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venerdì 13 luglio 2018

ANDRIA : LA POLITICA BRUTTA E SENZ’ANIMA


Ci vorrebbe, servirebbe una seria e severa analisi di quanto continua ad accadere nel mondo politico andriese; sulle dinamiche che tengono in equilibrio rapporti umani e professionali; sui criteri di selezione delle persone e delle competenze. Gli anni dell’amministrazione Giorgino sono stracolmi di spunti sociologici da costituire delle vere e proprie piste di indirizzo per analisi che vanno al di la, ben al di la della politica in senso amministrativo e governativo. L’ultimo, recente, spunto di riflessione viene fuori dalla decisione del primo cittadino di azzerare la giunta cioè uomini e donne di sua diretta, specifica e personale emanazione, additati di inefficienza, di inesperienza, di incapacità e di lassismo. Giudizi estremi che non coinvolgono, evidentemente, solo la sfera relativa all’incarico politico conferito loro dallo stesso primo cittadino ma anche, inevitabilmente, quella personale e professionale perché le persone non è che cambino completamente a seconda del ruolo che assumano. Provate ad immaginare come nasce questa compagine politico-umana e noterete immediatamente quanto la politica, o ciò che si nasconde dietro di essa, sia capace di minare e persino distruggere, disintegrare rapporti umani e personali che mai si sarebbe pensato potessero essere scalfiti. Giorgino e Nespoli, ad esempio. Chi mai avrebbe potuto immaginare una si tale alienazione di un rapporto umano e di amicizia fraterna, apparentemente inossidabile?
Gli anni, il trascorrere degli anni, hanno continuato a dare il peggio di sé fino a vedere “coppie” di politici, dello stesso Partito o Movimento, sedute nello stesso biposto a Palazzo San Francesco, ridursi a lottatori in arena, a scannarsi per un posto al sole. Avvicendamenti e conquiste di poltrone che hanno messo da parte, completamente sopraffatto rapporti umani e forse persino amorosi, in casi altrimenti ed altrove registratisi.
Andria fa scuola dunque e lo fa al contrario rispetto al senso nobile della Politica. Lo fa dimostrando, definitivamente, quanto questa politica possa nascondere dietro di sé subdole e diaboliche dinamiche sacrificando il sentimento, il rapporto umano alla bramosia di potere, innata in ogni essere umano ma che se mal governata può seriamente portare alla distruzione totale. Sguazzare in questo pentolone ribollente non deve essere certo né gratificante né onorevole ma la storia racconta altro e lo racconta in modo inconfutabile. La politica, ad Andria, continua a “sorprendere” e quasi ad essere un indecifrabile gioco al cui interno le regole non sono prefissate ma vengono cambiate e trasformate di volta in volta, con la partita in corso ed a seconda di chi sta sugli spalti e dietro la macchina che muove i lunghi fili ora in una direzione, ora in un’altra. Un gioco dove le pedine sono gli uomini, le donne, le persone. Quegli stessi uomini, quelle stesse donne che sono stati genericamente additati essere degli incapaci, buoni a nulla e che, in queste settimane, non hanno neppure avuto il minimo risentimento umano, dunque non hanno inteso “reagire”. Un’altra caratteristica dello stato di condizionamento mentale che la politica ha il potere di generare, specie in menti fortemente fragili, subordinate a quel desiderio irrefrenabile chiamato potere, anche se si trattasse di potere del nulla, come in quasi tutti i casi in specie.
Sarebbe invece bello pensare, credere che dentro la politica le regole fossero quelle del rispetto delle persone, dei ruoli e delle sensibilità.
Nel caso dell’ennesima crisi politica nella città di Andria queste prerogative sono state, ancora una volta, sacrificate ed umiliate e quei silenzi di quegli uomini e di quelle donne che sono stati mortificati ed “annientati”, senza aver mai saputo se e dove abbiano sbagliato, commesso errori o addirittura violato non si sa quale patto di sangue o protocollo insindacabile i quali, forse oggi, o domani, si accorgeranno, prendendone coscienza, che non ne valeva proprio la pena; che non ne è valsa la pena e che, in fondo, gli entusiasmi di tal altri di oggi sono solo l’inizio di un’altra delusione sovrastata dal desiderio di quel potere fasullo che cambierà quelle persone e le cambierà sicuramente in peggio.



