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News dalle Città della BAT

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mercoledì 29 giugno 2016

PUGLIA : I LAVORATORI DELLE CAMPAGNE PRETENDONO RISPOSTE DALLA REGIONE ! BASTA BUGIE E FALSE PROMESSE!

Nonostante le ripetute richieste, a pochi giorni dall'inizio della stagione del pomodoro, la Regione Puglia rifiuta di incontrare il Comitato dei Lavoratori e delle Lavoratrici delle Campagne della provincia di Foggia, contravvenendo alle promesse fatte.

Da settembre 2015 infatti è in corso una mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori delle campagne della provincia di Foggia, che chiedono la regolarizzazione dei permessi di soggiorno e il rispetto dei contratti collettivi di categoria, per uscire dai ghetti e ottenere ciò che spetta loro. La loro lotta ha ottenuto alcuni importanti risultati: dopo numerosi cortei e presidi, alcuni hanno ottenuto i permessi di soggiorno, mentre la Questura e il Comune di Foggia sono stati costretti ad abbandonare forme di abuso rispetto al rilascio e rinnovo di permessi di soggiorno e residenze. In contemporanea, la Regione Puglia e il Governo centrale hanno siglato protocolli e stanziato risorse per affrontare quello che viene eufemisticamente definito come il problema del caporalato e salvare l'immagine del Made in Italy, anche sulla spinta di queste mobilitazioni e delle morti sul lavoro, che tanto scalpore hanno fatto.

Tuttavia, nonostante le promesse e i proclami, ad oggi le uniche misure che sembrano concretizzarsi sono ancora una volta tese a gestire un fenomeno strutturale in chiave emergenziale. Si continua a parlare di sgombero umanitario, con l'ipotesi di trasferire i lavoratori in tendopoli e campi container che riproducono e istituzionalizzano il ghetto, come si è ben visto a Rosarno dove l'omicidio di Sekine Traoré non fa che confermare una situazione di disagio nota da anni. I campi di lavoro certo non rappresentano una soluzione degna di questo nome al problema abitativo degli stagionali, o ancor meno a quello dello sfruttamento, mentre su trasporti e case ad oggi non esistono misure concrete.

Dopo il corteo del 29 febbraio a Foggia, che chiedeva di incontrare il ministro Martina ed il Presidente Emiliano, il 3 marzo si è tenuto un incontro tra il Comitato Lavoratori delle Campagne e il dott. Stefano Fumarulo, dirigente della Sezione Sicurezza Cittadino, Politiche per le Migrazioni ed Antimafia Sociale presso la Presidenza della Regione Puglia, incaricato di individuare delle soluzioni rispetto alla questione dei ghetti e dello sfruttamento. In tale data era stato sancito un impegno a favorire il percorso di regolarizzazione dei lavoratori attraverso l'impiego di strutture e risorse regionali. Nulla si è però concretizzato né i lavoratori sono stati informati delle misure che la regione intende adottare rispetto alla questione della casa, dei trasporti, dell'assistenza sanitaria, di loro diretta competenza.

In vista della manifestazione del 30 giugno a Bari promossa dai lavoratori e lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia, nelle ultime settimane si è intrapreso un percorso di coinvolgimento di alcune vertenze presenti sul territorio barese. Durante alcune assemblee e incontri, a cui hanno partecipato attivamente anche i gruppi locali di Emergency e Medici Senza Frontiere, i migranti del Cara di Bari-Palese hanno denunciato le condizioni precarie e in alcuni casi repressive che si subiscono nelle strutture istituzionali. I continui dinieghi da parte della Commissione territoriale e i frequenti trasferimenti in altri centri di ‘accoglienza’, che assomigliano più a delle deportazioni, stanno diventando prassi quotidiana per molti richiedenti asilo; a tutto questo nella maggior parte dei casi segue il ‘Foglio di Via’ (quindi l’espulsione) senza motivazione alcuna e senza permettere l’iter del ricorso previsto dalla stessa legge sull’immigrazione.

