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News dalle Città della BAT

giovedì 24 marzo 2011

I colori della guerra in Libia.

Stiamo assistendo a quelle che viene definita l'ennesima guerra "umanitaria" questa volta sul territorio libico. Ai primi colpi fancesi, seguono quelli dell'Alleanza atlantica che riprende in mano lo scettro della gestione delle operazioni di guerra. Al di là della propaganda anche mass mediatica con l'elmetto, è ormai sempre più evidente che si tratti di una guerra neocoloniale che ha come oggetto la conquista di petrolio e gas libici. Infatti, la Francia, rimasta quasi fuori con la sua Total dai ricchi contratti di petroliferi siglati con il rais Gheddafi, si è lanciata in una guerra che vuole rimettere in discussione l'accaparramento delle risorse naturali libiche. A ruota, per non essere estromessi, gli altri paesi imperialisti si sono lanciati alla conquista di gas e petrolio per non rimanere fuori dal banchetto della spartizione del dopo-Gheddafi.


L'Italia di Berlusconi e Napolitano per tutelare gli interessi del padronato nazionale, quello che fa affari in Libia e della lobby energetica petrolifera, non si tiene in disparte e partecipa alla guerra per il mantenimento dei ricchi contratti siglati con il rais di Tripoli, mandando arei a bombardare la Libia.

Questi sono i veri motivi dell'ennesima guerra imperialista che si svolge in Libia! Infatti, mentre il governo nazionale fa una guerra interna con attacchi alla scuola pubblica, alla sanità, all'acqua pubblica, ai lavoratori con il "metodo" Marchionne, fa anche una guerra militare, l'ennesima, sull'altare degli interessi padronali e contro il popolo libico.

Lo stesso centrosinistra che aveva appoggiato in passato altre guerre, dalla Ex Jugoslavia del Presidente D'Alema e del ministro Diliberto, all'Afghanistan con il consenso parlamentare anche di Rifondazione, vendoliani e dipietristi, indossa anche adesso l'elmetto appoggiando questa guerra neocoloniale anche attraverso le dichiarazioni di di Bersani e Di Pietro, dopo che il loro governo Prodi, ancor prima di quello Berlusconi, aveva "baciato" l'anello di Gheddafi con accordi anti-immigrati e sugli idrocarburi libici. A Barletta, lo stesso sindaco Maffei, sulla sua pagina facebook ritiene "necessaria" la guerra per il petrolio.

Alternativa comunista ribadisce invece la propria opposizione senza se e senza ma all'ennesima guerra imperialista. Siamo contro Gheddafi e per la rivoluzione libica, senza i cannoni della Nato e le risoluzioni dell'Onu, siamo per il diritto all'autodeterminazione dei popoli sotto lo scacco dell'imperialismo.

Per questo, domenica 27 a Barletta alle 18, presso la nostra sede provinciale in Via dei greci 13, con il nostro movimento giovanile faremo un'assemblea pubblica contro la guerra in Libia senza se e senza ma!

Michele Rizzi - Candidato sindaco di Barletta per Alternativa comunista

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