Dedicato a Paola (Albo), a Mariateresa (Forlano), a Beppe (Raimondi), a Sefi (Buonomo).
Senza aver mai saputo dove abbiano “sbagliato” soprattutto dove i privilegiati abbiano “eccelso”.

                                                   *Presidente Associazione “Io Ci Sono!” – Andria

mercoledì 22 febbraio 2017

ANDRIA: L'ARMATA BRANCALEONE

“L'unione fa la forza!” recita un detto popolare ben noto. Di contro la disunione fa la debolezza. Tale assioma si confà dappertutto: in agricoltura, nella pesca, nel commercio, nell'artigianato, nell'industria. Ma anche in politica. Persino nell'ambito prettamente culturale.
Castel del Monte, il “Colosseo del Medioevo”, patrimonio mondiale dell'UNESCO ed emblema della nostra odiosannata città, ne è un chiaro e lapalissiano esempio. Le maggiori istituzioni pubbliche (Sovrintendenza regionale ai beni storici e paesaggistici della Regione Puglia, il Parco nazionale dell'Alta Murgia, il Gal delle città di Castel del Monte Andria – Corato, la Diocesi di Andria - Minervino Murge e Canosa di Puglia, il Comune di Andria) litigano continuamente tra loro, reclamando diritti di primogenitura. Il che arreca danni gravi e incalcolabili alla valorizzazione del bel maniero dedericiano.
Ancora peggio è la situazione legata alla presenza delle cosiddette guide turistiche. Guide turistiche della Pro-Loco di Andria, guide turistiche iscritte all'albo regionale, guide turistiche di Associazioni di promozione turistiche di Andria, guide turistiche autonome e indipendenti. Una pletora incredibile di guide che si scontrano quotidianamente fra loro alle pendici di Castel del Monte, pur di catturare la marea di visitatori provenienti da ogni parte d'Italia e dal mondo attratti dal fascino e dalla bellezza del nostro Castello. Una “guerra” spietata fatta di colpi bassi, di concorrenza sleale, d'inganni e di menzogne! Tutto a scapito della qualità delle visite guidate. Il visitatore accorto si rende conto di ciò. Difficilmente torna una seconda volta a Castel del Monte.
Spesse volte la loro preparazione storica e culturale è inadeguata. La conoscenza delle lingue estere molto carente. Una vera e propria armata brancaleone!
251.000 visitatori nel 2015 a Castel del Monte. È il monumento più visitato in Puglia, come dicono le statistiche giornalistiche delle maggiori testate televisive e della carta stampata nazionale.
Ma quei 251.000 visitatori non arrivano affatto in Andria. Spetterebbe, secondo me, alle nostre guide turistiche informare, invogliare, affascinare, convincere tutti quei turisti a visitare anche Andria.
Andria lo merita per mille ragioni: per la sua maestosa Cattedrale romanica, dove sono sepolte due delle mogli di Federico II, per la Sacra Spina, una delle reliquie più grosse esistenti in Europa.
Andria lo merita per il suo vasto borgo medievale, per le sue meravigliose chiese del XII-XIII secolo, per le sue splendide laure basiliane, per la sua maestosa basilica benedettina di Santa Maria dei Miracoli, per lo straordinario chiostro francescano della Casa di riposo Villa San Giuseppe, nelquartiere di Santa Maria Vetere, che conserva gli affreschi originali del XVI-XVII secolo.
Andria lo merita per il suo Palazzo ducale, per i tanti palazzi d'epoca, per il 1° vicolo San Bartolomeo, la via più piccola del mondo, per i suoi superbi Campanili, per la sua città sotterranea-medievale, per il suo interland ricco di masserie fortificate, frantoi d'epoca, per le sue ben note attività agroalimentari riconosciute e apprezzate in tutto il mondo.
Per concludere, se vogliamo dare un senso a questa lettera, occorrono guide turistiche specializzate. Non ci servono guide turistiche generiche che fingono di sapere, ma in realtà sono generiche e superficiali. Andria ha bisogno di tutt'altro!