Per questo, il 30 giugno si terrà un corteo nella città di Bari, in contemporanea con quello che dalla tendopoli sita nei pressi di Rosarno, in Calabria, porterà al Comune di San Ferdinando le medesime richieste, con l'obiettivo di aprire un tavolo di interlocuzione con la Regione e tutti i Comuni della Piana di Gioia Tauro. Si tratta di un corteo in cui le istanze dei lavoratori delle campagne, in prevalenza stranieri, si affiancano a quelle di molti altri soggetti, migranti e italiani, disoccupati e precari, occupanti di casa e ospiti dei centri di accoglienza, che sostengono questo percorso nella consapevolezza che si tratta di problemi che riguardano e coinvolgono tutti.

UNITI SI VINCE, LA PAROLA AI LAVORATORI!
WE STILL NEED YES!

30 GIUGNO 2016, h 10:00 – concentramento a Piazza Umberto - Bari

Comitato Lavoratori delle Campagne
Rete Campagne in Lotta
Solidaria - Bari

martedì 26 gennaio 2016

ANDRIA : Nota degli ex lavoratori della Fondazione "Bonomo"

"Gentili colleghi,
a titolo personale e, soprattutto, a nome degli ex dipendenti e collaboratori della Fondazione "Bonomo" impiegati nei progetti dell'omonimo Centro Ricerche, vi chiedo di accendere ancora una volta i riflettori delle vostre testate sullo stato di grave difficoltà in cui versano una quindicina di famiglie.
In allegato trovate la lettera inviata dagli ex lavoratori del Centro Ricerche "Bonomo" il 19 novembre scorso (!) al Presidente della Provincia Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina, per chiedere un incontro finalizzato a conoscere gli scenari possibili o ipotizzati innanzitutto dalla Provincia (socio unico della Fondazione) e, più in generale, da tutte le istituzioni a vario titolo coinvolte nella sorte della struttura.
Gli ex lavoratori della Fondazione si sono incontrati nei giorni scorsi davanti all'ingresso del Centro ricerche, a Castel del Monte (foto allegate) e hanno stabilito di rendere note alla stampa le osservazioni che seguono:
- a tutt'oggi quella lettera non ha ricevuto alcuna risposta;
- il cancello del Centro ricerche ha chiuso i battenti il 1° luglio scorso;
- le preoccupazioni, oltre che per il lavoro e l'auspicata stabilità occupazionale, riguardano anche la struttura (edifici, centro pilota, laboratori, impianti, attrezzature, vialetti, aiuole, verde). Nell'agosto 2014, quando il Centro tornò operativo grazie ai progetti ottenuti dalla Fondazione, la struttura si presentava piuttosto degradata dopo anni di abbandono. Negli 11 mesi in cui è rimasta aperta, gli stessi lavoratori hanno provveduto volontariamente a piccoli interventi di manutenzione, specialmente dopo le abbondanti nevicate che avevano piegato e spezzato i rami di diversi alberi e reso problematico l'accesso e la circolazione di mezzi e persone al suo interno. Vista dall'esterno, oggi la struttura appare nuovamente preda dell'incuria ed è facile immaginare cosa possa esserci all'interno, soprattutto con riferimento agli impianti e alle attrezzature e considerate umidità, basse temperature e l'assenza di riscaldamento. Si tratta pur sempre di un complesso privato nella disponibilità del "pubblico": se un giorno il Centro riaprisse, quanto costerebbero alle casse pubbliche i necessari interventi per renderlo nuovamente accessibile e pienamente operativo?
- si avverte e si diffonde il timore che il completamento del processo di statalizzazione dell'Istituto Tecnico Agrario rappresenti il "de profundis" per la Fondazione "Bonomo": parte del personale in servizio nella scuola, infatti, è assunto dalla Fondazione con contratti a tempo determinato. Forse qualche unità potrebbe essere stabilizzata dallo Stato, ma gli altri contratti non potranno essere rinnovati. La Fondazione, perciò, già priva di lavoratori per il Centro Ricerche, resterebbe un contenitore vuoto, che non avrebbe più ragione di esistere;
- come conseguenza estrema, potrebbe verificarsi l'eventualità che l'intera struttura, donata dalla benemerita famiglia Bonomo alla Provincia di Bari per farne un Centro di ricerche avanzate in agricoltura, in mancanza di progetti finalizzati, torni nel possesso della famiglia proprietaria, la quale potrà farne quello che crede, compatibilmente con i vincoli urbanistici e paesaggistici in vigore nell'area di Castel del Monte. Questo significherebbe, su un piano di interesse più generale, per Andria e il territorio della Provincia la scomparsa di un'istituzione che per alcuni decenni ha rappresentato un autentico fiore all'occhiello nel campo della ricerca per la gestione post-raccolta dei prodotti ortofrutticoli freschi, la trasformazione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari e l'utilizzazione dei sottoprodotti e degli scarti di produzione delle aziende agroalimentari.
Vi ringrazio per l'attenzione e la disponibilità.

