA : “IO NON VOTO” BEN 43.969 CONSENSI DA PARTE DI CHI NON HA VOTATO.

Ha funzionato anche questa volta moltiplicando il risultato conseguito nelle precedenti elezioni sia in quelle politiche che in quelle amministrative svoltesi recentemente in alcune regioni italiane ed ecco che la Campagna di Sensibilizzazione lanciata alcuni anni fa dalla L.A.C. – Libera Associazione Civica di Andria  ha raggiunto l’obiettivo anche nelle recenti elezioni europee dello scorso 25 maggio.
Uno dei risultati più clamorosi nella città di Andria dove il dato eclatante è che 43.969 cittadini hanno aderito all’iniziativa decidendo di non recarsi alle urne e di fatto dando un fortissimo segnale anche alla classe politica e dirigente locale che rimane a bocca asciutta conservando solo lievissime percentuali di voti raccolti che nel migliore dei casi non supera il 13/14 % con percentuali anche al di sotto per i Partiti al governo delle istituzioni locali cittadine che ora devono fare profonda autocritica e mettersi tutti in discussione.
Il tempo sta maturando e secondo noi è già maturo per le scelte che arriveranno fra alcuni mesi e che saranno straordinariamente diverse e differenti rispetto al passato prendendo atto dell’alto tradimento da parte della politica locale che ha accerchiato i posti di potere mettendo in ultimo l’interesse collettivo e generale facendo malissimo e mortificando la democrazia partecipata, compromettendo  la costruzione di un futuro migliore.
Chi continua a sventolare i suoi stendardi per risultati molto mediocri dovrebbe accettare la realtà e mettere da parte la finzione perché il mulino che macinava grano e produceva molta farina ora non ha più neanche l’acqua per far girare le macine.
Chi credeva di essere la pulce in quella farina e pensava di essere dei capi mugnai deve ricredersi e tornare a guadagnarsi il consenso guardando in faccia alle persone e trovando il coraggio di tornare a parlare a chi è stato fortemente deluso pur avendo creduto in un progetto ormai vanificato.
Come da parola data da uomo a uomo, la prossima primavera sarà quella della trasformazione e quelle 43.969 persone si esprimeranno e saranno giudici imparziali del loro futuro.     

          
                                                                                                          Vincenzo Santovito
                                                                                                                  Presidente

  Libera Associazione Civica Andriese

martedì 29 ottobre 2013

ANDRIA : LA CAMPAGNA DI SENSIBILIZZAZIONE DELLA L.A.C. “IO NON VOTO”. IL MOVIMENTO PRIMO IN ITALIA

ANCHE NELLE REGIONI, NELLE PROVINCE E NELLE CITTA’ ITALIANE DOVE E’ PIU’ ALTO IL TENORE E LA QUALITA’ DELLA VITA IL MOVIMENTO DEL NON VOTO PRIMO IN ASSOLUTO.

Anche nelle Regioni, nelle Province e nei Comuni italiani dove più elevata è la qualità e il tenore di vita, il Movimento del Non Voto, promosso dalla L.A.C. di Andria è il primo in assoluto e il calo di affluenza alle urne è significativo del malessere crescente anche in quell’area “felice” del Paese.
Percentuali di affluenza alle urne che variano dal 62 al 78% degli iscritti al voto sono la lampante evidenza che la politica italiana, affidata ai nominati e a quanti si sono appropriati indebitamente della libertà di scelta degli elettori, ha ormai toccato il fondo e non potrà mai tornare ad essere credibile se non con un radicale cambiamento di volti ma anche di mentalità e soprattutto di regole.
Sappiamo benissimo che neanche di fronte a queste ripetute e sempre più profonde sconfitte la lobby politica intrecciata con interessi economici e di sistema assumerebbe decisioni rivoluzionarie e stravolgenti quindi la speranza è sempre più nelle nostre mani cioè in quelle del Popolo che solo se assume un’iniziativa organizzata, forte e seriamente coinvolgente sarebbe in grado di rovesciare la situazione di stallo del nostro Paese ma anche delle nostre città ormai affidate a burocrati senza più nessun interesse per la politica che guardi al sociale e ai bisogni reali delle popolazioni.
Il prossimo anno, se non prima, i contraccolpi di questa situazione di crisi della democrazia sarà evidentissima anche nelle nostre comunità locali e senza più il privilegio di essere nominati dai padroni anche i nostri aspiranti montecitoriani perderanno definitivamente quel fascino che non hanno mai avuto e finalmente si metteranno in gioco per raccogliere i cocci di quella distruzione che essi stessi hanno contribuito, con le loro azioni piuttosto che con i loro silenzi e inerzie, a realizzare nell’assoluta autonomia e senza dare conto a nessuno.

     
                                                                                                          Il Consiglio Direttivo L.A.C.

Libera Associazione Civica Andriese