Riccardo Suriano

lunedì 12 settembre 2016

MINERVINO MURGE : LA POLITICA CHE ASCOLTA

A Minervino Murge sono partiti i "Giovedì della Sindaca". Gli incontri settimanali tra cittadini e Amministrazione comunale. C’erano cittadini, associazioni, imprenditori, politici ed amministratori pubblici al primo degli incontri dei giovedì con la Sindaca a Palazzo di città. Un primo incontro che ha messo immediatamente in evidenza il desiderio di ascolto da parte della politica locale ma anche l’altrettanto desiderio di partecipazione alla vita sociale, produttiva e culturale della città da parte dei cittadini. I rappresentanti e membri della Giunta comunale ma anche alcuni consiglieri hanno illustrato le attività in corso e quelle programmate quindi richiesto suggerimenti ma anche criticità che i presenti hanno circostanziato in modo costruttivo. Per le Associazioni di Categoria all’incontro ha preso parte il presidente di UNIBAT, Savino Montaruli, accompagnato da alcuni imprenditori locali, il quale, nel suo intervento, ha evidenziato la necessità di separare i due momenti cioè quello relativo alle problematiche locali, che vanno risolte in loco mediante l’azione di concertazione e di sinergia tra l’Amministrazione comunale ed i cittadini, e l’altro cioè quello legato al ruolo ed all’identità che Minervino Murge deve assurgere nell’ambito territoriale e fuori mura.
“Troppe occasioni sono state sprecate” - ha detto Montaruli il quale ha aggiunto: “assistiamo al fallimento, al drammatico fallimento di quelle che avrebbero dovuto essere le più importanti Agenzie di Sviluppo del territorio, a partire dal Patto Territoriale fino a Puglia Imperiale passando per la Camera di Commercio, per Vision e tutte le altre tante occasioni maldestramente sprecate che hanno visto unicamente avvantaggiare posizioni individuali e di nicchie di potere. Questo spreco di energie e di risorse ha penalizzato anche il comune di Minervino il quale ha necessità di vedere alimentate le sue vocazioni, a partire da quella agricola fino a quella turistica. Proprio a proposito di vocazione turistica gli imprenditori locali hanno chiesto a gran voce che Minervino possa accrescere la sua consapevolezza in tal senso e non continuare a restare fuori dai circuiti regionali e dall’utilizzo dai numerosi fondi a disposizione per queste forme di sviluppo che coniugherebbero benissimo le peculiarità territoriali e storiche della cittadina murgiana con i requisiti richiesti dai bandi europei per accedere a specifiche forme di finanziamento” – ha detto Montaruli. L’Assessore alle politiche sviluppo economico e sociale, agricoltura - commercio - turismo e marketing territoriale - sport e politiche giovanili - rapporti con le associazioni - centro storico - rapporti asl e servizio socio sanitario, Massimiliano Bevilacqua, che aveva introdotto l’intervento del presidente UNIBAT apprezzando e compiacendosi per la sua presenza, ha fatto esplicito riferimento alla necessità di concertare proprio con le Associazioni di Categoria azioni di sviluppo economico e produttivo locale, anche in funzione delle nuove norme che disciplinano il commercio e le attività produttive, soprattutto in materia di aree pubbiche.
La Sindaca Maria Laura MANCINI, da parte sua, si è ritenuta soddisfatta per l’andamento del primo incontro dando appuntamento a giovedì prossimo quando si discuterà in modo tematico della questione rifiuti.
Un segnale, quello della Mancini e delle sua giunta che resta di esempio per l’intero territorio della Bat quindi un esempio che si auspica possa essere imitato anche dai suoi omologhi, soprattutto delle grandi città laddove il rapporto cittadino/istituzioni viene frequentemente sacrificato e comunque mai esaltato, come invece dovrebbe essere in un sistema di democrazia compiuta e partecipata.