Vittorio Massaro"

giovedì 11 giugno 2015

BISCEGLIE : CRAC DIVINA PROVVIDENZA, " NOSTRA PRIORITA’ RISANARE AZIENDA E TUTELARE LAVORATORI"

“Nel ringraziare il Tribunale di Trani, la Procura della Repubblica e il Nucleo di Polizia Tributaria di Bari per il lavoro fin qui svolto, voglio tranquillizzare tutti i lavoratori della Casa della Divina Provvidenza: il tentativo di salvataggio dell’azienda va avanti con ulteriore convinzione. Il nostro unico obiettivo rimane quello di permettere a questa struttura di tornare a camminare, nel più breve tempo possibile, sulle proprie gambe ed essere competitiva in un mercato così complesso. Il percorso che abbiamo tracciato sta producendo i primi frutti: aumento della produttività e riduzione dei costi. Prima che si arrivi all’esecuzione del Programma di cessione, approvato dal Ministero dello Sviluppo Economico, metteremo in campo altri interventi virtuosi, per questo motivo sarà essenziale proseguire il confronto con la Regioni Puglia e Basilicata”. 
Così il Commissario Straordinario della Casa della Divina Provvidenza, l’avvocato Bartolo Cozzoli.


mercoledì 28 gennaio 2015

MARGHERITA DI SAVOIA : Solidarieta' e vicinanza ai lavoratori Atisale.

A rischio i 120 dipendenti dell’azienda, in crisi per un problema societario: Atisale vanta infatti crediti per diversi milioni di euro nei confronti della società controllante, Salapia Sale. Denaro mai incassato. Poi ci sono i debiti per il mancato pagamento dell’Ici nei confronti dei due Comuni in cui ricadono le saline. Atisale deve 3 milioni di euro a Margherita di Savoia, e 700mila euro a Trinitapoli, questi ultimi pagati in parte.
Nel 2011 la proprietà delle Saline di Margherita è passata nelle mani dei leccesi Semeraro e dei siciliani D’Alì Staiti. Ora hanno chiesto al Tribunale di Foggia di poter essere ammessi al concordato preventivo, per scongiurare il fallimento e individuare eventuali imprenditori interessati ad acquisire la società.

Non si può non essere sensibili per le difficoltà di questi lavoratori e delle loro famiglie a cui va la nostra più sincera solidarietà.

Una preoccupazione che può ottenere sollievo solo con i fatti e con le azioni che i dipendenti Atisale attendono dalle istituzioni competenti. L’auspicio è che, in questa situazione delicata anche le forze politiche possano mostrare la stessa compattezza che le lavoratrici e i lavoratori Atisale stanno facendo vedere in questi momenti di comprensibile disagio e preoccupazione.

martedì 14 ottobre 2014

TRANI : Tono offensivo verso lavoratori. La Cgil bacchetta il Sindaco

I segretari generali di Cgil, Fp e Slc Bat, Antonucci, Marzano e Montrone: “Riserbato provi a lavorare un solo giorno alle Poste o al Tribunale”.


“Il sindaco di Trani Luigi Riserbato farebbe bene a chiarire, al più presto e nella maniera più convincente possibile, cosa intendeva dire quando nell’ultimo consiglio comunale si è rivolto a due consiglieri con frasi del tipo ‘vai a lavorare alla posta’ e ‘vai a fare il cancelliere’. Se non lo dovesse fare, continueremo a pensare il peggio e saremmo costretti a farlo visto il tono inequivocabile con il quale sono state pronunciate quelle parole: per quanto ci riguarda, il Sindaco ha voluto offendere quei consiglieri insultando più in generale i dipendenti del pubblico impiego e della comunicazione denigrandone, cioè, il lavoro. Perché è esattamente questo ciò che emerge ascoltando quelle frasi”. Così i segretari generali di Cgil, Funzione pubblica e del Sindacato lavoratori della comunicazione, Luigi Antonucci, Luigi Marzano e Vincenzo Montrone, commentano la vicenda accaduta a Trani.

