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News dalle Città della BAT

giovedì 29 settembre 2011

BARLETTA : Rifiuti beni comuni. La Buzzi Unicem sia al passo con i tempi.

In attesa di ricevere tutta la documentazione inerente la richiesta da parte della Buzzi Unicem di Barletta di aumentare la quantità di rifiuti da bruciare annualmente, l'Associazione Beni Comuni pone alla cittadinanza e alla classe politica locale le seguenti osservazioni.

Chiarire le attività svolte dalla cementeria di Barletta diventa necessario alla luce della volontà dichiarata da più parti di realizzare un tavolo tecnico su tale realtà.
La ricerca di una giusta soluzione che tuteli la comunità tutta, ambiente, occupazione e salute, siamo convinti debba accomunare tutte le forze chiamate in causa.
Perché la richiesta di aumentare la quantità di rifiuti da bruciare? Bilanci e carte alla mano, quante tonnellate di rifiuti sono state incenerite ogni anno e di quale tipo?
Il Presidente del Consiglio Comunale di Barletta, Franco Pastore, da novembre 2010, quando chiedeva "Cosa finisce lì dentro e da dove arriva" ad oggi (settembre 2011), è riuscito ad avere tali informazioni? Può gentilmente metterle a disposizione della cittadinanza?
E' bene ricordare che: nulla si distrugge, tutto si trasforma (Antoine Lavoisier). Pertanto non esiste un rifiuto di qualità da bruciare (anche il legno produce biossido di carbonio!). Tutti i rifiuti da solidi diventano gassosi e si depositano sui nostri polmoni e sulle nostre campagne sottoforma di diossina e particolato (l'ILVA di Taranto è l'esempio più illustre).
L'incenerizione, inoltre, non elimina in toto i rifiuti ma ne riduce la massa di due terzi. Abbiamo informazioni su come vengono trattate le ceneri (i residui da combustione) classificate come rifiuti speciali e destinate ad insalubri discariche?
Ed ancora, informazioni chiare e complete sull'occupazione diretta e dell'indotto. Perché, è importante sottolinearlo, noi non siamo ambientalisti, siamo persone ed abbiamo a cuore la salute, il lavoro ed anche l'ambiente. Se l'accento pare cadere su quest'ultimo, e conseguentemente sulla salute, è perché la produttività ed il profitto sono stati e sono la variabile determinante nelle scelte della nostra classe dirigente a scapito dei diritti che garantirebbero, se rispettati, giustizia sociale ed ambientale.

La situazione è dunque complessa e di non semplice soluzione, nonché poco chiara. Si convochi un tavolo tecnico e omnicomprensivo dei soggetti interessati e nel frattempo il Sindaco Maffei emani un'ordinanza contingibile e urgente (artt. 50 e 54 del T.U.E.L. e art. 217 del T.U.S.) al fine di bloccare l'iter che autorizza la proposta di potenziamento dell'impianto di recupero rifiuti speciali non pericolosi, mediante coincenerimento.

La soluzione da proporre e definire in seno al tavolo tecnico dovrebbe essere: delocalizzazione con riconversione industriale.
Cementifici ed inceneritori sono classificati come industria insalubre di prima classe (Decreto Ministero della Salute 05 dic. 1994). La prima classe comprende quelle aziende che debbono essere isolate nelle campagne e tenute lontane dalle abitazioni.
Tale operazione, se frutto di una sinergia fra pubblico e privato, dovrebbe guardare al futuro e mirare alla riconversione industriale della Buzzi Unicem. Sarebbe auspicabile la realizzazione di un Centro di Riciclo sul modello di quello di Vedelago in Veneto.
I materiali differenziati vengono riutilizzati sino all'ultimo brandello. Non solo quelli conformi (plastica, acciaio e ferro, alluminio, vetro, carta e legno) ma anche i materiali non conformi, frutto di errori durante l'opera di differenzazione, che costituiscono il secco non riciclabile, non finiscono più né in discarica né negli inceneritori. Questa frazione residuale viene trasformata in sabbia sintetica (granulato plastico), materiale regolato da una norma UNI e rivenduta ad industrie che producono articoli in plastica riciclata ed alle industrie che operano nel settore dei manufatti in cemento.
Le amministrazioni del territorio dovrebbero far la loro parte nella fase di passaggio: lavorare seriamente al fine di raggiungere una percentuale di raccolta differenziata che almeno si avvicini agli obiettivi previsti dal Piano regionale per la gestione dei rifiuti (56% entro Dicembre 2011) aderendo alla Strategia Rifiuti Zero che rende i rifiuti una risorsa per le comunità.
Il disegno di legge sulla cosiddetta ecotassa presentato il 14 settembre c.a. dal presidente Vendola e dagli assessori all’Ambiente e al Bilancio, Lorenzo Nicastro e Michele Pelillo premierà i comuni virtuosi nella raccolta differenziata, trasferendovi risorse prese dai comuni non in regola. Dal 2013 tali Comuni verranno tassati maggiormente all'atto di conferimento dei rifiuti in discarica con conseguente aumento della Tarsu per i cittadini.
Teniamo a mente, così come ricordato dal Presidente Vendola, questo adagio ebraico: 'Il diavolo brucia, Dio recupera. Noi vogliamo recuperare e costruire un'intera economia, e una forma della convivenza, sull'idea del recupero, del non sciupare, del riconvertire e del riciclare''.

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