Area Comunicazione

UNIMPRESA BAT

lunedì 4 novembre 2013

ITALIA : .RICCARDO DI MATTEO CENTRO STUDI POLITICI CRITICALIA, PIU' ALTA PERCENTUALE PROMISCUITA' IDEOLOGICA DA DOPOGUERRA

''L'attuale legislatura, l'attuale Parlamento italiano e' il piu' promiscuo ideologicamente, una cosa che non si vedeva se non nel  dopoguerra. Infatti se si vanno ad analizzare le varie espressioni politiche che ogni parlamentare rappresenta  alla Camera e al Senato  non puo' non evidenziare una concentrazione di fascisti, comunisti, democristiani, liberali, repubblicani, autonomisti, forzisti, leghisti (rossi, neri e verdi), socialisti e addirittura monarchici, con un paio di esponenti e ora anche grillini, che ricalcano un po' l'Uomo Qualunque di Guglielmo Giannini'. Un Parlamento cosi' non si vedeva dal dopoguerra''. E' quanto si evince da uno studio del  Centro Studi Politici Criticalia, dopo aver esaminato attentamente i rappresentanti dei cittadini alla Camera e al Senato. ''E' vero che e' diminuito il numero dei gruppi parlamentari anche in virtu' delle coalizioni uscite dalle ultime elezioni - continua RICCARDO DI MATTEO Criticalia  - ma se si vanno a prendere ed analizzare le biografie di ogni singolo parlamentare, viene palese come siamo rappresentati da una miriade di ideologie che, se non applicate sistematicamente in Parlamento, comunque hanno il loro peso in alcune decisioni importanti come il voto in Aula. E poi - ricorda RICCARDO DI MATTEO Criticalia - basta citare la frase di un alto esponente di un nuovo gruppo parlamentare di maggioranza  che, ad effetto disse : Noi abbiamo detto niente col Pd e niente col Pdl ma tutto con tutti!' E questo - rileva infine RICCARDO DI MATTEO Criticalia - la dice lunga sull'attuale stallo politico-istituzionale che sta vivendo il Paese anche perche' la condanna definitiva di Berlusconi si e' rovesciata su un quadro politico nato fragile e andato facilmente a soqquadro una volta che la Cassazione ha sentenziato''.

mercoledì 9 ottobre 2013

BARLETTA : Manifestazione studentesca 11 Ottobre contro le prospettive cupe ed inconcludenti per il futuro dei giovani

La situazione politica ed economica del nostro Paese continua a consegnarci prospettive cupe ed inconcludenti per il futuro dei giovani e delle nostre famiglie; la spirale della crisi si stringe sempre più sul mondo del lavoro e dell’occupazione, facendo venir meno la possibilità per i nostri padri e le nostre madri di un tenore di vita dignitoso.
In un panorama di tale e diffuso disagio, assistiamo giorno dopo giorno ad uno scenario politico di ingovernabilità continua, dove le priorità restano le vicende personali e giuridiche di Berlusconi e non si ha la capacità di dar voce alle istanze di cambiamento provenienti dalla popolazione.

In una così forte tensione economica, istituzionale e sociale la risposta data dalla politica è stata assolutamente insufficiente: quello che pretendiamo noi giovani e noi studenti è tornare ad essere protagonisti del dibattito pubblico e del rilancio di questo Paese.

Il mondo dell’istruzione pubblica riceve, nel DL del 9 settembre, finanziamenti per qualche milione di Euro a fronte dei 12 miliardi di tagli effettuati dal 2008, a conferma di come la scuola, dopotutto, venga ancora considerata una “spesa” e non un investimento, un bacino da cui risucchiare risorse, ignorando la sua funzione primaria.

Noi della Rete degli Studenti Medi di Barletta, da anni impegnati al fianco degli studenti della nostra città, abbiamo ben chiaro cosa significa “diritto allo studio” e quali sono i provvedimenti necessari perché questo venga messo in atto, cominciando da riforme strutturali a livello nazionale, sino ad arrivare alle necessità locali e primarie dello studente.