“Come se chi lavora alle Poste Italiane o nella cancelleria di un Tribunale – proseguono i tre dirigenti sindacali – fosse inferiore rispetto ad un politico tanto che per offendere quest’ultimo il peggior insulto possibile sia quello di ricordargli la sua occupazione. E pensare che ci sarebbero tanti lavoratori, e non solo delle Poste o dei Tribunali, che potrebbero dire, per insultare qualcuno, ‘vai a fare il politico!’. Non solo, se davvero il lavoro negli uffici postali è così tanto da disprezzare, Riserbato quando smetterà di esercitare la sua professione dove andrà a ritirare la pensione?”.

“Scherzi a parte, anche perché ciò che è accaduto è davvero di una gravità inedita, invitiamo il Sindaco di Trani a lavorare anche solo per un giorno al posto di quei dipendenti che con tale spensieratezza ha insultato, vivendo anche solo per poche ore gli stessi loro problemi e disagi, e poi semmai ne riparliamo. Si tratta di lavoratori, per esempio quelli del pubblico, i cui contratti sono bloccati da anni e lo saranno ancora per il 2015, oppure perennemente in bilico tra precarietà e carenze di personale”.

“Ci auguriamo che Riserbato al più presto chieda scusa (per quello che possa valere) a tutte le decine, centinaia e migliaia di lavoratori che con queste poche parole ma ‘ben intonate’ ha offeso senza neanche rendersene veramente conto, il che è ancora peggio. Infine – concludono Antonucci, Marzano e Montrone – Riserbato si ricordi di essere il Sindaco di tutti i tranesi, anche di quelli che lavorano alle Poste Italiane o nelle cancellerie del Tribunale”.

Michela Alicino

Ufficio Stampa Cgil Bat

venerdì 3 ottobre 2014

TRANI : Vicenda lavoratori cooperative. “Attendiamo i fatti”

Intervento della segreteria provinciale della Filcams Cgil Bat all’indomani della protesta dei lavoratori delle cooperative.

“Siamo in attesa che alle parole del Sindaco seguano i fatti. Al momento, dichiarazioni alla stampa del primo cittadino a parte, non è cambiato nulla rispetto alla data del 30 settembre scorso, giorno in cui sono scaduti gli appalti per la gestione di alcuni servizi, già prorogati per diverso tempo, questa volta però a differenza di quanto avvenuto in passato, non vi è stata alcuna proroga”. Commenta così la vicenda dei lavoratori delle cooperative sociali che si occupano del verde e della pulizia dei bagni pubblici a Trani la segretaria della Filcams Cgil Bat, Tina Prasti, dopo l’incontro avvenuto mercoledì, primo ottobre, con il sindaco Luigi Riserbato ed una delegazione di addetti del settore che nella mattinata avevano incrociato le braccia e protestato sotto Palazzo di Città”.

“Dopo le rassicurazioni di Riserbato – spiega Tina Prasti – di fatto non c’è stato nessun atto ufficiale, nulla messo nero su bianco. Finché non ci saranno garanzie scritte sulla copertura economica i cantieri non riapriranno ed i dipendenti delle cooperative non potranno riprendere a lavorare. Va bene la questione dei tagli da parte del Governo centrale ma ora servono risposte concrete al fine di garantire i servizi indispensabili alla cittadinanza ed assicurare un futuro occupazionale a tutti questi lavoratori perché nel frattempo le lettere di licenziamento sono già state recapitate. Non solo, si è parlato anche dell’eventuale riduzione delle ore di lavoro ma anche su questo punto non ci sono stati ulteriori chiarimenti”.

“Serve fare chiarezza – conclude Prasti – ma soprattutto servono dei fatti perché questa maratona infinita deve avere un termine. È da mesi che chiediamo nuovi appalti invece si va avanti con proroghe ed ogni volta, all’approssimarsi della data di scadenza, si comincia a cercare fondi e tesoretti”.

La segretaria provinciale
Filcams Cgil Bat

Tina Prasti