Forte è sempre stato il nostro impegno nel formulare la proposta del Reddito di Formazione, misura di welfare  indispensabile per quegli studenti che hanno alle spalle una situazione economica familiare particolarmente critica, dando così la possibilità di sganciarsi da essa, vivere una vita normale e adeguata alla propria età, potendo continuare il proprio percorso di studi. Il Comune di Barletta è stato il primo in tutta Italia a mettere in atto questo provvedimento nel 2012, in via sperimentale, ma la mancata informazione tra i cittadini,  i forti ritardi nella compilazione delle graduatorie e la successiva cancellazione del provvedimento stesso, fanno pensare come probabilmente si trattasse solo di una vana promessa elettorale e non di un reale intento di arginare la piaga del disagio sociale e dell’abbandono scolastico.

Con la scorsa amministrazione si era anche avviato un percorso per la costruzione di una carta servizi per gli studenti; il ministero fornisce la carta “io studio”, del tutto inutile nella nostra città e per questo chiediamo alla nuova giunta comunale di riprendere in mano quel percorso di condivisione per dar vita ad una rete di possibilità e servizi che agevolino l’accesso alla cultura degli studenti, ad esempio, nei musei, teatri, cinema, mostre dell’hinterland barlettano e non solo.

Da tempo denunciamo anche le catastrofiche condizioni e funzionalità del servizio di trasporto pubblico locale. Al costante aumento del costo dell’abbonamento per gli studenti, il quale si verifica quasi ad ogni inizio d’anno scolastico, non corrisponde in alcun modo un miglioramento del viaggio. Avere autobus sovraffollati solo negli orari di ingresso e uscita delle scuole e liberi durante tutto il resto della giornata, significa, in primo luogo, che c’è un’evidente necessità di incrementare il numero dei veicoli a disposizione in corrispondenza di quegli orari, e in secondo luogo, che non è radicato in alcun modo nella coscienza dei cittadini barlettani l’utilizzo dei mezzi pubblici (con tutti i vantaggi che derivano dalla riduzione dell’inquinamento nella nostra città), a causa di un servizio scadente e del suo costo ingiustificatamente elevato. Per queste ragioni invitiamo il Comune a vigilare e regolare questo servizio fondamentale per la vita non solo degli studenti, ma di tutti i cittadini di Barletta, non sottovalutando l’importanza di tale tema.

Altra questione è rappresentata dell’edilizia scolastica, che in Italia necessita di un finanziamento di 20 miliardi, utili solo a rimettere a norma gli edifici,  per garantire la sicurezza nei luoghi dello studio. I soldi stanziati dal decreto del 9 settembre non sono, anche in questo caso, neanche lontanamente sufficienti.  Apprendiamo con estrema soddisfazione l’apertura del cantiere dei lavori per l’auditorium del Liceo Scientifico Cafiero (augurandoci, ovviamente, che vengano svolti nel minor tempo possibile, per evitare il prolungarsi dell’occupazione dei locali della chiesa del Crocifisso e dei doppi turni di lezione per docenti e alunni) , ma sappiamo che nella nostra città le scuole superiori versano in condizioni pessime e quindi invitiamo il sindaco a fare pressioni sulle autorità competenti, affinché tutti i 7 istituti siano a norma e sicuri per le centinaia di studenti del nostro territorio.

La risposta che in questi anni gli studenti hanno ricevuto è stata sempre la stessa: non ci sono le risorse per la copertura dei provvedimenti che vengono richiesti. Pur essendo consapevoli del momento di difficoltà che attraversa l’economia del nostro Paese, siamo altrettanto consapevoli che investire nel rilancio della scuola, della ricerca e dell’università dopo anni di rinunce e operazioni di smantellamento del sistema dell’istruzione, sia l’unica via d’uscita dalla crisi con un valido progetto a lungo termine; per tale ragione chiediamo un incontro di tutte le parti sociali del mondo della scuola con il sindaco di Barletta, Pasquale Cascella, affinché si possano discutere ed ampliare queste e altre proposte, dando un segnale forte di rinascita della città ripartendo proprio dalla cultura.

È arrivato il momento di ascoltare, dopo anni in cui si sono ignorate o sfruttate a piacimento dalle parti politiche, le idee e le proposte degli studenti per una scuola aperta, inclusiva, laica, che rispetti pienamente le indicazioni della nostra Carta Costituzionale; per questo scenderemo tra le strade della nostra città, insieme agli studenti di tutta Italia, l’11 Ottobre per riscrivere insieme la nostra scuola e il nostro futuro.